D'accordo, Stieg Larsson è sicuramente un caso editoriale redditizio. I suoi tre libri vendono milioni di copie in tutto il mondo, la moda è dilagante e si vocifera che esista un quarto manoscritto tenuto chiuso in un cassetto, in attesa solo del momento propizio per trarne ulteriori infornate di milioni di corone svedesi. E se il primo film tratto dalle vicende dei protagonisti della saga Millenium, il fortunato Uomini che Odiano le Donne, aveva comunque dei meriti - i due protagonisti soprattutto, e la novità..."esotica" di provenire dalla Svezia - questo sequel non solo non convince, non solo delude : offende e banalizza. Cambio di mano alla regia : l'anonimo Oplev viene soppiantato dall'altrettanto anonimo Daniel Alfredsson ; il taglio è quello spettacolare all'americana del precedente film, con montaggi alternati veloci che seguono le indagini parallele dei due protagonisti.
Che hanno sempre due grandi facce (Blomqvist è interpretato dal simpatico Michael Niqvist, mentre Lisbeth Salander, l'hacker lesbica anoressica di ormai fama mondiale, ha la faccia e il corpo martoriato di piercing e tatuaggi di Noomi Rapace ) ma che l'operazione di adattamento cinematografico del secondo tomo dell'opera di Larsson ha fatto piombare in uno script piatto e mai appassionante, e la loro recitazione sembra soffrire anche di questo. Questa volta il centro del plot giallo è il trafficking di prostitute dell'est Europa che giungono in Scandinavia attraverso loschi giri di sfruttamento, nel quale sono coinvolti personaggi famosi dello spettacolo e della politica (tutto il mondo è veramente paese !) .
Il tutto orchestrato da un fantomatico personaggio chiamato Zala, un ex spia dell' Unione sovietica, che sembra averla giurata alla nostra magrissima hacker. L'uccisione del suo tutore legale Bjurman, coinvolto nel losco giro, scatena una caccia alla donna per tutta la penisola scandinava, e il fido Blomqvist, pur non incontrandola mai fino alla scena finale, si lancia in un'indagine personale per scagionare la Salander. La Svezia di questo film sembra una qualsiasi San Francisco o Los Angeles americana, potenza del melting pot cinematografico : la regia ammicca troppo a modelli oltreoceano, fondendo inseguimenti in auto, scene di lotta, bikers svedesi che sembrano lontani cugini degli ZZ Top, piccoli ingredienti splatter gore, scene di tortura stile Hostel e un enorme biondone inquietante che a causa di terminazioni nervose malate, non riesce a sentire dolore.
Ma il top (si fa per dire) è una mezza resurrezione di una seppellita Salander, in pieno stile Uma Thurman in Kill Bill, che fa definitivamente cadere l'interesse dello spettatore che inizia a sentirsi vilipeso dalle vicende narrate. Se Uomini che odiano le donne non era un capolavoro, ma un buon film rovinato da una fiacca mezz'ora finale, qui a salvarsi sono davvero pochi minuti. Per lo più grazie alla Rapace, che sta diventando una piccola icona mondiale. Se Lasciami Entrare aveva fatto gridare ad un rinascimento del cinema svedese, la saga Millennium conferma sì la floridità dei loro prodotti sul mercato internazionale, ma anche il fatto che non di sole Corone vive l'uomo, ma di storie ben raccontate; e non me ne vogliano gli innumerevoli fans della vicenda letteraria del momento .
Del resto, il povero Larsson non è più fra noi e non può più dirci cosa ne pensa della versione cinematografica del suo lavoro. Marco Cei