Lo so, lo so; qualcuno è inorridito solo al pensiero. Non per frivole connessioni al mondo politico, eh. Ma perché solo l’idea di ingerire un pezzo del cervello di un animale può creare del disagio. A me no. Anzi, ne vado matta e quando ce lo tolsero, in quel triste periodo della ‘mucca pazza’, fu per me un trauma di cui porto i segni ancora oggi. Bando alle ciance! Mi raccomando di utilizzare solo parti di bestie giovani. Bene, comprato il cervello? È di vitello? Visto, è così facile avere un cervello.
Chissà perché alcuni ne fanno a meno. Non comprate quello con su scritto ABnormal però. Passiamo all’operazione più delicata: scottarlo. Va immerso per un minuto al massimo in un pentolino di acqua già bollente. Lo scopo di sbollentarlo è indurire la pellicola di tessuto che avvolge il cervello per poi pelarla facilmente con le dita. Fatelo a pezzetti che somiglino a bocconcini e immergeteli in una pastella di uova e farina. Si possono friggere nell’olio d’oliva, scelta poco economica, ma molto gustosa o nel normale olio di semi, preferibilmente di arachidi.
Grosso modo è pronto quando la pastella è dorata. Mangiatelo caldo e non cadete nella tentazione di irrorarlo di limone. Una volta il limone serviva per pulirsi le mani, ma ora è diventato il companatico. Te lo mettono anche nelle patate fritte!
Può fare da piatto unico, credetemi. La sua consistenza, morbida e densa, e il suo sapore ti saziano davvero, senza farti desiderare altro.
Ingredienti per 4 persone
Vanessa Bof