È un bel rompicapo questa nuova riforma della scuola: com’è possibile accontentare le famiglie con il tempo lungo (le 30 o 40 ore richieste dal 90% dei nuovi iscritti) e al tempo stesso mandare a casa i bidelli che assicurano l’apertura pomeridiana?
"Qui qualcosa non quadra: non vorremmo certo che i nostri figli restassero senza un’adeguata sorveglianza. Eppure il recente regolamento del personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario) lascia spazio a pochi dubbi: le scuole più piccole –annuncia Rita Manzani Di Goro, Presidente A.Ge.
Toscana- resteranno inesorabilmente a corto di personale (-17% in tre anni). Non è certo colpa di noi genitori e tanto meno dei nostri figli se l’edilizia scolastica non è delle più razionali: fatto sta che di scuole con poche classi ce ne sono tante e i parametri del nuovo regolamento sembrano disegnati a misura di una scuola con centinaia di alunni e/o che funziona a 24 ore settimanali, e non certo a 30 o, peggio, a 40 ore. Che dire poi delle segreterie, che si vedono aumentare il lavoro e diminuire il personale: manterranno i medesimi livelli qualitativi? Una scuola che non funziona non giova a nessuno e se il Ministro vorrà uscirne onorevolmente, non potrà fare altro che chiedere la modifica della Legge 133 del 6 agosto 2008, che prevede tagli nella scuola per 7.832 milioni di euro entro il 2012, e al tempo stesso rivedere gli organici del personale non docente.
Altrimenti, e non vogliamo pensarlo, le richieste delle famiglie finiranno strangolate non dalla scarsità di insegnanti, ma dalla mancanza di bidelli"