Firenze- La Germania è responsabile civile della strage nazista di Civitella, avvenuta il 29 giugno del '44 e nella quale morirono oltre duecento persone, tra cui donne e bambini: alcune donne subirono anche violenza sessuale. Un ex militare tedesco è stato condannato all’ergastolo nel dicembre dello scorso anno per la strage dove tra le vittime si annovera anche il parroco.
“Una vittoria di verità e giustizia contro ogni tentativo di nascondere le responsabilità di chi ha commesso crimini contro l’umanità e soddisfazione per il Consiglio regionale che ha portato avanti l’apertura dell’Armadio della Vergogna”.
Con queste parole il presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini ha commentato la sentenza “Al di là della praticabilità della via del risarcimento ai familiari delle vittime e i tempi intercorsi, si parla ormai di tre generazioni dai crimini nazifascisti - ha ribadito Nencini – con questa sentenza di straordinaria importanza la Corte di Cassazione ha dato ragione a chi ha voluto aprire quell’Armadio della Vergogna, che per tanti anni ha sepolto i fascicoli dei crimini nazifascisti.
Si tratta di una battaglia portata avanti dal Consiglio regionale per non dimenticare una delle pagine più tristi della storia del nostro Paese, per far luce sulle responsabilità e per chiarire gli elementi che portarono all’occultamento su quelle stragi”. L’Armadio, nascosto nella sede della Procura Generale Militare di Roma, fu scoperto casualmente nel 1994. Su 695 fascicoli riguardanti stragi nazi-fasciste, 214 sono di competenza del Tribunale Militare della Spezia. La maggior parte delle indagini è andata però “esaurita” con decreti di archiviazione per la morte degli indagati o indagabili o per l’impossibilità ad identificarli.
Tra le stragi andate a processo in Toscana Sant’Anna di Stazzema, Farneta (Lu), San Polo (Ar) e adesso Civitella. “Ora – ha concluso Nencini – rimane da completare l’opera e fare luce sulle altre stragi rimaste senza colpevoli”.