Arezzo, 15 novembre 2008- +6,7% dell’offerta; +4% della domanda. L’agriturismo tiene alla attuale crisi del turismo. E’ questa la fotografia di un settore che ha saputo rispondere alle contingenze economiche sfavorevoli rinnovando la propria offerta. E’ quanto emerso ad Arezzo, dove è in corso fino a domenica 16 novembre la settima edizione di AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo. Respira dunque, e anzi rappresenta una vera e propria risposta alla crisi degli arrivi l’agriturismo italiano.
“AgrieTour rappresenta sempre di più un importante punto di riferimento per gli imprenditori del settore – spiega il presidente di Turismo Verde Toscana, Andrea Scarafia – perché con i suoi worshop per incontrare la domanda, ma soprattutto con i master di formazione, da Arezzo ogni anno il confronto porta alle soluzioni di miglioramento dell’offerta e delle strategie del mercato”. Con il 2008 in Italia gli agriturismi hanno superato quota 18mila strutture con un incremento del 6.7 per cento (+1.240 rispetto a fine 2006), di cui 14.810 con alloggio (per 179mila posti letto), 8.410 quelli che fanno ristorazione, 2.664 degustazione.
In forte crescita le attività collaterali (9.643 strutture, con un aumento medio del 10%) che puntano alla valorizzazione del territorio, inteso come ambiente e cultura. Fra le preferite l’Osservatorio nazionale dell’agriturismo di AgrieTour annovera l’escursionismo (3.130), l’equitazione (1.550) e il trekking (1.465), ma anche osservazioni naturalistiche e mountain bike (2.311), oltre a diversi sport (3.680) e ai corsi (1.025) in particolare di cucina. Per il 2007 si può stimare un consolidamento della domanda rispetto all’anno precedente, ed esclusivamente grazie alla componente estera (+8%) mentre quella italiana avrebbe visto una riduzione del 2%, mentre l’offerta ha continuato a crescere per la spinta generata dalla diversificazione del settore agricolo.
Il giro d’affari complessivo è stimato in oltre mille milioni di euro, con un fatturato medio delle aziende che appare in leggera ma progressiva diminuzione visto l’aumento del numero delle unità, arrivando ad attestarsi poco al di sotto dei 60 mila euro. Si tratta di un ammontare decisamente ridotto anche qualora si consideri la natura “complementare” dell’attività agrituristica rispetto a quella agricola, che certo non può favorire l’auspicato incremento della quantità e del livello qualitativo dei servizi offerti e che spesso non consentono il raggiungimento di adeguati livelli di redditività.
“Adesso le imprese devono saper puntare al miglioramento e alla specializzazione della propria offerta – spiega Carlo Hausmann, responsabile scientifico di AgrieTour – perché esiste una fetta di mercato non ancora esplorata dal settore che è formata da giovani con cultura medio-alta che pretendono oltre all’offerta paesaggistico-ambientale, anche maggiore attenzione alle attività collaterali legate al territorio”.
Le aziende agrituristiche autorizzate in Toscana alla fine del 2007 hanno quasi raggiunto le 4 mila unità, confermando un trend di crescita che da quando l’esercizio dell’attività agrituristica è stato regolamentato non ha mai subito battute di arresto, anche se negli ultimi anni si è registrato un rallentamento del tasso di crescita che nel 2007 è risultato del +4,7% rispetto all’anno precedente.
Nel 2007 il saldo tra nuove autorizzazioni e cessazioni è stato comunque di 180 unità, evidenziando un mantenimento di interesse da parte degli imprenditori agricoli anche con il venire meno del sostegno pubblico concesso sulla base del Piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006 alle ristrutturazioni e agli ampliamenti della capacità ricettiva. È anche grazie al PSR appena concluso se negli ultimi 6 anni le aziende autorizzate sono cresciute del 56% e i posti letto del 60%. A fine 2007 le 3.979 aziende agrituristiche disponevano di quasi 49 mila posti letto, con una media di 12,3 posti letto per azienda, in lieve aumento rispetto all’anno precedente a testimoniare la ricerca di caratteri dimensionali in grado di garantire una maggiore economicità nella fornitura dei servizi ritenuti sempre più essenziali da parte della clientela.