Firenze– Il buon olio d’oliva può arginare il cancro? E possono fagioli e ceci avere lo stesso potere? Un esperimento condotto dall’equipe dell’endocrinologa Maria Luisa Brandi nei laboratori del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Firenze lascia ipotizzare una insospettata e promettente frontiera nella lotta contro i tumori. Trattate con questi alimenti le cellule malate hanno in effetti rallentato sensibilmente lo sviluppo. Ne ha dato notizia la stessa professoressa Brandi intervenendo oggi a un convegno scientifico sui prodotti tipici organizzato dal Centro di Ricerca e Valorizzazione degli Alimenti (CeRA), una struttura interdipartimentale che fa capo all’ateneo fiorentino.
“Solo con la biologia molecolare”, ha ricordato, “sapremo davvero perché certi cibi fanno bene o male alla salute”. L’esperimento in questione è stato condotto in vitro e ha utilizzato due identiche culture di cellule umane di cancro del colon, ovvero due nuclei con un numero di cellule equivalenti, 10 mila circa. Per 12 giorni consecutivi uno dei nuclei è stato lasciato a se stesso, mentre l’altro ha ricevuto un trattamento a base di olio extravergine di oliva, ceci e fagioli. Due i tipi per ciascun alimento: in particolare un olio toscano della zona di Montalcino e uno ligure della zona di Imperia; per i ceci, uno di Prato, l’altro di Sorano (Grosseto); per i fagioli, uno di nuovo della campagna di Sorano, l’altro di Pratomagno (Firenze).
Ne hanno fatto un estratto e ne hanno ricavato una polvere che è stata poi dissolta nella coltura delle cellule cancerose. La proliferazione di entrambe le masse tumorali è stata controllata ogni 48 ore e dopo poco meno di due settimane il risultato è apparso evidente. Le cellule non trattate si sono sviluppate in misura esponenziale, da 10 mila a 980 mila. Il gruppo trattato è invece rimasto abbondantemente sotto le centomila cellule, arrivando per l’esattezza a quota 86 mila, ovvero circa 12 volte in meno.
“Se questo eccezionale processo possa ripetersi sull’uomo è presto per dirlo”, commenta la professoressa Brandi, “Di sicuro lo possiamo ipotizzare. Gli effetti sono talmente marcati da lasciar pensare che un opportuno consumo quotidiano di olio extravergine di oliva e di legumi un paio di volte la settimana rappresenti un’azione preventiva nei confronti del tumore del colon”. Dati più significativi potranno venire solo da una diretta sperimentazione sull’uomo. Nell’attesa, ulteriori test condotti dall’equipe Brandi (ne fanno parte i dottori Elisa Bartolini, Francesca Ieri, Carmelo Mavilia, Barbara Pampaloni, Annalisa Romani, Annalisa Tanini, Pamela Vignolini) hanno rilevato nei tre prodotti in questione alcune sostanze con attività simili a quelle degli estrogeni, gli ormoni femminili.
Olio extravergine d’oliva, ceci e fagioli contengono sostanze, cioè, che si comportano come estrogeni di origine vegetale (fitoestrogeni), noti per l’efficacia nel contrastare molti disturbi della menopausa (vampate di calore, disturbi dell’umore, ecc.). Il vantaggio è che non presentano gli effetti collaterali indesiderati legati alla terapia ormonale sostitutiva. Secondo la professoressa Brandi, una dieta con apporto regolare di legumi può perciò giovare soprattutto alle donne in menopausa per riequilibrare in parte, in modo del tutto naturale, il calo ormonale tipico del periodo.
I test su olio e legumi hanno peraltro consentito di individuare alcuni geni coinvolti nei processi che controllano i meccanismi di formazione dei tumori estrogeno-dipendenti (cancro del colon, della mammella, dell’ovaio, ecc).