24 arresti (fra cittadini di nazionalità cinese ed italiani); 73 aziende, 181 immobili e 166 auto di lusso sequestrate. E' questo il bilancio, provvisorio, di una maxi operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Firenze con il supporto di circa un migliaio di uomini e sviluppatasi in 8 regioni (Toscana, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia). Obiettivo del blitz scattato questa mattina la mafia cinese che attraverso una serie di aziende trasferiva in patria centinaia di milioni di euro provento di numerose attività illecite (evasione fiscale, sfruttamento della prostituzione, immigrazione irregolare, contraffazione e così via). "Dobbiamo stare attenti a non indebolire gli strumenti come le intercettazioni telefoniche ambientali" ha affermato il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso nel corso della conferenza stampa che ha illustrato i termini e gli esiti dell'operazione "Cian Liu" (vale a dire "fiume di denaro").
L'uso delle intercettazione, ha aggiunto Grasso, è fondamentale anche "in caso di gruppi criminali organizzati, laddove non si può contestare l'intimidazione o l'associazione mafiosa". “L'operazione di oggi rafforza l'opinione di chi crede che sia necessario colpire prima di tutto i burattinai dell'illegalità, i manovratori di un sistema che rappresenta un danno pesantissimo per l'economia e la società locale. E' un percorso che occorre sostenere e rafforzare”. Così il presidente della Provincia di Prato, Lamberto Gestri, commenta la maxi operazione contro la mafia cinese compiuta dalla Guardia di Finanza e dalla Procura nazionale antimafia.
“Quella di oggi è una operazione di grande valore che contribuisce a contrastare l'illegalità, estirpandola alla radice – prosegue Gestri -. Siamo grati alla Guardia di Finanza per il lavoro svolto e confermiamo la richiesta di rafforzare, anche a Prato, gli organici degli uomini delle forze dell'ordine”.