Un asilo nido aziendale per i dipendenti dell’amministrazione penitenziaria. E una serie di corsi di formazione, soprattutto di alta qualità, per i detenuti del carcere di Sollicciano. Questi gli interventi annunciati dall’assessore all’educazione, questo pomeriggio in Consiglio comunale, durante il dibattito sulla relazione del garante dei detenuti. "Anzitutto – ha esordito l’assessore – è necessario coordinare gli interventi delle varie amministrazioni interessate.
L’obiettivo è quello di essere sempre più efficaci. Quanto all’asilo aziendale – ha spiegato l’assessore all’educazione – l’idea di realizzarne uno dentro il carcere non mi convince. Meglio utilizzare gli appositi fondi ministeriali per realizzarne uno all’esterno del penitenziario. Non dimentichiamo poi che i volontari di alcune associazioni ogni mattina portano i figli delle detenute in alcuni asili della zona". "Sulla formazione – ha proseguito – all’interno del carcere hanno lavorato il nostro Centro di Formazione Professionale, con fondi europei messi a disposizione dalla Provincia, oltre alla Città-scuola Pestalozzi e alla Russel-Newton.
In questo caso il nostro lavoro punta a offrire ai detenuti corsi di alta qualità. Il problema è che manca il personale di sorveglianza - ha concluso l'assessore - per questo motivo incontreremo nei prossimi giorni la dottoressa Maria Pia Giuffrida, provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria per effettuare un monitoraggio sulla formazione all’interno di Sollicciano". Ma questo pomeriggio il Consiglio comunale di Firenze ha anche approvato all'unanimità l'ordine del giorno proposto dalla commissione pace e collegato alla relazione del garante dei detenuti Franco Corleone.
Un ordine del giorno che invita il sindaco di Firenze Matteo Renzi "a promuovere le azioni necessarie, in attiva sinergia con altre istituzioni coinvolte, per raggiungere gli obiettivi indicati come prioritari dal Garante e dalle organizzazioni sindacali e dagli operatori di polizia penitenziaria". Vale a dire: reperire una sede da destinare alla residenza di persone in semilibertà, ed un alloggio da adibire a casa famiglia per le detenute madri con figli minori. Provvedimenti che non possono pesare sull’economia di un solo Comune devono quindi essere necessariamente condivisi da tutte le istituzioni coinvolte; proseguire le attività proposte dall’Amministrazione Comunale e avviate da tempo dal Settore Carcere, garantendone il finanziamento nel bilancio.
Ma anche sollecitando che siano rimossi gi ostacoli che oggi non ne consentono la concreta effettuazione. Come la carenza strutturale dell’organico del personale addetto alla sorveglianza; farsi portavoce verso la Regione Toscana per una piena realizzazione della delega di tutela della salute dei carcerati, ivi inclusa la verifica dell’opportunità di una sede ospedaliera dove effettuare le cure specialistiche, di ricovero e diagnostiche riducendo l’aggravio organico che incombe sul personale di sorveglianza; farsi portavoce verso il Governo Italiano delle allarmanti condizioni di sovraffollamento in cui versa anche il carcere fiorentino, affinché siano presi provvedimenti urgenti, utili alla riduzione del numero delle persone che oggi sono ristrette; chiedere all’Autorità Carcerarie fiorentine che la sezione di Custodia Cautelare venga mantenuta a salvaguardie degli obiettivi per cui è stata costituita; rappresentare alla Autorità Carcerarie ed al Governo Italiano le istanze di “difficoltà operative della Polizia Penitenziaria” a causa della cronica insostenibile carenza di organico, di polizia carceraria e di educatori, posta dalle organizzazioni sindacali, S.A.P.P.E., U.I.L.P.A.
Penitenziari, CGIL Funzione Pubblica e CISL. Garantire opportunità di alloggio e servizi all’infanzia, nei territori in cui ha sede l’attività lavorativa, per consentire opportuni ricongiungimenti familiari, valutando la possibilità anche di utilizzo di sedi oggi demaniali; concordare la realizzazione di una pensilina di protezione dalle avversità climatiche per coloro che sono in attesa di ingresso al carcere; mantenere attivo un tavolo di confronto tra tutti i soggetti coinvolti, con sistematici incontri, promossi dalla Presidenza del Consiglio e dalle commissioni consiliari competenti, con lo scopo di raggiungere una rapida sinergica soluzione all’attuale emergenza fiorentina. Infine, chiedere un incontro con il ministro Alfano. Il gruppo PD contro il documento del centro destra che lega il sovraffollamento dei detenuti allo scarso numero dei CIE “Il documento del centro destra che lega il sovraffollamento delle carceri allo scarso numero di CIE è strumentale, ingiusto e falso.
Il CIE non è una risposta a questo tema”. E’ quanto dice unanimemente il gruppo del Pd di Palazzo Vecchio che unanimemente respinge l’equazione “clandestino uguale delinquente” e quindi le politiche discriminatorie del centro destra. “La verità – spiega il Pd - è che l’attuale Governo ha creato dal nulla il reato di clandestinità che riempie le carceri, proprio perché anziché pensare a percorsi di regolarizzazione si attivano processi di marginalizzazione che destabilizzano l’integrazione e la sicurezza invece che creare tranquillità e cercare la convivenza civile”.
E poi un consiglio: “Il capogruppo del Pdl si informi sulle ormai non troppo recenti disposizioni in merito alla circolazione dei cittadini europei. Forse il capogruppo del Pdl crede ancora che per andare in Spagna debba cambiare la nostra moneta in pesetas”. (lb) La capogruppo di perUnaltracittà ricorda al Comune gli impegni presi a novembre scorso La capogruppo di perUnaltracittà è intervenuta sul tema con queste parole: "Gli impegni che il Comune di Firenze deve confermare, e a cui deve dare attuazione concreta, sono quelli già assunti con la mozione da noi presentata, poi fatta propria dalle commissioni consiliari di riferimento e quindi approvata in Consiglio: attivare tutti gli strumenti per consentire l'accesso effettivo alle misure alternative alla detenzione, in tutti i casi previsti dalla legge, in modo da ridurre e non aumentare la popolazione carceraria.
Dare piena attuazione al passaggio della sanità penitenziaria al servizio sanitario. Garantire condizioni di vita interna al carcere rispettose di diritti e dignità di chi si trova a vivere la condizione carceraria". Ornella De Zordo ha espresso inoltre il proprio dissenso rispetto al Piano Carceri del governo, "un business colossale (600 milioni di euro per il solo 2010) che potenzia un'eterna rincorsa fra posti disponibili e numero crescente di reclusi. I detenuti aumentano non a seguito di un aumento del numero dei reati, ma a causa di leggi (sulle droghe, sull'immigrazione, sulla recidiva) che si abbattono sulle categorie più deboli e moltiplicano gli ingressi in carcere senza risolvere alcun problema.
L'esperienza del carcere - ha aggiunto, difficilmente migliora e riabilita, per questo riteniamo che la reclusione sia da evitare ogni volta che sia possibile, essendo fra l'altro dimostrato che l'applicazione di misure alternative abbatte il rischio di recidiva". Ha concluso infine: "Mi chiedo poi come sia possibile guardare ai CIE come a contenitori utili per supplire alle insufficienze del carcere e della giustizia, luoghi dove rinchiudere gli stranieri irregolari o presunti tali, come ha proposto il Pdl, con la consueta equazione immigrati eguale criminali, in un ordine del giorno bocciato dal Consiglio".