Nuovi criteri per l’accesso agli asili nido, in modo da ‘aggiornare’ i requisiti dei bandi tenendo presenti anche i nuovi lavori precari svolti sempre più spesso dai genitori. E’ una delle novità cui sta lavorando l’assessore alla pubblica istruzione Rosa Maria Di Giorgi, che ne ha parlato durante una comunicazione sull’apertura dell’anno scolastico in Consiglio comunale. Tra gli altri progetti, anche voucher comunali (in aggiunta a quelli regionali), nidi aziendali ma anche un nuovo impulso alla formazione professionale, magari con un’agenzia o una fondazione apposita. Di Giorgi ha anche ricordato l’impegno del Comune nel campo della scuola.
Sono 27.696 gli iscritti alle 158 scuole pubbliche (1.225 classi) della città. Gli alunni stranieri iscritti alle scuole pubbliche sono passati da 3.973, pari al 14,48 % del totale, nell’anno scolastico 2008-09 a 4.118, pari al 14,86% quest’anno. Coloro che non parlano ancora bene l’italiano possono seguire apposite lezioni ai tre centri di alfabetizzazione Giufà, Ulysse e Gandhi. Lo scorso anno usufruirono del servizio 850 giovani, al momento gli iscritti sono 104. La maggioranza degli alunni mangia alle mense scolastiche: sono 24.968, per una media di frequenza al servizio di oltre 21.000 pasti giornalieri.
Come ogni anno i menù adottati sono stati rielaborati da un apposito gruppo composto da esperti e genitori che hanno tenuto conto dei risultati del progetto di rilevazione della qualità proposto direttamente ad un campione casuale di alunni. Ingente la spesa del Comune per la scuola: poco meno di 22 milioni di euro tra beni, servizi e spese di personale. La parte più cospicua della spesa è certamente la refezione scolastica che costa circa 15.400.000 euro ma che porta anche un’entrata di circa 11 milioni di euro.
Il trasporto alunni ha un costo di circa 900.000 euro mentre il servizio di pre e post-scuola circa 500 mila euro. Per favorire l’inserimento degli alunni diversamente abili la spesa sostenuta fra assistenza educativa e trasporto scolastico è pari a circa 3.800.000 euro. Altre spese (cedole librarie, contributi alle scuole, fornitura di beni e servizi vari) incidono per ulteriori 1.300.000 euro. Ma nonostante il tendenziale aumento dei costi, le tariffe dei servizi sono rimaste invariate rispetto all’anno scorso. “La scuola – ha sottolineato Di Giorgi – è per noi una priorità e per questo abbiamo scelto, nel bilancio, di investire in questa risorsa non tagliando i servizi essenziali, ma anzi puntando anche sulle attività aggiuntive, come l’educazione alimentale, ambientale o alla legalità, i servizi di pre e post scuola, l’attenzione all’handicap e all’abbattimento alle liste di attesa nei nidi.
Vedremo nei prossimi mesi, invece, gli effetti della riforma Gelmini, sulla quale sono dubbiosa e nutro una fortissima preoccupazione”. “Ribadisco anche il mio ‘no’ – ha concluso – al tetto del 30% di alunni stranieri per classe: a Firenze sarebbe come creare una sorta di pulmino per ‘deportati’ per trasportare i bambini da un quartiere a più alta affluenza di immigrati a un altro, dove gli stranieri sono meno. Riteniamo invece più utile intervenire laddove ci sono più immigrati non sradicando i bambini, ma mettendo più insegnanti e operatori per aiutare chi è in difficoltà”. Il Pd “Ci chiediamo con quali soldi il Comune di Firenze potrà continuare ad offrire servizi scolastici e accesso allo studio per tutti”.
Lo ha detto la consigliera del Pd Cecila Pezza. “La Finanziaria prevede infatti un piano triennale di tagli che vede colpiti in particolar modo docenti e personale Ata. In Toscana – ha fatto presente la Pezza – a settembre, 1719 operatori scolatici sono rimasti senza lavoro. Nella sola Provincia di Firenze 115 insegnanti di sostegno sono spariti. Si va come sempre a colpire la fasce più deboli della società come i giovani, i disabili, i bambini stranieri e il Governo come al solito non riesce a confrontarsi con la modernità che ci sta davanti”.
Secondo la consigliera del Pd “particolare preoccupazione viene inoltre dalla scuola superiore, dove anche nella nostra Provincia tanti corsi extrascolastici che per anni hanno arricchito il Piano formativo degli istituti non potranno ripartire. Stiamo con gli studenti e con tutta la comunità scolastica per far fronte a questa grave crisi della nostra scuola”. “Per quanto riguarda l’anno scolastico, noi riteniamo che i bambini e gli asili nido debbano essere la priorità per il Comune”.
