di Lorenza Pampaloni
Firenze- Un modello di valorizzazione della Via Francigena in Italia che riesca a fare dell'antico cammino dei pellegrini europei verso Roma un “volàno” turistico e economico, oltre che culturale, per i territori attraversati, come avviene con successo per il Cammino di Santiago di Compostela. E' quanto si propone il manuale “Via Francigena, una nuova offerta turistica italiana” che è stato presentato ieri a Roma (negli spazi di Convoglia presso la stazione Termini) dall'assessore al turismo e cultura della Regione Toscana, regione coordinatrice del progetto interregionale, e dagli assessori di alcune delle altre sei regioni coinvolte (Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Lazio).
All'iniziativa è intervenuto anche il sottosegretario di Stato al turismo, insieme al presidente dell'Associazione europea delle vie Francigene, al direttore generale del Dipartimento per lo sviluppo e competitività del turismo e al direttore generale dell'Enit.
La finalità generale è quella di creare un “prodotto turistico Via Francigena”, omogeneo e riconoscibile – il simbolo c'è già ed è il pellegrino giallo con la bisaccia -, con infrastrutture di accoglienza, informazione e servizi lungo tutto il percorso, circa 1000 chilometri, percorribili in tre modalità “dolci”, a piedi in bicicletta e a cavallo, (ma anche in macchina, per chi voglia fare a piedi solo alcuni tratti di strada) e di promuoverli con operazioni di marketing di forte impatto.
La leva da azionare è l'appeal, che non ha niente da invidiare al cammino di Santiago di Compostela, di territori ricchi di memorie storiche, artistiche, culturali e religiose e di paesaggi di grande attrazione naturalistica, che sono marginali rispetto ai grandi circuiti e relativi flussi turistici, ma che possono trarre dal turismo una spinta allo sviluppo economico in un quadro di sostenibilità ambientale e sociale. La Toscana vanta ampi tratti di itinerari escursionistici legati all'antico percorso della via Francigena, come il tracciato di 75 chilometri consecutivi da Monteriggioni a Castelfiorentino, passando per Colle Val d’Elsa, San Gimignano, Gambassi Terme, che sperimenta le linee guida del manuale prodotto dalla Regione Toscana.
Condiviso e finanziato dalla Regione e dai Comuni attraversati, il progetto della Valdelsa va dagli interventi sulla sentieristica alla realizzazione di una segnaletica “leggera” e diffusa, alla individuazione e georeferenziazione di tutti i punti di interesse, all’ospitalità in strutture a basso costo. I Comuni coinvolti si sono anche impegnati a provvedere alla manutenzione dell’itinerario e ad assicurare il sistema di accoglienza dei pellegrini/viaggiatori/turisti. Oltre ai Comuni, a cui spetta un ruolo primario in tema di controllo, manutenzione, accoglienza lungo il percorso, ci sono moltissimi altri soggetti che possono contribuire a valorizzare la Francigena.
Per esempio le associazioni culturali, le associazioni dei pellegrini, la Conferenza episcopale toscana, le fondazioni bancarie. Molto importante si è dimostrato anche il rapporto con l’ Associazione Europea delle Vie Francigene. Il progetto ha consentito di attivare risorse finanziarie consistenti che vanno però ottimizzate e raccordate tra loro - come indicato anche nelle linee guida del progetto interregionale - e con il livello statale del Mibac e della sua emanazione, la Consulta. Infine, un ulteriore filo rosso per il lancio della nuova offerta turistica, che può costituire un punto di vera svolta per lo sviluppo di un turismo più consapevole e sostenibile, è rappresentato d a un'altra ricchezza sia toscana che delle altre regioni coinvolte: le produzioni enogastronomiche tipiche, legate ad antiche tradizioni artigianali e già valorizzate dalle varie strade – del vino, dell'olio e di altri prodotti - che possono arricchire la varietà e la qualità dell'offerta ricettiva.
E al tempo stesso dare impulso alle economie locali fatte di piccole e medie aziende.