Firenze- E' stata approvata questa mattina dal Consiglio regionale la proposta di legge che modifica profondamente l'attuale disciplina del servizio sanitario regionale e che istituzionalizza le Società della salute in Toscana. Il provvedimento, dopo una lunga discussione, è stato approvato con i voti favorevoli dei gruppi di maggioranza e con quello contrario dei gruppi di centrodestra.
In sede di dichiarazione di voto Anna Maria Celesti (Fi-Pdl), vicepresidente della commissione Sanità, ha ribadito che, pur confermando il valore positivo di alcune modifiche apportate dalla legge, come l'introduzione di criteri di trasparenza nelle nomine di primari e direttori generali grazie ad alcuni emendamenti da lei stessa presentati, rimangono forti le perplessità riguardo all'istituzionalizzazione delle Società della salute.
Secondo Celesti i dubbi già espressi a suo tempo sono stati confermati dalla fase di sperimentazione e le Sds "non sono certamente lo strumento adatto a gestire i servizi sociosanitari. Gli interessi dei cittadini andrebbero anteposti agli interessi politici, purtroppo qui è stato fatto il contrario".
Monica Sgherri (Rifondazione Comunista) ha voluto sottolineare il buon lavoro fatto dalla commissione Sanità che ha permesso di superare anche alcuni punti oscuri presenti nella proposta di legge.
"I nostri dubbi espressi in passato sulle Sds - ha spiegato Sgherri - sono stati superati dall'accoglimento di alcuni emendamenti, per cui adesso su tutti gli atti di programmazione sarà necessario il parere preventivo delle assemblee elettive". Anche il rischio di rottura, sempre riguardo alle Sds, sul sistema sociosanitario viene scongiurato da una norma transitoria prevista in legge che permette di arginare i rischi.
"Errare è umano, perseverare è diabolico e certo logica avrebbe voluto che non si proseguisse sulla strada dell'istituzionalizzazione delle Sds".
Questo il giudizio di Marco Cellai (An-Pdl), il quale ha voluto evidenziare il parere fortemente negativo dell'opposizione di centrodestra a quella che lui ha definito "una scelta irrazionale".
"Valeva la pena di sconquassare un intero ordinamento solo per istituire le Società della salute?". La domanda se l'è posta Marco Carraresi (Udc), secondo il quale se alcune parti della legge possono essere giudicate positivamente il grande nodo rimane la questione Sds, e nessun parere della maggioranza ha saputo confutare le critiche espresse dal centrodestra.
"La sperimentazione non ha prodotto alcun risultato - ha detto Carraresi - dunque non c'era niente da valutare. Con le Sds si introduce solo un ulteriore livello burocratico che rischia di peggiorare i livelli di assistenza". Secondo Fabio Roggiolani (Verdi), presidente della commissione Sanità, l'opposizione non ha saputo cogliere il segno di cambiamento che la proposta di legge contiene: all'innovazione rappresentata dalle Sds si guarda anche a livello nazionale. "I Consigli comunali tornano in campo - ha spiegato Roggiolani - e si riafferma il valore della democrazia diffusa, anche grazie al lavoro svolto in commissione Sanità".
Anche il capogruppo dei Verdi Mario Lupi ha giudicato la proposta di legge "positiva e profondamente innovativa".
Fra gli aspetti positivi del provvedimento, secondo Paolo Marini (Comunisti italiani) ci sono il coinvolgimento delle comunità locali, l'attenzione al processo di integrazione sociosanitaria e la partecipazione dei cittadini alla gestione dei servizi. Per questo il consigliere ha preannunciato il voto positivo del suo gruppo, pur indicando come possibile criticità la rottura che potrebbe avvenire fra le realtà che decidessero di adottare il sistema delle Sds e quelle che non lo faranno.
Filippo Fossati (Pd), nell'annunciare il voto positivo del suo gruppo, ha osservato che "la differenza fra noi e il centrodestra, che ha mantenuto una grande rigidità, è che noi con questa legge scommettiamo sulla capacità del sistema di governare processi complessi.
Questa è una legge che si fonda sulla funzione del governo, e sulla capacità dei cittadini di rispondere e di autorganizzarsi per migliorare la qualità della vita".
Un sì convinto è stato espresso anche da parte di Alessia Petraglia (Sinistra democratica), secondo la quale "il testo della proposta di legge, dopo il lungo lavoro effettuato in commissione Sanità, è stato capace di accogliere il dibattito che si è aperto nella società toscana. E' stata accolta la sfida di coinvolgere i Comuni".
Pieraldo Ciucchi (Ps) ha spiegato che avrebbe preferito "che il provvedimento fosse approvato in un contesto in cui fossero stati assunti i policlinici come riferimento per una sanità di eccellenza"; tuttavia secondo Ciucchi il provvedimento può portare a un innalzamento del livello della qualità della vita.
"Siamo davanti a un percorso nuovo - ha concluso - che ha bisogno di grande capacità di governo da parte delle comunità locali".
Per Alberto Magnolfi (Fi-Pdl) l'ampiezza del voto favorevole alla legge non rispecchia l'ampiezza del consenso, e questo si è potuto evincere da vari interventi. "Le Società della salute - ha detto Magnolfi - sono una forma di intromissione della burocrazia politica nel corretto governo della sanità e dei servizi sociali".
Infine alcune considerazioni da parte dell'assessore regionale al Diritto alla salute Enrico Rossi, per il quale "si è data una risposta corretta al bisogno di partecipazione delle istituzioni locali al governo dei servizi sociosanitari".
Secondo Rossi prima delle Sds era più alto il livello di conflitto fra Asl e Comuni e anche con il volontariato, mentre ora esiste un quadro positivo di coordinamento.