Firenze, 23 febbraio 2009- Sono abusivi il 16% degli imbianchini, il 12% degli idraulici, il 10% dei muratori, il 7% degli elettricisti e il 4% dei piastrellisti impiegati nelle ristrutturazioni edilizie di Firenze e provincia. Abusivi anche il 40% dei truccatori e il 30% dei fotografi cui i fiorentini si affidano nel giorno del matrimonio.
Questi alcuni dei dati emersi dal “Rapporto Confartigianato sull’abusivismo” che il presidente di Confartigianato Imprese Firenze, Antonio Catanese ha presentato quest’oggi al Prefetto di Firenze, Andrea De Martino, nel corso della 1° Giornata Regionale contro il lavoro irregolare, organizzata dal sistema Confartigianato di tutta la Toscana.
La Giornata segna l’apertura di una campagna di sensibilizzazione contro l’illecito che Confartigianato ha sentito doveroso centrare su un territorio che, se pur “più virtuoso” di altri (la Toscana, con un tasso di irregolarità del 9%, si trova al 17° posto della graduatoria italiana del lavoro sommerso, guidata dalla Calabria con il 26,9% e chiusa dalla Lombardia con il 7,8%), evade ogni anno, grazie al lavoro sommerso, quasi 1,5 miliardi di euro.
“Per rilanciare l’economia – ha dichiarato Catanese incontrando il Prefetto – occorre far rispettare le regole e garantire una concorrenza leale.
Una vigilanza che deve essere oggi, causa crisi, ancora più stringente. Il rischio che le famiglie, alle prese con portafogli sempre più leggeri, si orientino ai prodotti e ai servizi di provenienza incerta, qualità scadente ma basso costo offerti dagli abusivi è sempre più alto. Altrettanto forte quello che, tra crisi e concorrenza sleale, le imprese corrette si vedano costrette a scivolare nel sommerso”.
"Rimarrà alta la nostra attenzione per contrastare il fenomeno del lavoro irregolare - ha sottolineato De Martino - Nel 2008 le direzioni del Lavoro della Toscana hanno scoperto 8.108 lavoratori occupati irregolarmente e 4.973 totalmente in nero, recuperando ben 25 milioni di euro di contributi e premi inevasi.
Anche nel 2009 l'attività proseguirà con la stessa intensità. Lo si è concordato all'inizio dell'anno con i prefetti della Toscana e i rappresentanti regionali delle Forze dell'Ordine”.
La campagna si pone un triplice obiettivo: mantenere alta la guardia contro l’abuso; invitare i consumatori ad affidarsi a mani esperte e responsabili, le sole in grado di garantire legalità (dall’attenzione ai diritti dei lavoratori al rispetto del fisco) e sicurezza (da quella fisica dei clienti a quella materiale dei lavori eseguiti) e sollecitare azioni legislative che eliminino le cause alla base dell’illecito (rigidità del mercato del lavoro, pressione normativo-burocratica, assenza di infrastrutture, livello di imposizione fiscale).
Tra le cause che, a Firenze e provincia, spingono i consumatori a ricorrere agli abusivi l’indagine Confartigianato evidenzia: motivazioni di natura economica rese più pressanti dal contesto di recessione (la fatturazione richiesta dall’impresa regolarmente costituita impone ad acquirenti sempre più orientati al risparmio una spesa maggiore); il rapporto di fiducia che deriva da un ricorso usuale e costante all’abusivo nel caso dei truccatori (per esempio per depilazioni, pulizie del viso effettuate in casa); la diffusione delle tecnologie digitali ed il desiderio di un servizio “meno classico e standardizzato” per i fotografi; la “conoscenza” diretta o indiretta della persona per gli idraulici (gli abusivi sono consigliati da amici e parenti che a loro volta si sono avvalsi dei loro servizi).
La figura dell’abusivo coincide nella quasi totalità dei casi con persone che hanno un lavoro regolare che consente loro di svolgere una seconda attività totalmente a nero.
Verifica immediata con l’assessore regionale Eugenio Baronti sulla possibilità di liberare gli oltre cento milioni di finanziamenti già stanziati per nuovi cantieri e ristrutturazione di alloggi di edilizia pubblica residenziale; e monitoraggio dell’applicazione, sul territorio, delle ultime misure varate dalla Regione per sostenere l’accesso al credito da parte delle imprese (48 milioni destinati all’accordo con il sistema bancario per assicurare tassi accessibili e controllati).
Sono gli impegni che il presidente del Consiglio, Riccardo Nencini, si è assunto direttamente al termine del lungo colloquio avuto oggi in Palazzo Panciatichi con i vertici di Confartigianato Toscana: il presidente dell’Associazione, Fabio Banti, i tre vicepresidenti, Sergio Chiericoni, Antonio Catanese e Roberto Nunziatini, e il segretario generale Pierluigi Galardini.
L’incontro, nella prima giornata regionale contro l’abusivismo e il sommerso, è stato richiesto da Confartigianato che lancia l’allarme sulla base dei dati elaborati dal proprio ufficio studi per il 2008: “In base a rilevazioni Istat del 2005, in Toscana le unità di lavoro irregolari sono il 9 per cento del totale; un dato che pone la nostra Regione nel novero di quelle più virtuose, ma il rischio che altre imprese abbandonino la dimensione regolare per scivolare nel sommerso oggi è altissimo”, come spiegato da Banti.
L’associazione, se da un lato sollecita le istituzioni a tenere la guardia alta contro abusivismo e irregolarità, dall’altra invoca “una rivoluzione culturale” per dar vita ad una “politica mirata di sostegno alle imprese e tarata sulle caratteristiche di queste”.
Tra le richieste, l’opportunità di attivare appalti inferiori ai 500mila euro – il Governo ha infatti alzato la soglia della trattativa privata – per mettere la piccole imprese locali in grado di partecipare, senza soccombere o finire in subappalto come avviene con le gare per milioni di euro; e la verifica sull’applicazione da parte delle banche delle misure di accesso al credito così come promosse dall’accordo finanziato dalla Regione.
Un fronte sul quale Nencini si è impegnato a promuovere un monitoraggio sul territorio toscano, assicurando quanto prima un incontro con l’assessore Baronti “per valutare la possibilità di smobilitare i finanziamenti – oltre cento milioni – stanziati dalla Regione per gli interventi sugli immobili di edilizia economica e popolare”, ad oggi fermi per l’attesa da parte degli uffici regionali della rendicontazione dei Comuni sugli immobili pubblici alienati negli anni.