Altri sei ex ufficiali nazisti sono stati rinviati a giudizio per la strage di Vallucciole (frazione di Stia, in provincia di Arezzo) e per altri atrocità compiute nell'appennino tosco-emiliano durante la primavera del 1944. Lo ha stabilito ieri il Gup del tribunale militare di Verona; nella stessa occasione la Regione Toscana si è costituita parte civile così come era avvenuto in occasione del grande processo iniziato nell'autunno scorso per altri sei imputati degli stessi fatti di sangue.
Ora le due tranche giudiziarie confluiranno in un unico processo, fissato per il 24 marzo. Quel giorno entrerà nel vivo l'ultimo grande processo per le stragi nazifasciste: la strage di civili nell'area della cosiddetta “linea gotica” che interessò in particolare il borgo di Vallucciole la cui popolazione venne interamente sterminata (tra le 108 vittime, oltre la metà furono donne e bambini). E sempre il 24 marzo la Regione Toscana formalizzerà anche la richiesta di citazione come responsabile civile della Repubblica federale di Germania poiché queste stragi, messe in atto da ufficiali in servizio allo stato tedesco, “sono state compiute - si legge nella citazione - in totale dispregio del più elementare senso di umanità e dei valori comunemente accolti in ogni società civile, anche in tempo di guerra”. Il processo riguarda l'uccisione di oltre 350 italiani avvenuta tra i borghi dell'appennino tosco-emiliano nella primavera del 1944. Gli episodi che sono al centro del processo di Verona si svolsero nel giro di pochi giorni, dal 13 al 18 aprile cominciando proprio l'alba del 13 aprile con il fatto più cruento, a Vallucciole.
Il piccolo borgo fu messo a ferro e fuoco, donne e bambini vennero trucidati: la più piccola vittima aveva appena tre mesi. Ma quella tremenda scia di sangue attraversò tutto il Casentino, da Partina, frazione di Bibbiena a Badia Prataglia (nel comune di Poppi) e ancora la zona del Monte Falterona (Castagno d'Andrea), arrivando sino all'area del Monte Morello, nel fiorentino. Un episodio tragico oggetto del processo riguarda anche Mommio, nel comune di Fivizzano (Ms). Complessivamente nel versante toscano le vittime furono circa 200, 156 in quello emiliano. I presunti responsabili di quegli eccidi sono stati rintracciati grazie alle indagini della procura militare che si è avvalsa della collaborazione degli investigatori tedeschi: in alcuni casi molto preziose sono state le intercettazioni disposte nei confronti dei presunti responsabili degli eccidi. Tutti gli imputati facevano parte della divisione corazzata H.
Goering, un corpo speciale non dissimile dalle SS. Massimo Orlandi