Un dibattito sull'Ateneo senese fra buco, riforma Gelmini e prospettive di integrazione regionale ha dato vita alla seconda e ultima giornata dedicata al rilancio dell'università, promossa dal Pd senese al Santa Maria della Scala. Alla tavola rotonda, dal titolo “L’Università di Siena, il Polo toscano e la riforma del sistema universitario italiano”, sono intervenuti Giuseppe Fioroni, deputato del Pd; Stella Targetti, assessore regionale all’Istruzione; Maurizio Cenni, sindaco di Siena; Simone Bezzini, presidente della Provincia; Franco Ceccuzzi, parlamentare e segretario dell’Unione Comunale del Pd di Siena; ha moderato il dibattito il giornalista Alessandro Lorenzini. Risanare l’Ateneo nel segno dell’equità.
“In questi due giorni dedicati all’università – ha detto Franco Ceccuzzi, segretario dell’Unione comunale del Pd di Siena che ha promosso l’iniziativa – abbiamo ascoltato tante voci. Molti interventi chiedevano equità. Abbiamo apprezzato il contributo dei tre candidati a rettore, che hanno preso parte al dibattito. Due i passaggi cruciali per il futuro dell'Ateneo senese: dobbiamo in primo luogo verificare che sia stata ripristinata la correttezza del procedimento amministrativo; e poi chiediamo una riforma dei meccanismi di governance, che sia fatta dall'Università in piena autonomia e che consenta agli enti locali di partecipare alla vita amministrativa dell'università e di effettuare un effettivo controllo sulla gestione, cosa molto difficile con l'attuale assetto.
I sacrifici finora fatti non sono più comprimibili, non se ne possono chiedere altri”. Solo tre Atenei su quattro sopravviveranno. “I tagli complessivi all'università italiana sul 2010 – ha detto il deputato Pd Fioroni aprendo i lavori – sono superiori al previsto di circa 250 milioni di euro. Ulteriori tagli lineari riguarderanno il Miur e andranno ad aggravare il miliardo e 300milioni di tagli già decisi per il 2011. Se la cosiddetta riforma resta così com'è, meno del 25% degli Atenei italiani arriverà al 2012”. Verso una logica di integrazione regionale.
“La regione ha una fortissima preoccupazione sul tema risorse – ha detto Stella Targetti, assessore regionale all'Istruzione. - Le tre università toscane sono una ricchezza straordinaria. Ma abbiamo le spalle piccole e dobbiamo necessariamente ragionare in un'ottica di integrazione e di sistema, anche sulla didattica che è il vero cuore del problema. È un momento tragico, che dobbiamo però vedere come un'opportunità per ripensare complessivamente il sistema”. L'economia della conoscenza vero terreno di rilancio.
“Bisogna riscoprire un protagonismo dei territori - ha detto il presidente della provincia Bezzini -. È dalle politiche di sviluppo locale che può passare una parte importante delle nostre possibilità di rilancio del sistema universitario toscano, e senese in particolare. Sull'economia della conoscenza c'è un terreno possibile di ulteriore collaborazione fra istituzioni. Al nostro Ateneo occorrono certamente maggiori risorse, ma anche alcuni interventi gestionali che sono assolutamente propedeutici al suo rilancio, primo fra tutti un nuovo sistema di governance”. Ottica regionale non è più eludibile.
“Se vogliamo rilanciare l'Università di Siena – ha detto il sindaco Maurizio Cenni – dobbiamo rinunciare a parte della nostra autonomia e ragionare in un'ottica di polo universitario. Il tema dell'integrazione fra gli Atenei regionali non è più eludibile. Se pensiamo di ottenere dal governo un aiuto per rilanciare l'Università di Siena stiamo sbagliando di grosso, perché le scelte fatte mostrano che si va esattamente nella direzione opposta. Io e il presidente della provincia aspettiamo da sei mesi un incontro col ministro Gelmini, che evidentemente, tra una trasmissione televisiva e l'altra, non ha tempo di occuparsi dell'università di Siena”. Un messaggio di fiducia alla comunità universitaria.
“Al termine di questa due-giorni dedicata all'Ateneo senese – ha detto Ceccuzzi chiudendo la tavola rotonda - il Partito democratico consegna alla comunità universitaria, pur fra gravi difficoltà, un messaggio di fiducia e anche un appello all'unità. Vogliamo l'unità delle diverse componenti della comunità universitaria, non metteremo gli uni contro gli altri. Si tratta di verificare quale sia la perdita sul conto economico, sulla quale non si possono operare ulteriori tagli, al fine di stabilire la quota non coperta dai finanziamenti statali.
Se le risorse non arriveranno dal governo (e non arriveranno), le strade da percorrere sono migliorare i meccanismi di fund raising, affinché la ricerca possa intercettare ancor più le risorse private; ed un contributo che venga dal territorio per mantenere alta la qualità del nostro Ateneo, che contribuisce in misura rilevante al Pil economico della città così come al Pil intellettivo ed alla sua statura culturale”.