Firenze- I designer, progettando oggetti, ambienti e servizi, hanno un grande potere e una grande responsabilità: poter orientare gli stili di vita e creare nuovi valori. Per questo progettare e insegnare a progettare in maniera sostenibile e solidale, rispettando l’ambiente e i diritti umani, può avere un grande impatto per il futuro. Questa la filosofia alla base del convegno che si tiene oggi nell’auditorium del Consiglio regionale, nell’ambito della Giornata mondiale dell’alimentazione, dal titolo “Less is next, per un design solidale e sostenibile”.
All’appuntamento, organizzato dall’Isia (Istituto superiore per le industrie artistiche) di Firenze e dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, prendono parte docenti, esperti e addetti ai lavori di tutto il mondo. Con l’obiettivo, come hanno spiegato tra gli altri il direttore dell’Isia Stefano Maria Bettega e il presidente del Cnam (Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale) e rappresentante del ministero Giuseppe Furlanis, di confrontarsi, stabilire relazioni e far circolare le informazioni.
Da una tavola rotonda che si è svolta ieri è emersa l’intenzione di sottoscrivere e ampliare la “Kyoto Design Declaration 2008”, una dichiarazione d’impegno da parte di docenti di università e istituti di design di tutto il mondo a “condividere la responsabilità mondiale per la costruzione di una società creativa, sostenibile e basata sull’uomo”.
Alla conferenza hanno portato i loro saluti il presidente della commissione consiliare Sanità Fabio Roggiolani (Verdi) e l’assessore regionale alla Difesa del suolo e servizio idrico Marco Betti.
Roggiolani ha sottolineato che il seminario di oggi “è un evento a cui teniamo molto, perché progettare gli oggetti in un certo modo anziché in un altro può avere impatti pesantissimi sull’ambiente e sulla vita di tutti i giorni”. “La Toscana – ha proseguito Roggiolani - negli ultimi mesi ha effettuato una decisa svolta in materia di risparmio energetico e sostenibilità, adottando i nuovi piani energetico e sanitario. Ad esempio, abbiamo deciso che l’intero parco macchine della sanità, circa tremila veicoli, debbano essere riconvertiti in mezzi elettrici, con ricarica a energia solare.
E stiamo notando un grande interesse delle aziende verso questi prodotti innovativi”.
Marco Betti ha osservato che “il titolo del convegno traduce benissimo il concetto che il futuro va verso il minore consumo. Abbiamo visto i governi aggrapparsi negli anni a concetti obsoleti per il pianeta, concetti che si basano sul Pil. Ma la qualità della vita non si misura col Pil, bensì con il benessere, con il tempo a disposizione, con la consapevolezza di consumare prodotti sostenibili. Oggi si deve produrre con una logica diversa, e in questo senso la Regione Toscana si sta muovendo, anche con la recente approvazione di alcuni piani, in maniera differente rispetto a come si sta muovendo l’Italia”.
Dunque il ruolo dei designer può essere strategico per un futuro sostenibile. Non solo progettando prodotti che rispondano a certi criteri ma anche, come ha illustrato Ezio Manzini, docente al Politecnico di Milano, selezionando le idee e i progetti che nascono dalla società (ad esempio i microasili a domicilio, la convivenza di anziani e studenti, i mercati a filiera corta) e riproducendo le condizioni ambientali necessarie per poterli trasformare da “prototipi” in modelli riproponibili ovunque.
E svolgendo un’importante funzione sociale,.soprattutto in un periodo di crisi come questo, per fare percepire alla gente che consumare di meno non è per forza una deprivazione, una necessità che genera frustrazione, ma può essere uno stile di vita positivo, innovativo e soddisfacente. (cem)