Resi noti i dati del primo trimestre 2009 dell’Osservatorio Permanente sul Credito che Confartigianato Imprese Firenze ha istituito per monitorare costantemente il rapporto tra mondo bancario e piccola e micro imprenditoria artigiana e commerciale dell’area fiorentina.
Aumentano esponenzialmente le richieste di nuovo credito (+156% rispetto all’analogo trimestre 2008), ma 1/3 delle domande (negli ultimi tre mesi del 2008 era 1/5) viene rifiutato, ridimensionato o subordinato all’ottenimento di ulteriori garanzie (ipoteche, fideiussioni personali ecc), dopo un tempo di attesa di 45-60 giorni dalla data di inizio della pratica.
La piccola e micro impresa si rivolge quasi esclusivamente (94,35% dei casi) agli istituti bancari del territorio, chiedendo, in media, finanziamenti in 67 mesi per un importo di 48.200 euro.
Preoccupanti anche i dati sulla qualità del credito finalizzato, sempre più, a far fronte ad esigenze temporanee delle attività e non ad investimenti che consentano uno sviluppo futuro. Le micro e piccole imprese richiedono infatti credito per liquidità nel 57,70% dei casi e per investimento nel restante 42,30%. Del 57,70%, le domande si dividono equamente in nuovo credito per elasticità di cassa (anticipo fatture, fido di cassa etc) nel 29,36% dei casi totali e per finanziamenti a medio lungo termine per liquidità (consolidamento a medio/lungo termine di passività a breve) nel rimanente 28,34%.
“Dati – commenta Daniela Checchi, Direttore di Confartigianato – che denotano una difficoltà di rapporto tra le piccole e micro imprese e quel mondo bancario che, dopo averle sostenute per anni in maniera meritevole, non le sta adesso supportando a pieno.
Chiediamo, in primis, una maggiore disponibilità alle banche locali: proprio perché godono del vantaggio strategico di esser percepite come più vicine (mai come oggi, ci preoccupa l’allontanamento dei centri decisioni da Firenze) e di conoscere il territorio, hanno anche la maggior responsabilità nel supportarlo”.
“Le piccole e micro imprese sono non solo una, o meglio, la risorsa dell'economia locale, ma anche un investimento a rischio contenuto per il mondo bancario – spiega Giovanni Guidarelli, responsabile Credito per Confartigianato – Com’è ovvio, finanziare 100 artigiani e commercianti per 10.000 euro ciascuno fraziona il rischio per la banca in maniera più efficace rispetto a finanziare una sola grande impresa per € 1.000.000".
Confartigianato chiede un’azione più efficace non solo al mondo bancario, ma anche a quello istituzionale.
“Bene ai Fondi anti-crisi messi a disposizione dalla Regione Toscana, ma, oltre che poco tempestivi, sono ancora insufficienti. Confartigianato sta facendo la propria parte, assistendo l'impresa nell'orientamento e nell'attivazione dei canali opportuni per facilitare l'accesso al credito (come il Consorzio Fidi Artigiancredito Toscano): ci auguriamo che anche le istituzioni si adoperino più efficacemente in tempi rapidi” conclude Checchi.