Giovanni Varrasi
(capogruppo dei Verdi)
Durante i trascorsi quattro anni del mandato amministrativo, il Gruppo consiliare dei Verdi ha dato un contributo importante alle politiche di governo della città, cercando di orientarsi nella tortuosità politica seguendo i punti di riferimento costituiti dall’intreccio indissolubile tra sviluppo, ambiente e comunità.
L’osservazione attenta e partecipe della politica consiliare ci ha fatto cogliere con chiarezza le componenti più conservatrici della maggioranza e del governo, quelle semplicemente inefficienti, quelle addette al controllo e allo svuotamento delle creatività che via via si manifestavano nella società e nella politica e, dulcis in fundo, le componenti veramente riformiste della maggioranza impregnate della cultura della complessità e autenticamente convinte dell’importanza di una politica di alleanze nel centro-sinistra.
Con questa componente, espressa in particolare dal capogruppo del Pd Alberto Formigli, abbiamo lavorato in maniera seria e talvolta molto incisiva, soddisfatti dal prevalere del bene comune e della qualità urbana e sociale.
In altri casi siamo stati costretti a mediazioni positive o al contrario che segnavano lo “status quo”.
E dunque, sulla base di questa esperienza, della nostra dimostrata lealtà di governo, della qualità delle nostre proposte, che ci sentiamo di affermare che non tutti i presunti candidati a Sindaco di Firenze espressi dal Pd troveranno il nostro appoggio e consenso.
Il Gruppo dei Verdi non intende fare battaglie in stile politichese, per esempio ostinandosi a richiedere primarie di coalizione dopo quelle del Pd, né è alla ricerca di una poltrona a tutti i costi.
Ci piacerebbe invece sentirci parte di un nuovo progetto cittadino nel quale il Sindaco, persona dalle forte radici fiorentine, con aperture alla dimensione internazionale, con solida cultura politica e fuori dalle corporazioni e le lobbies che tanto hanno danneggiato – in qualche passaggio – la politica di governo, possa costituire una reale novità nel panorama del centro-sinistra nella prossima consultazione amministrativa.
Dopo gli errori delle comunali di Roma, con l’affermazione di un Sindaco dalle malcelate nostalgie fasciste, il disastro nella politica del centro-sinistra in Campania e a Napoli, l’impopolarità della Giunta Cofferati, Firenze resta un baluardo che deve vedere in campo tutte le forze più avanzate e costruttive della città.
Per questo abbiamo bisogno di un candidato di alto profilo, che possa presentarsi al popolo di Firenze, ai suoi ceti medi, agli uomini di cultura e di scienza, con una capacità di dialogo autorevole.
Per questo pensare a candidati che già hanno mostrato le loro carenze su questo terreno o atteggiamenti prevaricatori nei confronti degli alleati, vittime della sindrome dell’autoreferenzialità dei poteri, non ci convince.
Una particolare carenza politica è rappresentata da candidati la cui principale caratteristica è semplicemente il dato di fatto di essere espressione di una componente politica (ex Pci, ex Pds, ex Ds) che nel corso del tempo ha mostrato via via segni di stanchezza, opacità, inefficienza che tutta la città coglie.
Ci fa tremare l’idea che forse nemmeno noi, cittadini di sinistra, potremmo votarli nel segreto dell’urna.
Quindi questo nostro intervento intende essere un monito drammatico a livello politico e un invito alle persone più responsabili del gruppo dirigente del Pd perché sappia mettere a fuoco quello che noi vediamo con chiarezza.
O il Pd esprime un candidato di alto profilo che unifichi le varie anime del centrosinistra, o i Verdi valuteranno una eventuale discontinuità delle loro politiche di governo che tutti danno troppo per scontate.
La possibilità che anche a Firenze il centro-destra possa approfittare delle contraddizioni del nostro schieramento per prevalere, vanno considerate fra le opzioni plausibili.