Firenze – Secolo XIX: l’arte lancia la rivoluzione del vero. L’industria inizia a produrre tubetti di colori a olio che consentono di dipingere all’aperto e la pittura scopre così nuovi orizzonti e ispirazioni. Nascono macchiaioli e impressionisti, trionfa il modello en plein air. Due secoli dopo, 150 dei maggiori restauratori ed esperti internazionali di opere dell’Ottocento si riuniscono a convegno per la prima volta (13 – 14 novembre), ospiti di Firenze nel contesto delle celebrazioni per il centenario della morte di Giovanni Fattori, macchiaiolo supremo e imperituro.
Sostenuto dall’Ente Cassa di Risparmio (che con il Polo Museale Fiorentino ha prodotto il ciclo di mostre dedicate a Fattori), l’evento conferma Firenze tra le capitali del restauro ed è destinato a diventare pietra miliare del settore.
Promuove e organizza il Gruppo Italiano dell’International Institute of Conservation (IIC), la nota organizzazione che ha sede a Londra e migliaia di soci in 75 paesi. Collabora il CERR, Centro Europeo di Ricerche nella Conservazione e il Restauro, che ha invece sede a Siena. Il convegno nasce da un’idea dello storico dell’arte Giorgio Bonsanti accolta con entusiasmo dal collega Carlo Sisi nel progetto Firenze per Fattori da Sisi elaborato. “E’ un convegno attesissimo a livello internazionale”, spiega Bonsanti, “La pittura dell’800 pre-impressionista rappresenta infatti la conclusione di un percorso secolare e, contemporaneamente, l’apertura verso la modernità”.
In programma 33 relazioni di altrettanti restauratori e storici dell’arte.
Si apre il giorno 13 con i soprintendenti del Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini e dell’Opificio delle Pietre Dure Bruno Santi, ospiti in Palazzo Vecchio dell’assessore alla Cultura Eugenio Giani. Si continua il giorno dopo nell’Auditorium dell’Ente Cassa (via Folco Portinari 5r). Oggetto di analisi e dibattito: i materiali, le tecniche, la conservazione dei dipinti su tela, legno e materiali cartacei., ovvero tutto ciò che il titolo del convegno definisce Effetto luce. Tra i tanti pittori sotto esame Hayez, Michetti, Lojacono, Fontanesi, Costa, Segantini, Pellizza da Volpedo, Chini, Caracciolo, Sartorio e, naturalmente, Fattori.
Non si prevedono scoop clamorosi, né scoperte sensazionali.
Saranno però presentati numerosi casi pratici e studi applicati con la descrizione dei procedimenti e delle eventuali soluzioni, oltre a un formulario sulle esperienze internazionali di maggior rilievo. La comunità scientifica si scambierà in sostanza le mille piccole-grandi novità e invenzioni tecniche che fanno il vero tesoro del restauro. Saranno per esempio resi noti i risultati del Progetto Giovanni Fattori avviato nel 2001 dalla Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti, sempre grazie all’Ente Cassa di Risparmio.
Il progetto ha permesso di analizzare e curare le 60 opere di Fattori della Galleria, esperienza che ha prodotto una quantità di materiali preparatori e testimonianze fotografiche così ricca e significativa, da diventare il campione per lo studio delle tecniche nell'ambito delle moderne metodologie del restauro.
Il monitoraggio microclimatico delle 8 sale che contengono le opere ha inoltre consentito di definire le caratteristiche ottimali degli ambienti, al fine di allestire una sorta di anagrafe conservativa. Tutto questo lavoro sarà oggetto di una pubblicazione curata da Giovanna Damiani (Polo Museale Fiorentino) e dalla restauratrice Muriel Vervat, che le edizioni Polistampa manderanno in libreria a fine novembre.
Da questa straordinaria esperienza e, più in generale, dallo scambio di informazioni verificatosi negli ultimi anni fra restauratori italiani e stranieri attivi nei musei di arte ottocentesca (Milano, Torino, Genova, Venezia, Roma, Napoli, Parigi, Londra), è appunto scaturita la scintilla che ha portato all’organizzazione del convegno di Firenze.
Tra i relatori stranieri spiccano i nomi del chimico americano Richard Wolbers (ha scoperto nuovi sistemi di pulire le policromie oggi diffusi in tutto il mondo), di José Luis Dìez e Lucìa Martinez Valverde del Museo del Prado (presenteranno gli interventi sui grandi dipinti dell’800 spagnolo) e di Rachel Turnbull del Victoria & Albert Museum (illustrerà il lavoro di restauro di un’opera di Caracciolo).
Tra gli italiani, da segnalare anche gli studi su Fontanesi condotti a Torino da Virginia Bertone (Galleria di Arte Moderna) e Antonio Rava (Accademia di Belle Arti).