Firenze, 01 Dicembre 2008- La vicenda giudiziaria mette sotto inchiesta buona parte dei vertici dell'urbanistica fiorentina. I carabinieri del ros di Firenze hanno acquisito oggi atti relativi all'emendamento alle controdeduzioni al piano strutturale, votato il 30 settembre scorso dalla giunta comunale di Firenze, per trasferire lo stadio dalla zona di Campo di Marte all'area di Castello, alla periferia della citta'. Gli atti, secondo quanto emerso, sono stati acquisiti presso la segreteria generale di Palazzo Vecchio nell'ambito dell'inchiesta che la procura di Firenze insieme al ros sta conducendo sulla trasformazione urbanistica dei terreni di Fondiaria-Sai a Castello che vede indagati per corruzione, tra gli altri, l'ex assessore all'urbanistica Gianni Biagi, l'assessore alla sicurezza sociale Graziano Cioni e Salvatore Ligresti.
Il Sindaco non si è presentato oggi pomeriggio in Consiglio Comunale e la Giunta ha cancellato la comunicazione già prevista dall'o.d.g.
odierno. Ciò ha provocato una levata di scudi di alcuni capigruppo della maggioranza che hanno sottolineato l'assenza in consiglio comunale del sindaco, che ha rifiutato di partecipare al dibattito sulla vicenda di Castello.
Il Pd si è limitato a confermare la fiducia al proprio capogruppo Alberto Formigli: «Non esiste un problema Formigli. Il gruppo del Partito Democratico ha ribadito ancora una volta totale fiducia nel proprio capogruppo con cui ha sempre condiviso scelte e linea politica.
I consiglieri del gruppo del Partito democratico hanno ribadito la volontà di continuare fino alla fine del mandato quel lavoro collegiale e partecipato che ne ha caratterizzato finora l'azione politica».
Poi però il Consiglio Comunale ha approvato la sospensione del piano strutturale. Votare per la sospensione del piano strutturale contro il parere del sindaco e del PD significa mettere in crisi la maggioranza che sostiene Domenici sull'atto più importante di questo mandato amministrativo, per il quale si è speso l'impegno maggiore di questa maggioranza e che ha visto un lungo percorso di partecipazione.
L'ordine del giorno approvato chiede il ritiro dell'emendamento al Piano Strutturale che dà attuazione all'accordo di programma con Rfi, Regione Toscana e Provincia di Firenze
«Dopo la 'colpevole'assenza di oggi del primo cittadino in consiglio comunale - hanno rilevato i consiglieri del PdL e dell'Udc - le prese di distanza nette e le critiche degli alleati del PD, le dimissioni dell'architetto Gaetano Di Benedetto, dirigente dell'ufficio piano strutturale dell'assessorato all'urbanistica, il voto della nostra assemblea segna la fine di questa esperienza di governo.
Il sindaco ne prenda atto e rassegni al più presto del dimissioni per il bene della città e del consiglio comunale».
Unaltracittà/Unaltromondo ha depositato successivamente un Mozione per chiedere formalmente le dimissioni del Sindaco. "Noi riteniamo che tutto questo metta in discussione la disastrosa gestione del territorio cittadino e l'operato di questa giunta che non ha la credibilità per gestire ulteriormente le questioni urbanistiche di Firenze -spiega la consigliera Ornella De Zordo- Riteniamo gravissimo che in data 24 novembre il Sindaco abbia difeso la giunta e il suo operato e si sia opposto a che venisse istituita una Commissione consiliare di indagine sulle vicende relative all'insediamento di Castello, i cui lavori avrebbero permesso di fare chiarezza e ricostruire le premesse, le motivazioni e i passaggi più o meno lontani di un iter complesso e iniziato negli anni novanta.
E' evidente da documenti publbicati (verbali di sedute di giunta, intercettazioni) che il Sindaco non poteva non sapere le modalità con cui venivano gestite le scelte urbanistiche. Siamo di fronte a una crisi profonda che riguarda il rapporto fra amministratori e cittadini; siamo davanti a una classe politica subalterna agli interessi forti e consolidati, indifferente ai bisogni e alle risposte da dare ai cittadini comuni. E' una crisi di sistema, che coinvolge in massima parte il PD a Firenze perchè da decenni ha responsabilità di governo ma che è trasversale (vedi le richieste della destra al potente di turno a cui chiede direttive per il comportamento da tenere sullo stadio a Castello).
