Star Trek - Il futuro ha inizio -
Un film di J.J. Abrams. Con Chris Pine, Zachary Quinto, Eric Bana, Simon Pegg, Winona Ryder.
Zoe Saldana, Karl Urban, John Cho, Bruce Greenwood, Ben Cross, Anton Yelchin, Leonard Nimoy, Greg Ellis, Chris Hemsworth, Jennifer Morrison, Clifton Collins Jr., Jimmy Bennett, Rachel Nichols -
Fantascienza, durata 127 min. - USA 2009. - Universal Pictures.
Qualcuno non conosce ancora Jeffrey Jacob Abrams ? E’ stato definito da People “una delle 100 persone di Hollywood da conoscere assolutamente” .
E’ un newyorchese che fa l’attore, il compositore, lo sceneggiatore, il regista e il produttore, e tutto questo in appena 43 anni di età (fra meno di un mese ). Che cos’ha fatto ? E’ presto detto : sceneggia inizialmente Armageddon di Michael Bay; poi si mette a fare televisione ed inventa Alias, si, proprio quello con Jennifer Garner, clamoroso successo planetario. Poteva fermarsi qui ? Certo che no, ed ecco che il nostro J.J. ti confeziona Lost, che bissa e oltrepassa i fasti della sua precedente creatura diventando uno dei serial più seguiti e amati di sempre.
Nel mezzo ci mette pure il cinema dirigendo Cruise nel terzo episodio di Mission Impossible.
Siamo in presenza di un genio commerciale assoluto, quello che ha intuito le potenzialità e prodotto Cloverfield, piccola chicca cinematografica del genere apocalittico, o il naif Sei Gradi di Separazione, andato in onda su Sky lo scorso anno. Una sorta di Re Mida del consenso del pubblico televisivo e non, che trasforma in share (e soldoni ) tutto quello che tocca con la penna.
E l’acume di Abrams si vede anche da questa operazione.
Giunto all’undicesimo capitolo delle sue avventure, il filone di Star Trek aveva già da tempo gettato la spugna; le vicende cinematografiche di Kirk e compagni, a dire il vero, non erano mai riuscite a bissare il successo della serie televisiva; non era servito neppure cambiare scenario con la Next Generation, anzi, non ce ne voglia il buon Picard interpretato da Patrick Stewart, forse proprio quella mossa rischiava di essere la pietra tombale per l’astronave più amata da milioni di Trekkers sfegatati.
Invece con Abrams l’Enterprise ha ripreso a volare: il sequel voluto dal regista e produttore, innanzitutto, e con molta furbizia, non è un sequel ma un prequel che, come anche il titolo suggerisce, e il lancio pubblicitario ribadisce, è in tutto e per tutto un nuovo inizio : i ribelli Romulani hanno viaggiato nel tempo per vendicarsi della Federazione, e tutto non potrà più essere come prima.
Scevro da ogni riferimento al “già fatto”, Abrams reinventa la serie, raccontando gli esordi e la reciproca conoscenza di James Tiberius Kirk, giovane cadetto spaziale dal caratterino esuberante, e del vulcaniano di madre terrestre Spock, che ha deciso di bandire le emozioni seguendo la disciplina del Consiglio degli Anziani del suo pianeta natale.
Diventa ben presto una gara a due, non dichiarata, per il comando dell’astronave Enterprise ( i Romulani rapiscono il comandante Pike che ne era il legittimo ufficiale in comando) e per la bella Uhura.
Il tutto mentre i Romulani distruggono Vulcano con una temibile arma di distruzione di massa, la Materia Rossa, che fa letteralmente implodere il pianeta; e due avversari dovranno giocoforza fare squadra e rimettere a posto il loro destino e il loro futuro. Complice anche una visita da un futuro parallelo….
Distorcimenti temporali, Curvature dello spazio tempo, c’è di tutto in questa trama per appassionare il seguace storico e per coinvolgere il nuovo. Qualche scivolone retorico c’è, anche abbastanza grosso, qualche buco di sceneggiatura fa capolino, ma è nulla in confronto al divertimento che lo spettatore prova ad appassionarsi nuovamente all’equipaggio spaziale più famoso del mondo; Gene Roddenberry non si agiterà certo nella tomba per la numerosa quantità di umorismo e di gag presenti nel film, che non fanno che aumentarne il gradimento.
Azzeccatissimo il cast : Chris Pine emerge dopo tanti filmetti di “preparazione”; Zachary Quinto (il Syler di Heroes) rivaleggia con Leonard Nimoy, lo Spock storico, per il carisma scenico.
Ma non sono da meno i comprimari, Karl Urban che fa “Bones” McCoy, il dottore di bordo, o Simon Pegg, il fortunato comico britannico (questo è l’anno della sua consacrazione) che incarna Montgomery Scott, l’ingegnere del teletrasporto (Chi non ricorda il tormentone :”Scott, ci porti fuori da qui” ?)
Gradita operazione filologica anche il recupero dell’originale accento russo di Pavel Chekov (Anton Yelchin, già visto in Alpha Dog) e graditissime le grazie di Zoe Saldana che interpreta Uhura ; cameo di rilievo per una irriconoscibile Wynona Ryder che fa la madre di Spock, mentre il veterano Bruce Greenwood è Pike, il mentore di Kirk.
Ancora più irriconoscibile Eric Bana (Hulk, Troy) che fa il comandante Romulano Nero. Lunga pace e prosperità a J.J. Abrams, ordunque.
Marco Cei