Ampio dibattito in Consiglio provinciale sulla Riforma Gelmini

Ampio dibattito in Consiglio provinciale. Approvate due mozioni di Pd e Prc-Pdci-Sc. Respinta mozione Pdl.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 ottobre 2009 19:34
Ampio dibattito in Consiglio provinciale sulla Riforma Gelmini

Il Consiglio provinciale ha approvato, con 18 voti a favore (PD, IDV, Sinistra per la Provincia, PRC/PDCI/SC), 10 no (PDL e Lega Nord) ed un’astensione (UDC) la mozione dei consiglieri Fusi e Brunetti (PD) su “Provvedimenti governativi e ruolo degli enti locali per una politica scolastica fatta di riforme”. Approvata anche la mozione di Calò e Verdi (PRC/PDCI/SC) contro lo smantellamento della scuola pubblica. Respinto l’emendamento di Franchi, Villa, Baldini, Lensi, Nascosti, Barillari, Ciampolini, Comucci, Massai e Sensi (PDL) che riscriveva completamente la mozione del PD.

Brunetti ha spiegato che: “Sostanzialmente la Riforma Gelmini risponde a un’unica logica che è quella del risparmio. Tutti gli insegnanti sono stati portati a 18 ore di insegnamento, diminuzione del sostegno dell’handicap, classi sovraffollate, impossibilità ad organizzare gite, utilizzare laboratori, fare attività extrascolastiche. Occorre fare attenzione anche sull’edilizia scolastica. Sono necessari finanziamenti soprattutto in questa fase visto che è in corso un monitoraggio sugli edifici scolastici, anche per le norme antisismiche.

L’invito che facciamo alla Giunta è di avere un monitoraggio delle scuole della Provincia di Firenze per capire l’effetto che questa riforma sta producendo”. Villa (PDL) ha replicato: “Era stato detto che la riforma del Ministro Gelmini, con l’introduzione del maestro prevalente, avrebbe cancellato il tempo pieno mentre quest’anno sono state attivate 2191 classi di tempo pieno in più rispetto allo scorso anno. In questo modo 50 mila bambini in più usufruiranno di questo modello orario.

Si è parlato di sovraffollamento delle classi. In realtà su 82 scuole fiorentine, 52 hanno una media di alunni pressoché invariata; addirittura 14 registrano alla fine un numero minore rispetto all’anno scorso, e appena 16 su 82, hanno registrato un aumento degli studenti. Infine le occupazioni. Comincio a pensare che le occupazioni diventano un modo per fare festa. La verità è che con questa riforma il Governo Berlusconi ha messo al centro lo studente”. L’assessore alla Pubblica istruzione Di Fede ha spiegato che: “L’azione del Ministero che ha impostato anche un’azione politica e culturale sul maestro prevalente è stata praticamente rifiutata dai cittadini italiani.

Il fatto che 36.508 sezioni sono a tempo pieno vuole dire che la proposta sul maestro unico è una proposta che gli italiani non gradiscono. Oggi c’è la necessità di seguire le inclinazioni degli individui. In classi con 28-29 alunni questo è impossibile. Quell’organizzazione di scuola è un po’ antica”. La verità è che in 42 istituti della Provincia di Firenze, le prime classi sono composte da più di 30 studenti per classe. In Toscana, il 17–18% di studenti nei primi due anni si perdono e rappresentano il fenomeno della dispersione scolastica.

La ricetta di aumentare gli studenti nelle classi, soprattutto nelle prime, non è la ricetta migliore per affrontare questo che è un fenomeno sociale di grande preoccupazione”. Fiorentini (PD) ha precisato che: “Non contestiamo un processo di riforma. Anche se non troviamo giusto colpire la scuola elementare, considerata da tutti un punto d’eccellenza. Troviamo la riforma Gelmini un pochino generica: si taglia e s’impoverisce la scuola. Un impoverimento che, automaticamente, si ripercuote su quelle che sono le categorie più disagiate: i ragazzi.

Con la riforma si sono creati disagi ai bambini portatori di handicap a causa dei tagli per gli insegnanti di sostegno e c’è un processo di integrazione che si viene comunque a interrompere”. Per Calò (PRC/PDCI/SC): “Il movimento occupazionale degli studenti è un chiaro sintomo di critica alla riforma Gelmini. Gli studenti chiedono il ritiro dei tagli alla scuola, una legge quadro nazionale per il diritto allo studio e la copertura finanziaria dei corsi di recupero. Le occupazioni in corso stanno portando molti istituti a discutere all’interno di come produrre un processo leale di riforma, più in sintonia con i principi della Costituzione”.

Sensi (PDL) ha ricordato che: “Ci sono stati due Governi di Centrosinistra e la prima riforma è stata quella di Berlinguer. Ci sono dati a livello internazionale. L’università di Firenze è la 357° al mondo. Non è messa molto bene. E i nostri studenti sono considerati tra i peggiori d’Europa. Il corpo insegnanti, il più numeroso d’Europa, è il peggio pagato e costretto a lavorare male. Si cerca di fare riforme per rimettere questa scuola in grado di dare opportunità a tutti”.

