Comincia in commissione urbanistica la preparazione dei consiglieri al dibattito politico sul Piano. Attraverso le audizioni dei tecnici e funzionari dell’ufficio urbanistica che si susseguiranno da oggi fino ai prossimi mesi e l’acquisizione dei dati necessari i consiglieri acquisiranno gli strumenti per affrontare il percorso di approvazione del Piano strutturale. “Lo scopo – ha spiegato la presidente della commissione urbanistica Elisabetta Meucci (Pd) - è quello di fare una vera e propria formazione dei consiglieri attraverso le domande che loro stessi pongono ai funzionari dell’ufficio urbanistica.
La conoscenza dei dati e l’approfondimento di questi è fondamentale per arrivare ad un dibattito serio e politicamente proficuo in aula”. La presidente Meucci ha sottolineato anche l’aspetto della partecipazione e della VAS (valutazione ambientale strategica) di cui parla la nuova legge regionale del febbraio 2010. “Su questo - ha aggiunto Meucci - dobbiamo lavorare anche in commissione coinvolgendo i cittadini sulla valutazione ambientale strategica”. (lb) L’intervento della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo “Finalmente chiarito cosa si intende con l'espressione ‘volumi zero’, che risulta uno dei capisaldi del nuovo Piano strutturale di Firenze.
Se si mettesse in pratica davvero questo concetto proposto dalle più avanzate concezioni urbanistiche, il capoluogo fiorentino si collocherebbe all'avanguardia nella gestione del territorio. Ma i dubbi su cosa realmente si intenda nascono sia dal Documento di avvio del procedimento che dall'audizione odierna in Commissione urbanistica. In questa sede l'architetto Fanfani, responsabile della progettazione del Piano strutturale, ha risposto a una mia domanda specifica chiarendo che i volumi zero si devono intendere rispetto al residuo del vecchio P.R.G.
e anche alle aree già convenzionate e non ancora costruite, come Castello e altre ancora”. “Tutto questo – aggiunge la consigliera - non può essere definito ‘volumi zero’! Infatti ci saranno circa 300.000 mq di suolo su cui edificare ex novo, a cui vanno sommati 1.400.000 metri cubi previsti ad oggi nella Convenzione di Castello, più una serie per ora non conteggiata di piani e interventi edilizi che hanno concluso il proprio iter ma non sono ancora realizzati. Tutto questo non può essere preso come dato assodato, ma si dovrà verificare caso per caso dove andare avanti e dove è opportuno fermarsi, in base alla compatibilità degli interventi previsti rispetto agli indirizzi di Piano.
Ragionamento a parte va fatto per il recupero di quel milione di metri quadri dei famosi contenitori dismessi o in dismissione, cioè edifici da recuperare come il Panificio militare, la Manifattura Tabacchi, l'area ex Gover alle Piagge, per i quali sarà essenziale capire l'uso e la destinazione, perché il riuso ci piace molto, ma si dovrà partire dall'analisi dei bisogni di una città, e non dalle proposte di riutilizzo di contenitori prestigiosi per collocare funzioni remunerative, ma di cui la città non ha alcun bisogno.
E qui sarà essenziale un corretto Piano strutturale corredato di analisi e localizzazione delle funzioni da insediare”. (fdr) La precisazione sul Piano strutturale da parte dei gruppi PD e Di Pietro-IdV del Quartiere 5 “Non è per spirito di polemica ma per amore di verità che ci vediamo costretti a rispondere alle affermazioni dei gruppi Spini per Firenze e per un'Altra Città sulla questione della mozione relativa al processo partecipativo sul piano strutturale. Ribadiamo che è ferma intenzione di questo Consiglio di Quartiere promuovere la conoscenza e la partecipazione dei cittadini all'adozione del Piano Strutturale, atto fondamentale che prefigura gli scenari di sviluppo e prospettiva della nostra città.
Ciò che però teniamo ad affermare, proprio come dichiara la stessa legge regionale sulla partecipazione, è che il percorso partecipativo non può e non deve sostituire la prerogativa degli eletti che hanno la capacità e la responsabilità di scegliere alla fine del processo decisionale. Non è quindi per noi possibile affermare in nessun documento che con il processo partecipativo l'Amministrazione debba recepire sic et simpliciter le indicazioni venute dai cittadini. L'Amministrazione deve certamente tenere in alta considerazione tali indicazioni sia per la fase valutativa che per la fase finale della scelta, che in ultimo però spetta a chi amministra secondo il principio della democrazia rappresentativa che trae la sua forza dalla consultazione elettorale.
Opereremo dunque per il massimo coinvolgimento dei cittadini. Dopo ci assumereno la responsabilità della scelta sulla base della quale gli elettori potranno giudicare". (lb)