Firenze- Un grande patrimonio culturale e architettonico che rischia di andare disperso. Ma anche un’occasione di rilancio economico e turistico per tutto il territorio: la via Francigena e il numero crescente di pellegrini che la percorrono ogni anno è tutto questo. Sulle prospettive e i problemi che caratterizzano il rilancio della via Francigena si sono confrontati oggi amministratori, esperti e i rappresentanti di banche e fondazioni bancarie toscane durante un seminario. L’appuntamento, che rientra nell’ambito della Festa della Toscana 2008, sotto il titolo “ La Via Francigena: il lavoro dell'uomo tra storia e paesaggio.
Una Via per il rilancio economico del territorio” si è tenuto in Consiglio regionale. Ad aprire i lavoro e a fare da moderatore Mario Lupi, delegato dall’Ufficio di presidenza nell’Associazione europea delle vie Francigene. Dal confronto sono emerse luci e ombre. Negli ultimi anni il progetto di attrezzare un itinerario concordato della via in Toscana ha fatto passi in avanti, ma scarseggiano i fondi per, ad esempio, ristrutturare una serie di immobili lungo il cammino come punto tappa per i pellegrini, dove i viandanti possono mangiare e dormire a poco prezzo.
La via Francigena, lo ricordiamo, è un antico e importante itinerario che attraversa l’Europa, le cui origini risalgono al Medioevo.
Parte da Canterbury, percorre la contea del Kent, arriva alla Manica, prosegue lungo le regioni francesi Nord Pas de Calais, Picardie, Champagne-Ardenne Franche-Comté, varca la frontiera Svizzera nel cantone di Vaud e, in Italia, si snoda attraverso le regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Lazio.
Questo cammino è costituito da un insieme di strade che prevedono una ricca serie di alternative e varianti, tali da renderlo una sorta di ‘territorio-strada’; la via ha trovato però una sua unitarietà nel percorso storico dell’Arcivescovo di Canterbury, Sigerico.
In Toscana il percorso toccava Pontremoli, poi Massa e Pietrasanta, Camaiore, Lucca, Altopascio, la Val d’Elsa e Siena, fino a innestarsi sulla Cassia romana. Mario Lupi ha sottolineato che l’obiettivo è quello di dotarsi delle infrastrutture necessarie per venire incontro alle varie tipologie di “pellegrini”: coloro che vanno a piedi, o in bicicletta, o a cavallo. “Se riusciremo a creare questo sistema infrastrutturale – ha detto Lupi – come è accaduto in altri paesi europei, avremo il risultato di rilanciare l’economia del territorio e di creare lavoro.
La chiave di volta dell’economia moderna passa anche dalla riscoperta della nostra tradizione”. Simone Tani, assessore al Turismo della provincia di Firenze, ha spiegato che da tempo è partito un lavoro con la Diocesi per identificare antichi edifici da ristrutturare per ospitare i pellegrini. Ne servono uno ogni venti chilometri, e servono finanziamenti. “Se non riusciremo ad attrezzare in maniera sufficiente la via – ha detto Tani – l’esperienza dei pellegrini non sarà completa”.
Da parte della Regione Toscana, rappresentata dal dirigente delle politiche di sviluppo e promozione del turismo Ermanno Bonomi, è arrivato un segnale chiaro: per combattere la crisi del turismo una strategia da perseguire è puntare sul turismo individuale, fondato sui valori, e non sull’ “io ci sono stato” del turismo dei pullman. La Francigena risponde pienamente a questi requisiti, per questo la Regione si è impegnata ad adottare il tracciato definitivo e a promuoverla. Un primo esempio, che deve essere completamente attrezzato in breve tempo, è il tratto da Castelfiorentino a Monteriggioni.
Numerose le esperienze raccontate e i suggerimenti emersi dagli altri interventi di amministratori e addetti ai lavoratori: dalla possibilità già in atto, di coinvolgere le scuole in un nuovo tipo di turismo interattivo, alle difficoltà che ancora oggi i pellegrini incontrano a percorrere la via, che spesso non è segnalata, propone deviazioni incongrue e soprattutto non è messa in sicurezza in alcuni tratti; dall’impegno che molti Comuni stanno mettendo nei loro piani strutturali perché, come ha sintetizzato il sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini, “o la Francigena sarà tutta o non sarà”, fino alla necessità di far entrare questo tracciato e tutto quello che vi è connesso nella quotidianità delle persone, anche identificando i prodotti tipici che sono ad essa correlati.
Nel pomeriggio è arrivato il confronto con banche e Fondazioni: tutti insieme attorno a un tavolo per mettere a punto, nel concreto, una strategia economica. In parallelo al convegno è stata inaugurata la mostra di acquerelli “La Francigena nelle tavole di Massimo Tosi”, che riunisce 28 elaborati realizzati dal 1998 ad oggi.
Sono già sette le Fondazioni toscane pronte a sostenere il progetto di rilancio della via Francigena. Con le altre quattro, il discorso è avviato e si confida di arrivare in tempi brevi alla stessa conclusione.
È quanto emerso nel corso dei lavori pomeridiani del convegno sulla via Francigena. “Registriamo la convinzione e l’entusiasmo delle Fondazioni toscane e siamo fiduciosi che l’elenco si completerà presto. L’Ente Cassa di Firenze, le Fondazioni Cassa di Risparmio di Carrara, Lucca, Livorno, San Miniato, Volterra, la Fondazione Monte dei Paschi, ci chiedono un progetto comune che permetta, con la regia della Regione, di evitare sovrapposizioni e sprechi di risorse”. Così Mario Lupi, consigliere regionale delegato della Toscana nell’Ufficio di presidenza dell’Associazione europea delle vie Francigene, ideatore del convegno ed oggi moderatore del dibattito.
A nome dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, è intervenuta Giuliana Baudone, segretario questore, che ha confermato “la soddisfazione per i risultati fin qui ottenuti, ad un anno dall’inizio della nostra azione per rivalutare la via Francigena” e ha concordato sulla opportunità “di un ruolo di regia della Regione, per aiutare i Comuni a trovare una comunione di intenti.
Una volta raggiunto questo obiettivo, le risorse necessarie non dovrebbero essere inarrivabili”.
Hanno confermato la disponibilità a sostenere un progetto organico di rivalutazione Marcella Antonini, per l’Ente Cassa di Firenze; Luciano Barsotti, presidente della Consulta delle Fondazioni bancarie toscane; Luca Bonechi, per la Fondazione Monte dei Paschi.
“In un anno di lavoro − ha spiegato Lupi −, abbiamo compiuto tanti passi importanti. Anche la Giunta è impegnata.
Come ci ha confermato l’assessore Paolo Cocchi, ci sono 6 milioni di euro di finanziamenti nazionali a disposizione del ministero e 2 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione, che è capofila del progetto italiano delle vie Francigene. Entro il 10 dicembre avremo la validazione del tracciato dalla Consulta nazionale. Si sta compiendo una piccola rivoluzione, che è culturale e che valorizza il territorio con la creazione di un sistema infrastrutturale di autostrade verdi. Un’idea fatta propria dai Comuni, con un senso di vero federalismo del territorio”.
La Francigena come “strada dal valore religioso, come percorso spirituale”, ha aggiunto la Baudone, ma anche “occasione importante per la società toscana dal punto di vista culturale, educativo e sociale”.
Una vera risorsa, come d’altronde ha confermato anche l’esempio del Comune di Aulla, che negli ultimi anni è passato, in quanto a presenze turistiche, da zero a cinquemila visitatori grazie al tratto della Francigena che conduce all’Abbazia di San Caprasio.