Per Pestelli (PD): “Si sta cercando di fare politica dietro ad una riforma. Perché sono le idee che fanno la politica e quindi dietro a un disegno di riforma come quello della Gelmini corrisponde una precisa prospettiva che ridisegna il discorso del welfare in Italia. Ci sono due leggi che la riforma Gelmini vuole colpire: la prima la 820 del 1971, che introduce il tempo pieno come risposta ai bisogni sociali dell’utenza e la legge 517 del 1977, che introduce il principio dell’integrazione mediante l’assegnazione di insegnanti di sostegno”.

Franchi (PDL) si è soffermata: “Sui precari e il problema del numero e dell’esubero dei docenti. Noi abbiamo necessità di liberare delle risorse, perché il 90% degli investimenti sulla scuola vengono poi trasformati in stipendi, che sono miseri. Liberare delle risorse vuole dire anche diminuire il numero del personale che opera nella scuola. Purtroppo non siamo responsabili delle scelte che i governi precedenti hanno fatto e che i sindacati hanno fatto. Scelte che sono state una pura politica occupazionale nella scuola.

Occorre lavorare sui precari, considerati come lavoratori a progetto. E’ anche per loro che dobbiamo liberare fondi, risorse e per investire sulla formazione dei nostri ragazzi. E lo possiamo fare solo diminuendo il numero dei lavoratori”. Cordone (Lega Nord) è intervenuto sulle occupazioni: “Così come ci deve essere il diritto ad occupare, deve essere garantito anche il diritto allo studio. Sulla scuola italiana si è fatta tanta demagogia e voglio dare il merito al Ministro Gelmini di avere fatto cose che altri Ministri, colpevoli, non hanno fatto.

La scuola ha bisogno di una riforma. Abbiamo visto anche quello che succede tra i bidelli. E’ giusto che i bidelli svolgano certi lavori che competono a questa onesta categoria lavorativa”. Bartaloni (PD) ha ribadito che: “C’è un taglio di risorse in maniera indiscriminata sulla scuola, che mina chiaramente all’autonomia della scuola stessa. Nessuno ha detto mai che la scuola non vada riformata, che non si possa razionalizzare, massimizzare, che non si possa rendere la scuola efficiente.

Ma non si può tagliare e basta. Se si toglie da una parte, da qualche altra parte occorre investire. Si può mettere a disposizione posti anche a tempo determinato, per dare davvero un taglio al precariato, investire soldi sull’edilizia scolastica, si poteva migliorare la didattica. Vorrei sapere qual è il senso di questa riforma perché ancora nessuno ce lo ha detto”. Anche l’assessore all’ambiente Crescioli si è domandato: “In che cosa esattamente consiste la riforma scolastica del Ministro Gelmini? Tutta l’operazione si riduce al taglio di cosa? All’eliminazione della compresenza nelle scuole? Questa sarebbe la riforma? Ecco, è questo che a me francamente preoccupa.

Poi si dice che il 90% delle risorse delle scuole va nel personale. Ma chi è il soggetto che attua la formazione dei ragazzi? Mi sembra che debbano essere necessariamente gli insegnanti. In realtà tutto si riduce a un grande taglio se si va a vedere bene il contenuto della riforma”. Per Barillari (PDL): “Non è possibile che una riforma accontenti tutti ma non si può continuare a guardare al passato: bisogna assolutamente guardare in avanti. Certamente ci sono delle cose da migliorare anche all’interno della riforma Gelmini, ma io mi domando: la Sinistra, l’opposizione al Governo, invece di andare contro tutto ciò che viene fatto dal Governo Berlusconi, quale proposte costruttive ha formulato? Dove sono, dove erano, quando erano al Governo per poter dare a questo paese una riforma scolastica che guardasse al futuro, una riforma scolastica che ci porti ad avere comunque degli insegnanti di nuovo preparati e di nuovo in grado di preparare studenti dalle elementari, alle medie, alle scuole superiore, alle Università? Il problema non si risolve con le occupazioni, si risolvono facendo delle proposte concrete”.

Per Massai (PDL): “Non si vuole comprendere i profili della legge. Si vuole fare un’operazione politica, di contestazione, ad una legge che nel momento cui andrà a regime, metterà in difficoltà non il Centrodestra, ma il Centrosinistra. Sull’edilizia scolastica perché questa Provincia non ha cominciato a discutere per quanto attiene quelle che sono le nostre competenze, con i risultati degli ultimi 5 anni? Si è partiti dalla riforma Gelmini per parlare di scuola ma non si hanno i dati sullo stato della sicurezza degli edifici scolastici”.

E proprio l’assessore all’edilizia scolastica Giorgetti, concludendo gli interventi, ha spiegato che: “La Provincia sta cercando di finanziare al massimo quelli che sono i cambiamenti, le messe a norma degli edifici e, entro dicembre 2010 dovremo fare uno studio su tutta l’edilizia scolastica. A oggi abbiamo già fatto delle valutazioni con l’Università vulnerabilità degli edifici e dovremo fare cuna valutazione degli immobili soprattutto dal punto di vista del rischio sismico”. Nell'immagine, d'archivio, studenti che manifestano contro la Riforma Gelmini.

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