Firenze è stata la città del Social Forum, una città aperta e accogliente. Prima ancora è stata una città cosmopolita capace di sperimentare pratiche sociali innovative e rispettose delle diversità; una città che si è battuta per la promozione dei diritti dei suoi cittadini e dei migranti che ha accolto. Una città capace con la sua storia e con la sua gente di svolgere una funzione educativa e quindi, poiché l'etica è parte essenziale di ogni educazione, Firenze è stata una città etica. Noi crediamo che nella sua anima lo sia ancora.
Lo crediamo nonostante l'immagine che viene fuori dagli ultimi avvenimenti legati alle vicende della piana di Castello. Può darsi non ci sia niente di "penalmente rilevante". Può darsi che la creazione di un parco a Castello non sia la migliore soluzione. Che il "popolo" chieda solo sport, spettacolo e centri commerciali. Può darsi che sia normale trattare per telefono con costruttori e proprietari come fossero amici d'infanzia o colleghi d'affari. Può darsi che si faccia da molto tempo così.
Però non si può continuare in questo modo. Non si può, a meno che non si voglia definitivamente distruggere una qualunque idea decente di politica: anche solo l'idea di amministrazione come cura della polis e del bene collettivo. In queste vicende emerge chiara una filosofia del potere che è caratterizzata dalla gestione privatistica e clientelare della cosa pubblica. Può darsi che i profili di illegalità siano evanescenti. I protagonisti delle intercettazioni che abbiamo letto sembrano peraltro ben consapevoli di muoversi su un terreno border-line: ai limiti, ma forse non oltre una formale legalità. Ma il punto è che sono fuori da quella dimensione etica del fare politica che dovrebbe essere alla base di una gestione amministrativa trasparente e condivisa della cosa pubblica; lontani anni luce dall'idea di governare la città nell'interesse della città, nell'interesse di coloro che ci vivono oggi e di chi ci vivrà domani.
Si tratta di cambiare radicalmente la grammatica della politica. Occorre un progetto che riconosca come Firenze sia straordinariamente ricca di competenze e di relazioni, di creatività, di conoscenze in grado di produrre pensiero e pratiche di governo. Anche di autorappresentarsi. La forma e la pratica della democrazia e del governo devono aprirsi alla partecipazione collettiva, unico vero argine al clientelismo. Occorre imporre la massima trasparenza dell'amministrazione; garantire la correttezza delle attribuzioni di incarichi e consulenze sulla base di concorsi e graduatorie chiare e rigorose; impedire l'accumularsi di attribuzioni, partecipazioni e doppi incarichi istituzionali e in società private, con poche persone e tante parti da recitare in commedia.
Occorre soprattutto che non sia possibile permanere a vita in ruoli istituzionali e di partito: che sia abolito quel professionismo della politica che la fa diventare identità, potere e reddito, confondendo controllori e controllati.
Chiediamo alla città, al suo corpo sociale, ai suoi cittadini, alle sue associazioni e alla sua classe politica una reazione, un gesto d'indignazione profonda, una volontà di rinascita. La questione etica deve essere il punto di partenza perché la politica sia portatrice di una proposta alternativa, perché il rapporto fra istituzioni e città passi attraverso il coinvolgimento di tutti e tutte, perché la legge ritrovi la sua funzione di garanzia dei diritti, nella prospettiva del loro allargamento.
Vogliamo ripartire da qui, da Firenze, per proporre una politica nuova, che sappia incanalare i singoli interessi in interessi comuni. Con nuove regole di trasparenza, partecipazione e controllo da parte della cittadinanza.
Firenze è un bene comune, di tutti coloro che ci vivono, ci lavorano e la amano. Chiediamo che torni ad aprirsi ai loro sogni e alla loro umanità.
A chi firmerà questo appello e a coloro che non lo condividono, ma riconoscono l'importanza in questo momento di un ampio dibattito su questi temi, proponiamo un appuntamento a gennaio, per discuterne insieme.
Primi firmatari: Andrea Bagni, Mara Baronti, Laura Bennati, Moreno Biagioni, Antonio Brancasi, Maurizio Brotini, Maria Grazia Campus, Giuliano Capecchi, Francesca Cavarocchi, Salvatore Cingari, Vezio De Lucia, Maurizio De Zordo, Tommaso Fattori, Luigi Ferraioli, Mercedes Frias, Domenico Gallo, Paul Ginsborg, Chiara Giunti, Francesco Indovina, Jacopo Landi, Alessandro Margara, Miriam Massai, Corrado Mauceri, Enzo Mazzi, Siliano Mollitti, Cinzia Niccolai, Luisa Petrucci, Anna Picciolini, Graziella Rumer Mori, Ayse Saracgil, Salvatore Tassinari, Massimo Torelli, Danilo Zolo
Per firmare vai sul sito: http://firmiamo.it/perfirenzecittaetica