Conferenza Stato-Regioni: alla Toscana la commissione istruzione e lavoro

L'attribuzione oggi a Roma nel corso della prima riunione. Il presidente Enrico Rossi: "Sono le nostre priorità per lo sviluppo".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 maggio 2010 19:37
Conferenza Stato-Regioni: alla Toscana la commissione istruzione e lavoro

Sarà la Toscana a coordinare la IX Commissione della Conferenza Stato Regioni, la commissione che lavora sulle materie dell'istruzione e della formazione professionale, politiche del lavoro, università, ricerca scientifica e professioni. Lo ha annunciato lo stesso presidente Enrico Rossi, che ha partecipato oggi alla prima riunione della Conferenza, e che nella passata legislatura aveva guidato la commissione sanità. "Sono particolarmente soddisfatto", afferma il presidente Rossi.

"La Toscana ha messo il lavoro al centro della sua battaglia contro la crisi e ha indicato proprio nell'area dell'istruzione, formazione e ricerca una leva strategica per lo sviluppo. Questa responsabilità nazionale è quindi consonante con la nostra impostazione politica e ci mette a disposizione un'autorevole tribuna dalla quale far sentire chiara e forte la nostra voce perchè siano presi provvedimenti efficaci e giusti". "Il nostro impegno nella situazione difficile della scuola pubblica, dell’università e della ricerca – prosegue il presidente - sarà volto prima di tutto a difendere i caratteri di qualità del sistema educativo e formativo come luogo di crescita per tutti, di mobilità sociale e di integrazione.

Così come è accaduto per la sanità, che ha visto la Regione Toscana impegnata a garantire il carattere universalistico e pubblico del servizio, adesso con la guida della commissione scuola ci impegneremo a fare altrettanto in un settore fondamentale per il futuro del paese, per il suo sviluppo e per l’affermazione dei valori di uguaglianza e di crescita della persona. Cominceremo dalla scuola dell’obbligo, chiedendo subito un incontro al ministro Gelmini perché siano rivisti i tagli che penalizzano fortemente la scuola pubblica". di Susanna Cressati

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