Chiediamo perciò le dimissioni di Domenici. Lo facciamo per ragioni del tutto diverse dal centrodestra, da cui perlatro ci dividono impostazini ideali di fondo: non quindi per chiedere un'alternanza che riguarda un ricambio nella gestione del potere e mantiene i referenti di sempre, ma per affermare la necessità di una alternativa, di un profondo rinnovamento della politica, nei modi come nei contenuti, riportando al centro la trasparenza, la partecipazione, l'interesse pubblico, la giustizia sociale".
«L'inchiesta della magistratura ha avuto come conseguenza il rimettere in discussione tutta una serie di scelte, a cominciare dal piano strutturale.
Se non ci fosse stata cosa sarebbe accaduto? Questa maggioranza avrebbe approvato atti fondamentali per il governo della città che adesso, invece, dice di voler rivedere?». E' quanto ha dichiarato Mario Razzanelli, capogruppo dell'Udc, intervenendo questo pomeriggio in consiglio comunale. «L'intervento della procura e la decisione del giudice - ha proseguito Razzanelli - hanno provocato un terremoto: prima le dimissioni dell'assessore all'urbanistica Gianni Biagi e questa mattina quelle dell'architetto Gaetano Di Benedetto, dirigente dell'ufficio piano strutturale dell'assessorato all'urbanistica.
Se ne sono andati due pezzi da novanta che hanno determinato le scelte urbanistiche di Firenze. Peccato che manchino quelle del capogruppo del PD, Alberto Formigli. Oggi ci aspettavamo che il sindaco chiarisse al consiglio la posizione della sua giunta e della sua maggioranza ma il primo cittadino ha preferito rinunciare al suo compito istituzionale determinando un 'vulnus' irreparabile. Un atteggiamento che ha offeso non solo l'assemblea ma la città intera». «Si conferma così il distacco totale di questo sindaco dai suoi cittadini - ha concluso il capogruppo dell'Udc - sono state mortificate trasparenza e partecipazione.
Questo sindaco e questa amministrazione sono giunti al capolinea. La logica conseguenza è l'appoggio alla richiesta di dimissioni avanzata dalla capogruppo di Unaltracitta/unaltromondo Ornella De Zordo».
"E' un fatto politico la richiesta di dimissioni del sindaco Leonardo Domenici attraverso una mozione di sfiducia depositata oggi insieme a Unaltracittà/unaltromondo -le fa eco la capogruppo di Rifondazione Comunista, Anna Nocentini- Sul piano istituzionale sappiamo bene che l'atto richiede per la presentazione una procedura a un elevato numerodi firme dei consiglieri.
Ma lo sdegno per la prevaricazione odierna ha superato ogni limite. Si è deleggittimato il consiglio comunale negando una comunicazione in consiglio, prevista e concordata, sulle dimissioni dell'assessore Biagi, e poi anche dell'architetto Di Benedetto, sul "congelamento" del Piano Strutturale annunciato dal sindaco nello stesso momento in cui sta emergendo una ben più grave delegittimazione delle istituzioni. Le decisioni importanti per la nostra città sembrano avere una regia esterna al luogo deputato, il consiglio comunale.
Sappiamo bene che, in forza di una assurda legge elettorale, alle dimissioni del sindaco è collegato lo scioglimento del consiglio stesso, che noi valutiamo come presidio democratico nella città. Ma non possiamo certo accontentarci davanti allo sdegno, che pure tanti consiglieri hanno espresso con comportamenti più mediatici che di sostanza come l'abbandono dell'aula. Se c'è un vulnus, un'offesa alla democrazia, non è uscendo una volta dall'aula che si ripristina correttezza e chiarezza. Non c'è la democrazia a tempo.
Abbiamo ripetuto infinite volte che l'atteggiamento sprezzante del sindaco nei confronti dell'istituzione, tollerato e giustificato dalla maggioranza e segnatamente dai membri del suo partito, è il segno della autosufficienza che caratterizza l'azione politica del PD in questa città, che lo rende sempre più isolato. Autosufficienza che ha generato la percezione di impunità. Oggi è stata una seduta paradossale del consiglio comunale in cui l'intervento dell'assessore Cioni al termine del dibattito, ha trasformato l'aula in una nuova platea in cui l'istrione di lungo corso pateticamente ha incantato con la storia personale.
