E´ sfida di comitati e opposizione a Palazzo Vecchio. “Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare fa risalire le sue origini all’anno 1832 durante il regno di Carlo Alberto di Savoia, ed ha sempre rappresentato una presenza notevole del territorio circoscrizionale. – affermano Tommaso Grassi, Capogruppo dei Verdi al Quartiere 5 nonché Portavoce Provinciale dei Verdi di Firenze, e Luca Ragazzo, Capogruppo dei verdi in Consiglio Provinciale - Nell’allegato ‘Cultura’ del Piano Strutturale del Comune di Firenze, l’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Via Reginaldo Giuliani, è inserito tra le ‘aree dismesse’ con la indicazione corrispondente di 55.800 mq di superficie utilizzabile per nuova destinazione” “In questi anni, rispetto al rischio della chiusura della struttura statale, si sono susseguiti interventi e prese di posizione autorevoli di singoli, di associazioni e di Istituzioni a favore di un progetto alternativo al disegno predeterminato che ha come fine ultimo una progressiva anemizzazione delle risorse e dei mezzi necessari al sostentamento.
– dichiarano Tommaso Grassi e Luca Ragazzo – L’inserimento della struttura tra gli edifici dismessi e quindi destinati ad un recupero urbanistico ci preoccupa perché significa che la dismissione è definitiva e incontrovertibile: l’incertezza lavorativa di coloro che ancora lavorano nello stabilimento, il rischio della vendita da parte dello Stato dell’area a privati che non farebbero gli interessi della collettività, il precario equilibrio socio-economico della zona e la possibile perdita del valore artistico, architettonico e simbolico della struttura militare, fanno di questa previsione del Piano Strutturale, una vera e propria sciagura.” “La definizione, scoperta durante la lettura del Piano, della destinazione di quest’area, che significa molto per l’intero quartiere, e non solo dal punto di vista urbanistico, palesa una grave mancanza di trasparenza e rende l’intera situazione bisognosa di particolare attenzione – espongono i due Verdi - Durante una Commissione al Quartiere 5 con l’Assessore Biagi, si è parlato di errore materiale: affermazione incredibile, visto che trattasi di un atto approvato in maniera definitiva dalla Giunta, e che quindi rimarrà valido finché non vi saranno atti ufficiali che chiariscano la situazione e la destinazione dell’area in maniera diversa.” “Nel frattempo, è già in discussione un’altra variante urbanistica collegata all’intervento dell’Area Ex-Fiat, per la realizzazione di un parcheggio sotto il Palazzo di Giustizia di Novoli – svelano i due esponenti del sole che ride – In cui, sorprendentemente, oltre alla variante urbanistica, ‘si da atto che il Piano di Recupero dell’Ex-Fiat a Novoli … è divenuto inefficace per la parte non attuata’, e per questo il Comune di Firenze proroga ‘l’efficacia del Piano’: tutto questo è davvero incredibile e necessita di un ulteriore approfondimento”.
“Evidentemente – commentano Luca Ragazzo e Tommaso Grassi – nonostante le inchieste della Magistratura, la logica del cemento avanza imperterrita e senza ritegno. A quando una presa di coscienza e una sana inversione di tendenza ? ”
Ma sul Piano strutturale al prossimo consiglio comunale interviene anche il candidato sindaco Spini: “In una situazione difficile, in una città profondamente divisa, non ha senso un’approvazione del piano strutturale da parte di un’amministrazione che sta per scadere, mentre sono già in corso elezioni primarie per definire il candidato dello stesso partito Democratico.” Così Valdo Spini - che ha annunciato la sua candidatura a Sindaco di Firenze con risposta ad un appello che gli è venuto a un folto gruppo di cittadine e cittadini della società civile - si è espresso in merito al piano strutturale che dovrà essere approvato dal prossimo consiglio comunale.
“Il Piano Strutturale è il documento fondamentale della programmazione urbanistica della città - continua Spini – e avrebbe avuto ben altro senso, se l’amministrazione comunale lo avesse approvato almeno due anni addietro. Oggi avrebbe soprattutto un significato politico, visto il breve tempo che ci separa dalle elezioni. Ma questo significato appare come una chiusura, non solo per quanto riguarda la dialettica tra i partiti in consiglio comunale, ma anche rispetto alle attese e alle richieste dei comitati dei cittadini che numerosi si sono formati in questo periodo.
Anche per gli stessi operatori economici, un piano approvato dalla nuova amministrazione avrebbe maggior forza in termini di certezza delle scelte. Credo quindi che sarebbe saggio che l’approvazione definitiva del piano strutturale fosse demandata alla nuova amministrazione. “Scendendo sul piano dei contenuti – precisa l’ex ministro - ci sono poi almeno tre punti che consigliano un ripensamento: 1) la necessità di rendere compatibile l’intero sistema della mobilità urbana con le grandi opere ferroviarie e tramviarie e con la quotidianità della vita cittadina; 2) la “questione stadio” non compresa all’interno del piano strutturale e che necessita una soluzione adeguata.
Da un lato va ribadita la necessità di una nuova struttura, ma, ad oggi, non si capisce dove questa sarà concretamente collocata. Va comunque tenuto conto del fatto che l’attuale Stadio “Franchi” è un monumento dell’architettura del Novecento, tutelato con apposito DM e quindi fa parte degli edifici da proteggere nella loro integrità. 3) Le colline, che invece di costituire un insieme paesaggistico unitario, sono trattate in modo frazionato, rompendo la logica di tutela del piano Detti e andando contro lo stesso piano provinciale (PTC) che definisce le colline come “invarianti strutturali” e protegge il paesaggio come “fatto globale….
sia come valore estetico- formale sia come patrimonio culturale e risorsa economica .”