Nuove riscoperte e ulteriori indizi sono scaturiti dalle ricerche sulle Gioconde, in particolare sulla “Gioconda nuda” dopo l’inaugurazione della mostra “Joconde. Da Monna Lisa alla Gioconda nuda” nel Museo Ideale Leonardo Da Vinci e dopo le celebrazioni virtuali per l’anniversario della nascita di Monna Lisa Gherardini.
Altre Gioconde nude, ma del nord Europa
La mostra allestita nel Museo Ideale evidenzia soprattutto la tipologia di “Gioconda nuda” più vicina a Leonardo, cioè di scuola lombarda.
Ne sono al centro i due dipinti originali, un tempo attribuiti a Leonardo, e le due incisioni: opere esposte per la prima volta insieme e di cui è iniziato lo studio storico artistico e scientifico a confronto con le altre versioni.
Della stessa tipologia si sta cercando, in particolare, il dipinto che risulterebbe esposto a Las Vegas negli anni Sessanta.
Stanno emergendo altre varianti finora sconosciute della “Gioconda nuda” (di tipo nordico), attribuite a pittori fiamminghi influenzati da Leonardo, come Joos van Cleve; per esempio quella individuata in Germania a Mönchengladbach.
Chi l’ha vista?
Ma non si hanno ancora notizie del dipinto raffigurato nella foto in bianco e nero, pubblicata solo una volta nel 1996 da Carlo Pedretti, ritrovata fra le carte del Soprintendente di Milano, Giorgio Nicodemi, senza dati circa la collocazione del quadro. Si tratta di una “Gioconda nuda”, del tipo nordico, che tiene in mano un gioiello ovale in cui si riconosce il profilo di Leonardo con la scritta “Leonardo da Vinci 1501” (data che tuttavia lascia dei dubbi).
Dove si trova questo dipinto? Chi lo sa, chi l’ha visto?
L’invenzione è tutta di Leonardo?
Del resto, tutta la problematica della “Gioconda nuda” pone diversi interrogativi a cui la mostra di Vinci cerca di rispondere. Leonardo ideò soltanto la “Gioconda nuda”, disegnandola, o la dipinse? Da solo o con la collaborazione di allievi? Qual è e dove si trova la prima invenzione? In quali versioni il maestro potrebbe essere intervenuto a fianco degli allievi?
È necessario verificare tutte le nuove segnalazioni e riscoperte, ponendole a confronto per arrivare a ragionevoli ipotesi.
Si deve ancora accertare se il disegno frammentario che si conserva fra le carte leonardiane della Biblioteca Reale di Windsor (RL 12793) sia in rapporto con la “Gioconda nuda” e autografo di Leonardo.
Il compleanno di Monna Lisa e i luoghi della Gioconda
Nasce un nuovo appuntamento annuale, celebrativo ma non retorico.
Monna Lisa Gherardini è famosa per essere tradizionalmente identificata con la “Gioconda” del Louvre. Pochi sanno che questa figlia di Lucrezia del Caccia e di Antonmaria di Noldo Gheradini (che allora possedeva case e terreni nel Chianti, in particolare nei dintorni di San Donato in Poggio, in San Lorenzo a Cortine, San Michele a Montecorboli, Santo Stefano a Monteficalle,… da San Silvestro a La Ripa), era nata a Firenze il 15 giugno 1479, nel popolo di Santa Felicita, quartiere di Santo Spirito, gonfalone Unicorno, in una casa dei Corbinelli, in via Maggio (all’angolo con via Sguazza, come precisato da Giuseppe Pallanti).
Lo hanno ricordato, a Vinci, il Museo Ideale (nell’ambito della mostra “Joconde. Da Monna Lisa alla Gioconda nuda”) e, a San Francisco (in California), “Mona Lisa Revealed” con un “Birthday party” per la presentazione del film prodotto da Caroline Cocciardi che documenta le ricerche scientifiche sulla “Gioconda” del Louvre dello scienziato francese Pascal Cotte (Lumiere Technology), ora in mostra a Vinci.
Monna Lisa Gherardini ha ormai 530 anni, ma nel dibattito sull’identità controversa della “Gioconda” ha una vitalità straordinaria.
La mostra di Vinci si concluderà con un processo teatrale per accertare proprio l’identità, oltre alla committenza e alla datazione, del capolavoro del Louvre.
Sempre cose nuove cercando… e scoprendo
Si arricchisce il repertorio dei luoghi della Gioconda tra storia, arte, geografia e mito, da Firenze a Parigi, attraverso Lagonegro, Dumenza, Amboise...
Intanto continuano a pervenire segnalazioni di artisti contemporanei e reperti del Leonardismo (da tutti i continenti, compreso un poema dal Brasile), che arricchiscono la mostra di opere, oggetti e immagini digitali.
Sempre con l’obiettivo di esporre o almeno documentare tutte le Gioconde, dal Cinquecento a oggi.