Presentato oggi alla stampa il libro del presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, che sarà in libreria a partire dal primo luglio. Lunedì 6 luglio, in piazza della Repubblica (ore 21), il romanzo sarà presentato al pubblico fiorentino. Una Firenze inedita e in chiaroscuro, ben lontana dagli affreschi di maniera apparsi finora nella letteratura più o meno popolare, è quella che offre ai lettori Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale, nel suo ultimo libro “L’Imperfetto assoluto” (Mauro Pagliai Editore), che sarà disponibile in libreria a partire dal primo luglio prossimo.
E’ la Firenze dura, sgradevole del periodo che va dal 1301 al 1306, coperta dalle macerie dei cantieri dei grandi monumenti che la renderanno celebre nei secoli, percorsa da guerre civili spietate e distruttive, maleodorante e rumorosa, ma in quegli anni si prepara il suo destino: “Era una delle cinque più grandi città della Cristianità, la metà di Parigi, ma quattro volte Londra – ha spiegato l’autore oggi alla stampa – cuore della libertà che pulsa, la città dei diritti”. Come ha fatto questa città a diventare il faro della civiltà mondiale? “A differenza di Siena ci è riuscita, perché da una parte ha saputo collegare la mercatura, le banche e la manifattura: dalla nascita del fiorino, Firenze ha avuto come minimo una ventina di banchieri, i più grandi in assoluto in Europa.
Ma dall’altra ha puntato sull’educazione dei suoi figli: in quegli anni più di 10mila bambini andavano a scuola per imparare a leggere e scrivere”. I protagonisti del romanzo storico, frutto di una ricostruzione minuziosa, perfettamente aderente ai risultati delle ricerche storiche e soprattutto archeologiche, sono Musciatto Franzesi, banchiere del re di Francia Filippo il Bello, abile e senza scrupoli, personaggio di una novella del Boccaccio, e Dante, colto nel periodo peggiore della sua esistenza quando aveva perso tutto – la casa, la famiglia, il ruolo sociale importante – ma non era ancora diventato il sommo poeta della Commedia: “Dante non è soltanto l’Altissimo Poeta – ha detto Franco Cardini, che ha scritto la prefazione del volume – è un uomo in carne e ossa, un esule, un vinto, un piegato ma non spezzato dalla sorte, minacciato di mille morti, che ha sbagliato e si è pentito, che è caduto e si è rialzato”.
E’ lui dunque “l’imperfetto assoluto” del titolo del romanzo, come lo è Musciatto e lo siamo tutti noi: “L’umanità rappresentata nella sua grandezza dal Dante di quegli anni è l’imperfetto assoluto – ha spiegato ancora l’autore -. In quel momento il poeta è un uomo che soffre e che ha paura, costretto a guardarsi dagli amici e a trovare un modo per sopravvivere alla disgrazia che gli è caduta addosso. Il bene e il male tendono a convivere in luoghi molto vicini”. Per accompagnare il lettore in questa discesa all’inferno veramente vissuta dall’autore della Commedia, Nencini ha inserito nel racconto 15 sonetti composti dal giovane Federico Berlincioni (22 anni) alla maniera dello Stil Nuovo: “Ho cercato di inserire nei sonetti ciò che Dante non ha mai detto direttamente nella sua opera, facendo riferimento a fatti specifici – ha spiegato Berlincioni – si tratta di un esperimento che corrisponde pienamente alla mia sensibilità letteraria che cerca la musicalità del verso”.
Costato sette anni per le ricerche storiche (la figura di Musciatto è riemersa da documenti d’archivio trecenteschi conservati a Parigi) e sette mesi per la scrittura, “L’imperfetto assoluto” verrà presentato il 6 luglio prossimo alle 21 a Firenze in piazza della Repubblica con la partecipazione anche del sindaco di Firenze, Matteo Renzi.