Lo ha detto il consigliere della lista Spini per Firenze Tommaso Grassi. Il Pdl “Si ricomincia con le polemiche oziose contro il governo Berlusconi e il ministro Gelmini. Niente è cambiato dalla amministrazione Domenici. Dopo l'assessore Lastri, il lutto con le maestre e i manifesti listati di nero che annunciavano alla città che i bambini non avrebbero avuto la mensa scolastica né la luce nelle scuole. Niente di tutto ciò è avvenuto come tutte le bugie sul tempo pieno che ci hanno allietato l'anno scorso nel dibattito consiliare”.
Lo ha detto la vice capogruppo del Pdl Bianca Maria Giocoli. “Le bugie continuano e danno vita alla solita sceneggiata nazional popolare, il tempo pieno non solo non è stato cancellato come era stato sentenziato in questa aula ma è anche aumentato dell'8% in Toscana e nessuna scuola che lo aveva richiesto non è stata accontentata”. Secondo la Giocoli “sul problema delle compresenze lo stesso dirigente scolastico regionale Angotti ha detto 'che il dibattito è solo ideologia, nessuna conseguenza sul profilo pedagogico'.
Credo che la scuola meriti un dibattito più serio e più elevato. Sul precariato problema decennale che certo non è nato con il governo Berlusconi sono state messe in campo dal governo misure volte a garantire ammortizzatori sociali che invece la Regione Toscana a differenza delle altre regioni non ha messo in campo. Quindi la critica va rivolta dalla maggioranza di questo Consiglio ai colleghi della Regione e non al governo Berlusconi. Altre bugie sul rapporti alunni-insegnanti: in Consiglio la maggioranza si straccia le vesti perché da 1 insegnante per 21,35 alunni si è passati da 1 per 21,50.
E’ giustificato l'allarme o si mira solo a fare demagogia? Firenze – ha proseguito la Giocoli - si è distinta in passato per la questione della scuola Boccaccio quando le insegnanti fecero scrivere ai bambini sul diario attacchi a ministro Gelmini. Vogliamo continuare su questa politica volta solo al polemica sterile o vogliamo davvero rendere le scuole più vivibili per i nostri ragazzi? Non vogliamo più vedere i bambini sfilare costretti dai genitori ai cortei contro il ministro Gelmini perché si tratta di vero e proprio plagio”.
La vice capogruppo ha poi ricordato “che la competenza del comune è proprio sull’edilizia scolastica e sugli arredi e non sulla riorganizzazione scolastica e sul personale docente”. Spini per Firenze “L’impegno deve essere la risposta alla totalità delle richieste di posti negli asilo nido. A chi si dichiara ‘paladino della famiglia’ dico che non sono sufficienti le parole per risolvere i problemi, bisogna anche tradurle in fatti concreti. Le soluzioni non possono essere quelle proposte dall’amministrazione comunale.
Gli asili privati, anche se i voucher regionali aiutano, hanno costi troppo elevati per la famiglia media e anche gli asili nido aziendali, dove sono stati realizzati, hanno avuto una ripercussione positiva minima sulla situazione fiorentina. Ed anche la novità proposta all’inizio dell’anno dal sindaco, va ad incidere sulla qualità del servizio offerto alle famiglie, basandosi su un fattore incerto, non costante e non prevedibile: aumentare il rapporto bambino–adulto, nascondendosi dietro alle assenze fisiologiche non può essere condivisibile.
Ne fanno le spese le attività educative e la sicurezza. Non vorrei più sentire le mamme che se non lavorano, si sentono rispondere che ‘allora possono prendersi cura del figlio stando a casa’, ed invece se riescono a fatica a trovare un lavoro, spesso mal pagato e precario, la loro situazione economica, fa superare i limiti di reddito per accedere al servizio comunale, così da essere considerate ‘così ricche’ da permettersi una baby-sitter o un asilo privato”. Secondo Tommaso Grassi “sul fronte dei gradi superiori della scuola, la cui competenza non è esclusiva del Comune, è necessario che l’amministrazione si faccia carico e promotore di una battaglia culturale e politica contro i tagli al personale, che obbliga i ragazzi a continui cambi di insegnanti, alla sicurezza degli immobili e ai fondi per gli arredi scolastici.
Mi chiedo: siamo sicuri che tutte le scuole fiorentine, in cui vanno a scuola i nostri bambini e ragazzi, siano in sicurezza e a norma di Legge? Ecco, spero di potermi sbagliare, affermando che la risposta è no! Stessa cosa sugli arredi scolastici, perché aspettare il completo deterioramento quando sarebbe molto più adeguato e coerente un costante piano di manutenzione e di sostituzione? Qualcuno potrebbe obiettare sulle risorse: il Comune si impegni affinché i fondi tagliati per le scuole pubbliche siano ripristinati e i trasferimenti al Comune da Governo e Regione, per le scuole private non siano più utilizzate per abbellire e arricchire interessi privati, ma siano spesi per la gestione a norma di Legge del patrimonio culturale ed educativo delle scuole pubbliche, come l’articolo 33 della Costituzione ci ricorda”.