Rispettabile moglie di un ricco mercante e, allo stesso tempo, musa ispiratrice di Giuliano, all’epoca giovane rampollo dei Medici: è così che Josephine Rogers Mariotti, storico d’arte e docente universitario (Duke, Michigan e Wisconsin), ci descrive Lisa Gherardini, ossia la Gioconda, in un lavoro attento e realistico che il professor Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze, ha voluto nella collana "I Grani" (Polistampa, euro 12).
Il testo, intitolato "Monna Lisa. La ‘Gioconda’ del Magnifico Giuliano", potrebbe togliere ogni dubbio residuo sull’identità della giovane donna ritratta da Leonardo. La ricercatrice americana dimostra con fonti documentarie inedite, rinvenute principalmente presso il Monastero di Sant’Orsola e l’Archivio di Stato di Firenze, la forte vicinanza della famiglia del Giocondo con i Medici e dunque concilia le due principali teorie: quella basata sulle Vite di Giorgio Vasari, che identifica nella modella la moglie di Francesco del Giocondo, e quella fondata sulla testimonianza del 1517 di Antonio de Beatis, segretario del Cardinale Luigi D’Aragona, che vuole il ritratto commissionato da Giuliano de’ Medici.
Cortigiana o moglie fedele? In assenza di legami conosciuti tra i Medici e i del Giocondo, le due versioni sono sempre apparse incompatibili, fatta eccezione per l’idea maliziosa di una relazione clandestina tra la moglie di Francesco e il giovane Giuliano. La Rogers Mariotti fa luce sul contesto culturale entro cui s’inserisce il rapporto tra i due, circostanziandone perfino tempi e luoghi. Emerge così la storia di un profondo legame personale e di famiglia che avrebbe portato Giuliano a far suo il dipinto oggi più celebre al mondo, ritratto di Lisa Gherardini e allo stesso tempo, secondo la tradizione petrarchesca, rappresentazione della donna ideale.