Firenze– Neonati addormentati con pesanti estratti alcolici. Pazienti con lesioni epatiche anche gravi causate da infusi comuni che dovrebbero curare il fegato. Danni pesanti alle arterie vertebrali provocate da maldestre manipolazioni vertebrali. Infezioni figlie di aghi da agopuntura non sterilizzati. Che le erbe medicinali siano anche molto utili nessuno ne dubita, ma la casistica di danni dovuti a piante tossiche o all'uso improprio di prodotti naturali purtroppo è molto ampia. Da qui il convegno nazionale di specialisti in programma domani 11 dicembre a Empoli, promosso dalla Società Italiana di Farmacologia con il sostegno dell’Istituto Superiore di sanità e l’organizzazione della locale AUSL 11 con il Centro di Medicina Naturale e ben 32 enti e associazioni scientifiche tra cui i medici fitoterapeuti (Anmfit).
Tema: Dalla medicina alternativa alla medicina complementare: valutazione dei rischi, obiettivo sicurezza. Sede del convegno l’Aula Magna dell’Agenzia per la Formazione, via Oberdan 13-19, Sovigliana/Vinci, ore 8,30 – 18). In programma, tra l’altro, un tavola rotonda sulla sicurezza, alla quale partecipano Emanuela Falcetti, Achille Patrizio Caputi, Claudio Cricelli, Fabio Firenzuoli e Roberto Raschetti. Tra le relazioni, quella dedicata alla regolamentazione (Sonia Baccetti, responsabile della Rete Toscana di Medicina intergrata del Dipartimento regionale del Diritto alla Salute), e appunto quella sui rischi affidata a Luigi Gori, medico chiropratico ed esperto di fitoterapia in forza al Centro di Medicina naturale empolese, diretto dal dottor Firenzuoli, organizzatore del Convegno.
“Molte erbe”, ricorda Gori, “sono vendute comunemente anche su Internet benché pericolosissime. L’Erba Querciola, o Camedrio, è spacciata per dimagrante mentre il Ministero la consideri un veleno. La Celidonia è raccomandata dalla medicina popolare per il fegato, ma in realtà gli causa lesioni micidiali. Della Galega si dice che favorisce l’allattamento mentre negli animali provoca gravi lesioni polmonari. L’Iperico può scatenare gravi interferenze farmacologiche. Le pastiglie di Silimarina o di Zenzero sono usate da molte mamme in gravidanza, ma della loro sicurezza nulla si sa.
Poi c'è il problema degli estratti alcolici di piante, facilmente reperibili in farmacia o erboristeria. Li danno anche ai neonati per farli dormire. E loro dormono, ma perché ‘ubriachi’. I danni al fegato sono immaginabili”. Immaginabili sono i danni causati da sedicenti chiropratici e agopuntori non qualificati, che sono incapaci di diagnosi e terapie corrette. Quanti sono? A occhio e croce molti, nell’ordine delle migliaia. Secondo Sonia Baccetti stanno però diminuendo, almeno in Toscana.
“Grazie alla legge varata l’anno scorso, la numero 9”, spiega, “Con quella norma abbiamo stabilito che posso esercitare le medicine alternative medici con un iter formativo di almeno 3 anni e con almeno 450 ore di attività teorico pratica. In sostanza è una patente in base a cui possono iscriversi in un elenco presso gli ordini dei medici e dei farmacisti”. I patentati in Toscana fino a oggi sono circa 300 e i patentabili un migliaio. Gli altri sono i praticoni da evitare. “Ed evitarli oggi è più facile”, spiega Baccetti, “perché la gente ora sa che c’è un elenco di professionisti garantiti.
Resta il problema della mancanza di una legge nazionale sui percorsi formativi. Come si diventa specialisti di medicine alternative? Le regioni sono ormai orientate a seguire l’esempio della Toscana, ma il governo continua a far melina e la trattativa non sta approdando a niente. Si sostiene che le medicine non convenzionali non sono scienza, mentre esistono ormai fin troppe evidenze scientifiche. Se ne parla da anni e siamo ancora qui”.