dell'on. Francesco Bosi Matteo Renzi, tramite la stampa, ha annunciato la sua ‘seconda fase’, cioè quella di riempire le buche per strada, di fare piccoli lavori in città, sottolineando che non serve costruire. Ci chiediamo da cosa sia dettata questa dichiarazione visto che a parte la pedonalizzazione del Duomo poco altro è stato fatto. Non vorremmo che il cosiddetto passaggio alla seconda fase di Matteo Renzi nascondesse la rinuncia a quel piano delle grandi infrastrutture - su cui ha fondato la propria candidatura - senza le quali questa città è destinata ad andare poco lontano: l’aeroporto, la tangenziale, il tubone, il termovalorizzatore, la bretella Barberino-Incisa, insomma le grandi opere di cui Firenze ha bisogno.
La sua rinuncia è dovuta al contrasto con la Provincia di Firenze e coi Comuni limitrofi? Qui forse si spiega anche il grande ritardo nella elaborazione del piano strutturale; senza di esso non si fa neanche il regolamento urbanistico per il quale ci dobbiamo aspettare tempi biblici. Possiamo continuare ad essere una città che va avanti con piccole varianti senza alcun piano regolatore? Già dal 2005 la Regione ha varato la legge 1/2005 art. 28 comma 2, cosiddetta ‘di Monticchiello’, e ribadito con la legge sul Pit una norma che, sottraendo poteri alle amministrazioni locali, permette alla Regione di sostituirsi ai Comuni nelle scelte urbanistiche nelle aree vaste.
Perché Renzi non si appella a questa soluzione? Che senso ha avuto l’accordo per cui si è schierato al fianco di Rossi se poi non va a chiedergli di agire nel senso da lui voluto su queste scelte? Sarebbe paradossale che questa norma valesse per Monticchiello e non per Firenze. In questo quadro, si inserisce inoltre la scelta dell’assessore regionale all’urbanistica che non faciliterà certo la risoluzione di questi problemi. Anche per la soluzione della cittadella viola, sogno dei tifosi e impegno preso tanto in campagna elettorale che ribadito in recentissime dichiarazioni dal Sindaco, ci sarà bisogno dell’assenso della Regione alla quale va sottoposto il cambio di destinazione dell’area verde. A questo punto ci chiediamo se quella di Renzi sia solo una politica degli annunci e dei fuochi di artificio che non si concretizzano mai in niente di concreto a causa delle difficoltà politiche.
In questo caso Firenze è condannata a perdere altri cinque anni. Oppure la sua è solo una condizione di debolezza politica? L’unica certezza è che è passato già un anno di amministrazione Renzi e tutti i problemi che la città aveva sono sempre lì, irrisolti, sul tappeto. Come Udc condividiamo molte delle cose di cui il Sindaco parla spesso sui giornali. Resta da capire, a questo punto, se sia davvero intenzionato a portarle avanti oppure no e, contestualmente, se sia interessato a instaurare un rapporto con l'UDC.
Nel primo caso siamo disposti a dargli una mano in consiglio provinciale, in Regione e in Parlamento. In caso contrario non faremo mancare la nostra voce critica verso politiche degli annunci senza costrutto. Chiediamo a Renzi di giocare a carte scoperte, sciogliere i nodi e soprattutto operare atti amministrativi concreti nell’interesse di Firenze.