Noi vogliamo il rispetto dei diritti dei cittadini, non l'intervento riparatore per qualcuno che accede agli uffici dell'assessore".
«Quello a cui abbiamo assistito oggi, ovvero la protesta e lo sdegno di alcuni capigruppo della maggioranza per l'assenza del sindaco in consiglio comunale, conferma quanto chiesto dal nostro gruppo: Domenici deve andare a casa». E' quanto ha dichiarato la capogruppo di Forza Italia - Pdl Bianca Maria Giocoli intervenendo in consiglio comunale. «Una settimana fa abbiamo chiesto le dimissioni di sindaco e giunta -ha proseguito Bianca Maria Giocoli - ma i numeri a nostra disposizione, 18, non potevano consentire la presentazione di una mozione di sfiducia che era quindi irricevibile, come quella presentata oggi dalla capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo Ornella De Zordo».
«Abbiamo letto con crescente stupore e disgusto le intercettazioni che sono state pubblicate dalla stampa cittadina -sottolinea Gregorio Malavolti, consigliere de La Sinistra- E che, ad ora, hanno portato alle dimissioni dell'Assessore Gianni Biagi e del Direttore della Nazione Francesco Carrassi, del Dirigente Gaetano Di Benedetto. Non sappiamo ancora quanta rilevanza penale abbiano alcuni passaggi che dalla intercettazioni emergono. Crediamo però che l'abbiamo, altrimenti vorrebbe dire che in questo paese le leggi per colpire quello che appare come nepotismo, clientelismo, mescolamento di interessi privati nella sfera pubblica sono insufficienti o che non l'intera comunità non è in grado di farle rispettare.
Quello che sappiamo è che emergono episodi gravi, sui quali confidiamo la magistratura farà luce con chiarezza in tempi rapidi. Ed è la magistratura a doverlo fare: è un po' bizzarro pensare che possa farlo una commissione di inchiesta del Comune: ha questa il potere di interrogare imprenditori e giornalisti, assessori dimissionari? Dobbiamo avere il coraggio di essere onesti con i cittadini. Sono compiti questi che spettano alla Magistratura, gli atti amministrativi che il Consiglio ha esaminato sono tutti corretti.
Ma quello che spetta a noi è di dire quello che pensiamo su quello che sta emergendo: Sono atti molto gravi, che dovrebbero far riflettere tutti. Ci deve spaventare ancor più chi minimizza, chi non considera queste cose rilevanti, piccole, come a dire che se non c'è stato passaggio di denaro allora tutto è a posto. Si è parlato, speso a sproposito negli ultimi anni, di modernizzazione. E' stata una bandiera, con significati diversi, per entrambi gli schieramenti politici. Modernizzare un paese vuol dire eliminare gli intrecci, garantire vera concorrenza.
Certo difficile in Italia, basti vedere cosa avviene oggi a livello nazionale sulla vicenda Sky. Modernizzare vuol dire garantire a tutti eguale trattamento. Modernizzare vuol dire costruire un terreno sociale in cui sia impossibile far sopravvivere quella zona grigia tra la politica e gli interessi economici, tra la stampa e la politica, tra l'imprenditoria e la stampa va eliminata alla radice. Per questo siamo qui a chiedere all'Assessore Cioni un passo indietro. La sua gestione dei rapporti e del potere non ci rappresenta.
E' lontana anni luce dalla nostra. E' esattamente quella che combattiamo da sempre. E' andato in crisi un modello di gestione amicale del potere. Si tratta ora di capire se cogliamo questa occasione per instaurare metodi e volti nuovi, non solo volti nuovi con i metodi di sempre, per segnare discontinuità, come abbiamo chiesto con forza la settimana scorsa. Il Partito Democratico ha il dovere di dire a tutti noi, alla nostra città, se ritiene accettabile quello che emerge dalle intercettazioni.
Se la ritiene una gestione del potere accettabile con qualche scivolone di eleganza o lo ritiene una gestione clientelare, moralmente riprovevole del potere, con un'inaccettabile commistione tra interessi privati, personali e amministrazione dell'interesse pubblico. Questo chiediamo. Non tanto noi, ma tutta la città ha diritto ad una risposta».