L’associazione Antigone, nella sua attività di osservazione delle carceri italiane, il 23 e il 24 dicembre ha visitato i due più grandi istituti della regione, le Case Circondariali di Sollicciano e di Prato, e la Casa Circondariale di Pistoia. Nelle carceri toscane si sono ormai superate le 4.300 presenze, a fronte una capienza regolamentare di 3.029 unità, e di una capienza tollerabile di 4.489. L’indice di affollamento rispetto alla capienza regolamentare è dunque del 143%, ma la realtà nelle strutture visitate è decisamente peggiore della media della regione.
Carcere di Firenze “Sollicciano” "L’anno che si chiude è stato un anno tragico per questa struttura, basti pensare che nel 2009 si sono tolti la vita, solo in questo carcere, ben 5 detenuti, il chè fa del carcere fiorentino l'istituto dove nell'anno che si chiude si è verificato il numero più alto di suicidi in Italia" fa sapere Antigone con un comunicato. "Si tratta di uno degli istituti più sovraffollati della regione. Le presenze hanno quasi raggiunto quota mille, oltre il doppio della capienza regolamentare dell’istituto, e le condizioni di vivibilità sono inaccettabili.
Anche i bisogni più essenziali non sono garantiti, e sia al reparto maschile che a quello femminile i detenuti denunciano da tempo le carenti condizioni igieniche, la qualità scandente del vitto ed i costi eccessivi del sopravitto, l’assistenza sanitaria inadeguata, l’insufficienza dell’acqua calda per le docce e il malfunzionamento del riscaldamento". "La capienza regolamentare è di 447 posti. Il 23 dicembre i detenuti presenti erano 957: 855 al maschile e 102 al femminile (di cui 4 bambini).
Un tasso di affollamento dunque del 214%. Le celle piccole sono di 12 mq: dovrebbero essere singole, invece ci si sta in 3; nelle grandi, di 24 mq, ci stanno in 6 persone". "È previsto che la sezione di alta sorveglianza venga dimessa, trasformando così Sollicciano in un carcere circondariale puro, e rendendo dunque possibile, a struttura e personale invariati, la presenza di ancora più detenuti". Carcere di Prato “la Dogaia” La condizioni di vivibilità della struttura sono drammatiche, e, caso raro e significativo, alle proteste messe in atto in questi mesi dai detenuti, si sono aggiunte quelle organizzate dalla polizia penitenziaria, che il 20 ottobre ha organizzato un sit-in di protesta davanti all’istituto per denunciare le inaccettabili condizioni di vita dei detenuti, e le altrettanto inaccettabili condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria.
"Il secondo istituto per dimensioni in regione ha una capienza regolamentare di 419 posti, mentre i detenuti presenti sono ormai 642, con un affollamento dunque del 153%, e tra i detenuti gli stranieri sono 369. Nel 2009 si è registrato un suicidio". "I detenuti che non fanno attività, come in moltissime altre carceri italiane, passano in cella anche 20 ore al giorno". Carcere di Pistoia "E’ il più sovraffollato istituto in regione, con una presenza che ha superato il 230% della capienza regolamentare prevista, che è di 65.
Il 24 dicembre i presenti erano 149, e solo 52 erano definitivi. Le pesantissime condizioni di sovraffollamento hanno conseguenze drammatiche, basti pensare che nelle celle di 8 mq scarsi, sono detenute 3 persone (c’è un letto a castello a tre posti); nei camerocini da 18 mq sono detenute 6 persone, e nei celloni da 24 mq ci si sta in 9. E’ dunque ampiamente violata la soglia dei 3 mq per detenuto, soglia al di sotto della quale, per la Corte Europea dei Diritti Umani, si configura automaticamente il reato di tortura" si legge ancora nella nota.
"La situazione in Toscana è ormai insostenibile - aggiunge Antigone -, e in tutte le carceri metropolitane ormai il sovraffollamento ha raggiunto livelli record. Ci vogliono misure urgenti, e mentre il governo tace, la gente continua a vivere, e a morire, in condizioni che lo stesso ministro della giustizia ha definito di generalizzata illegalità. Ci auguriamo che il Parlamento, quando l’11 e il 12 gennaio dedicherà due giorni al tema del carcere, lo faccia con un occhio ai dati e con l’altro ai diritti fondamentali delle persone.
Agli amministratori Toscani ricordiamo che nelle sovraffollate carceri della regione un terzo dei detenuti è tossicodipendente. A chi serve tenere tutti queste persone in carcere? Tutti sanno che le misure alternative, soprattutto per i tossicodipendenti, hanno costi, e garantiscono tassi di recidiva, decisamente inferiori rispetto al carcere. Eppure ad oggi, i tossicodipendenti in misura alternativa in Toscana sono meno di 200. E’ ormai necessario attivarsi per invertire questa tendenza, e garantire ai tossicodipendenti autori di reato l’accesso a quei percorsi terapeutici che fanno tra l’altro parte del diritto alla salute della persona detenuta".