Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di decretro sui costi standard per la sanità e sul federalismo fiscale di Regioni e Province. Ora l'esame passa alla Conferenza unificata Stato-Regioni e alle commissioni parlamentari, per poi tornare in Consiglio. "Peccato – commenta il presidente della Toscana, Enrico Rossi – che ancora una volta il Governo abbia preso una decisione importante per le Regioni senza un confronto adeguato e senza coinvolgerle a sufficienza, dando prova di un federalismo gestito in modo centralista".
Sbagliato dunque il metodo. "Se questo governo approvando in modo surrettizio il federalismo – prosegue Rossi - avesse avuto il coraggio di restituire alle Regioni le competenze e i finanziamenti che c'erano prima del 2008 avremmo sicuramente fatto un passo in avanti. Voglio sperarci, ma non ci credo. Prima di esprimere nel merito un giudizio definitivo sul provvedimento assunto oggi, - conclude il presidente - voglio comunque leggere bene tutto il decreto, in ogni suo dettaglio". Da quel che è stato anticipato le Regioni potranno aumentare dal 2013 l'addizionale Irpef, salvaguardando però i primi due scaglioni di reddito.
Sull'Iva la compartecipazione regionale dovrebbe aggirarsi attorno al 45% e dunque sul livello attuale. Una prima ipotesi era di abbassarla al 25 per cento, ma poi il Governo ha fatto marcia indietro. L'Irap, l'imposta sulle attività produttive, potrà essere diminuita solo se l'Irpef non sarà aumentata. (wf)