L'Ocse prevede per l'Italia due anni di difficile recessione economica: Pil in calo dello 0,4 per cento già quest'anno ea seguire un pesante meno 1 per cento nel 2009. L'Assessore regionale alle politiche Sociali Gianni Salvadori questa mattina al convegno promosso da ACLI Toscana su "Modelli di Welfare cittadinanza attiva, democrazia diffusa" ha lanciato un pesante allarme per il 2009 e il 2010. "Siamo di fronte ad una pericolossima crisi economica - ha detto l'Assessore Salvadori - di cui ancora non ce ne rendiamo conto; solo a marzo 2009 si concretizzerà in Toscana con ripercussioni anche per un pezzo del 2010.
Sarà una crisi difficilissima e non solo per il lavoro, ma creerà anche condizioni disagiate per le famiglie, soprattutto a causa delle scelte sbagliate del governo, e penso, per esempio, alla soppressione del tempo pieno per le scuole, che non permetterà più di avere due lavori nelle famiglie per stare dietro ai ragazzi. Vedo un futuro funesto per il nostro benessere. Non bisogna quindi soffermarci a fare delle analisi, ma bisogna sforzarci, come fanno oggi le Acli con questo convegno, a trovare qualche formula per dare delle speranze e delle opportunità.
Bisogna aprire uno scontro durissimo nel paese. Dobbiamo iniziare una lotta senza quartiere contro l'individualismo a favore di una società costruita sulla persona".
Da parte sua il Presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, Fabio Roggiolani, ha evidenziato "la disperazione della nostra società e la polverizzazione della famiglia. In toscana le famiglie sono passate da 700.000 a 1.000.000, con un incremento di 300 mila unità. Bisogna quindi parlare diversamente e ricostituire interventi di welfare."
Da parte sua Michele Rizzi, Vice Presidente Acli Nazionale, ha evidenziato come le Acli nel nostro paese stiano indirizzando i loro sforzi a tutela di due realtà: la famiglia e i giovani.
"La famiglia, attraverso una politica di welfare e di legislazione che la tuteli, sia economicamente ma anche culturalmente, e i giovani, che non vogliono essere esclusi dal sistema del welfare e che vedono davanti a loro una vita difficile. Noi oggi raccogliamo l'invito rivoltoci dall'Assessore Salvadori e non lasceremo da sola la Regione Toscana su questi temi, anzi faremo sentire la voce delle Acli e porteremo l'apporto che da sempre le Acli impegnano a favore della tutela delle famiglie".
“Le dinamiche sociali – ha sottolineato il Presidente regionale delle Acli, Federico Barni – impongono modelli di Welfare flessibili e capaci di risposta efficace sul territorio.
E ciò richiede che le associazioni di volontariato siano coinvolte non solo nella gestione dei servizi sociali ma già nell’analisi dei bisogni e nella individuazione delle linee strategiche. Da qui il nostro convegno regionale per chiederci come le associazioni possono “risvegliare” la politica, e suscitare nella gente un interesse nuovo per la politica”.
Centinaia di posti di lavoro a rischio nell’edilizia a Massa Carrara nei prossimi mesi. Alcune aziende intanto, hanno chiesto la cassa integrazione a cui sono destinate ad aggiungersene altre in futuro.
L’analisi, la prima, e non positiva a livello provinciale, è di Cna Massa Carrara che ha convocato un’assemblea straordinaria del comparto costruzioni per venerdì 28 novembre nella sede provinciale di Avenza (inizio incontro alle 18) a cui seguirà un incontro il 16 dicembre legato al recupero dei crediti. Al centro dell’incontro, molto atteso dalla categoria anche per stilare un documento di proposte a livello locale da presentare alle istituzioni, oltre all’analisi della congiuntura economica, le problematiche relative al recupero dei crediti (in Italia sono circa 35 miliardi di euro i crediti da recuperare da parte delle aziende), il mancato frazionamento degli appalti pubblici, la lentezza della burocrazia che rallenta il mercato (per una licenzia edilizia occorrono mesi e mesi) e le misure fiscali e contributive a cui però il Governo sembra metterà mano (versamento Iva all’effettivo pagamento etc).
Non c’è solo la crisi internazionale a gravare sull’economia apuana già per altro più in difficoltà rispetto alle altre province toscane; c’è anche una crisi tutta locale. I numeri parlano da soli. Dopo anni di crescita e di indicatori positivi l’edilizia ha perso, nei primi 6 mesi del 2008, 8,2% dei fatturati caratterizzandosi, a livello generale, come la seconda provincia in Toscana dal peggior trend. A naufragare, assieme agli edili, i comparti direttamente collegati come l’impiantistica, il lapideo, e i servizi.
“Non abbiamo la presunzione di risolvere la crisi – sottolinea Giovanni Pinelli, Presidente Provinciale Cna presentando l’assemblea – ma semplicemente analizzare il settore per capire dove e come intervenire per ridare ossigeno alle imprese apuane. A partire dal mancato recupero dei crediti. Il pubblico non sta pagando, i privati prima di buttarsi in investimenti ci pensano e aspettano tempi migliori, e chi lo ha già fatto, sta temporeggiando perché preferisce tenere in banca i soldi. Questo – spiega – porta il mercato al collasso e il comparto all’affossamento”.
A fianco dei temi del credito anche il poco frazionamento del mercato delle opere pubbliche. “In questo momento – spiegano Cna – c’è bisogno di frazionare le opere pubbliche tra le imprese locali che hanno i requisiti e tutto quanto in regola, e non più soltanto a pochi, o ancor peggio, provenienti da altre province. Gli enti pubblici sono i maggior committenti dell’edilizia e il mercato può essere rilanciato partendo dal loro stimolo. La fiducia si riconquista investendo. Se non si investe più è finita”.
Ma c’è anche la burocrazia e il paradosso di una licenza edilizia che può volerci anche un anno per ottenerla. “Anche la velocità della burocrazia – spiegano gli edili – può dare un contributo al rilancio. Velocizzare significa creare lavoro e generare flusso di denaro. Più si rallenta, più si blocca il sistema. Il nostro appello è rivolto anche ai funzionari perché sono loro l’ago della bilancia molte volte”. E infine le misure fiscali e contributive: “A livello nazionale ci auguriamo – spiega ancora Cna - che il Governo concretizzi i progetti di versamento dell’Iva dopo l’effettivo pagamento e le altre misure contributive.
E’ impensabile che le imprese debbano fa fronte a spese come l’Iva, l’acconto delle tasse, il Durc senza aver la sicurezza che non saremo pagati nemmeno dopo 150 giorni dal temine dei lavori”. Infine Pinelli rivolge un appello a tutti i soggetti politici ed economici della Provincia: “Per superare questo momento c’è bisogno del contributo di tutti i soggetti. Basta individualismi, basta pensare ognuno per se o il nostro settore non reggerà all’urto di questi difficili mesi che ancora abbiamo di fronte”.