Firenze, 16 Dicembre 2008- Dopo la notte passata in Palazzo Vecchio, hanno sospeso la loro protesta i consiglieri comunali di An a Firenze.
"Interrompiamo l'occupazione che riprenderemo a gennaio se il sindaco Domenici continuerà a non venire in consiglio comunale. La nostra è stata una protesta seria che ha interpretato il disagio di tutta la città". E' quanto hanno affermato i consiglieri comunali di An-Pdl Giovanni Donzelli, Stefano Alessandri e Jacopo Cellai annunciando questa mattina la fine dell'occupazione del Salone de' Dugento di Palazzo Vecchio.
Erano presenti anche il capogruppo Riccardo Sarra e il presidente provinciale Nicola Nascosti. "Il gruppo di An - ha spiegato Sarra - si è comportato in modo civile per protestare contro un'assenza del sindaco che ormai dura da troppo. Un'assenza che significa per noi una vera e propria mancanza nel governo della città. Siamo pronti a manifestare negli stessi modi il nostro dissenso a gennaio se il sindaco non tornerà a presidiare il consiglio comunale, anche insieme agli alleati della PdL". "Il nostro è stato un gesto forte, non una barzelletta - ha aggiunto Cellai - dettato dalla necessità di andare oltre i canonici strumenti di un consigliere comunale.
Il nostro obiettivo è far capire alla città e porre all'attenzione dei media sul fatto che il sindaco preferisce apparire sui giornali incatenandosi davanti alla sede di Repubblica piuttosto che venire a confrontarsi in consiglio comunale. Una vicenda quella dell'inchiesta giudiziaria di Castello che avrebbe bisogno di più di un chiarimento visto che dagli stessi protagonisti è stata definita come in mano a poteri forti e occulti. Questi sono concetti gravi, che il sindaco dovrebbe spiegare.
La sua - ha sottolineato Cellai - è un'assenza fisica ma soprattutto politica e dimostra come il Comune di Firenze sia incapace di gestire le questioni e i provvedimenti che riguardano l'urbanistica". "Noi concludiamo un'occupazione anomala - ha proseguito Alessandri -. In questo Comune stanno succedendo cose fantascientifiche: la giunta è dimezzata, con due assessori che hanno lasciato le loro cariche, il sindaco che non viene in consiglio e se ne frega altamente. Anzi si incatena soltanto per avere una visibilità mediatica, querela a più riprese giornalisti e politici e il Partito Democratico è completamente allo sbando.
Al contrario noi che siamo un partito serio, ribadiamo che non ci fermeremo qui. Passeremo di nuovo all'azione se il sindaco Domenici non tornerà in consiglio". "Protestiamo - ha aggiunto Donzelli - per la forte delegittimazione delle istituzioni che sta avvenendo in questa città dove ciò che conta è soltanto il potere per avere altro potere; dove si pensa di risolvere la crisi morale cercando un equilibrio impossibile nelle primarie. Noi non ci stiamo e condanniamo l'azione del sindaco e l'imbarbarimento della politica fiorentina.
A differenza di chi fugge da questa istituzione il gruppo di An è rimasto al proprio posto. Altri si rifiutano di venire a Palazzo Vecchio noi ci siamo rimasti, anche per ventiquattro ore, per rispetto della città e di tutti i fiorentini". "Siamo soddisfatti dell'iniziativa del gruppo di An - ha aggiunto il presidente provinciale Nascosti - che sente la necessità di intervenire in qualche modo per dire che è doveroso rispettare la città e quindi che il sindaco Domenici deve tornare in consiglio comunale.
Ci chiediamo se una maggioranza, ad oggi, esiste sempre in questo Comune".
«C'è un bene comune, ovvero il rispetto delle istituzioni e dei luoghi che le rappresentano, che dovrebbe essere intoccabile per chiunque voglia far sentire le ragioni della sua protesta. Esiste una tradizione, profonda e radicata in una parte della destra italiana, nello svillaneggiare i luoghi delle istituzioni. In questo senso l'episodio dell'occupazione del consiglio comunale è assolutamente coerente». E' quanto ha dichiarato la vicecapogruppo del Partito Democratico Rosa Maria Di Giorgi commentando la decisione di tre consiglieri di Alleanza Nazionale-PdL di occupare il Salone dei Duecento «per protesta contro il sindaco».
«Con una scelta davvero fuori misura - ha aggiunto - questi consiglieri vogliono contrapporre il 'Palazzo', ovvero la sede delle istituzioni e della politica, alla 'Piazza', cercando di farsi interpreti di una protesta sguaiata che alcune frange di cittadini intendono portare avanti contro l'amministrazione. Dobbiamo respingere le "grida" di una piazza irresponsabile e di quegli iscritti di Azione Giovani che ieri hanno rumoreggiato fuori da Palazzo Vecchio». «Le modalità scelte per questa protesta - ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi - hanno quindi superato il grado di 'tollerabilità democratica'.
La destra fiorentina non è nuova a queste trovate. Nel corso di questa legislatura, cavalcando più volte la tigre della protesta, ci ha costretti ad assistere ad alcune delle sedute del consiglio con tanto di gazzarra inscenata anche da piccoli gruppi di cittadini, chiamati appositamente nel Salone dei Duecento. La sensazione che si ha è che la strumentalizzazione stia raggiungendo livelli di guardia e che una gestione irresponsabile della lotta politica possa condurre a una situazione di tensione del tutto ingiustificata per le vicende cui si riferisce, ma pericolosamente destabilizzante per una città che invece è abituata a una franca contrapposizione politica, anche aspra, ma esercitata all'interno di regole condivise, senza esasperazioni violente e in un clima di rispetto reciproco e di equilibrio».
«L'occupazione del consiglio comunale - ha concluso la vicecapogruppo del Partito Democratico - deriva da una malintesa concezione del potere secondo la quale le istituzioni possono essere trattate come una cosa propria. Il fatto di essere stati legittimamente eletti garantisce a questi consiglieri certamente il diritto di criticare ma non li libera dal dovere di rispettare sempre e comunque le istituzioni».