È un programma dedicato interamente a Haydn, Bach e Beethoven quello che vede impegnati a Siena due fra gli allievi chigiani più affermati, vincitori di importanti concorsi internazionali, Anna Tifu (violino) e Francesco Corti (clavicembalo), protagonisti del concerto con l’Orchestra da Camera di Mantova (16 luglio, ore 21.15, Chiesa di Sant’Agostino). La violinista Anna Tifu, allieva di Salvatore Accardo all’Accademia Chigiana dove nel 2004 ha ottenuto il Diploma d’Onore, ha vinto il primo premio al Concorso internazionale George Enescu 2007.
Francesco Corti, Diploma di Merito all’Accademia Chigiana nel 2005 con Christophe Rousset, nel 2006 ha vinto il primo premio assoluto al XV Concorso Internazionale "Johann Sebastian Bach" di Lipsia, riconoscimento che non veniva assegnato dal 1972 e che gli ha attribuito il titolo di "Bachpreisträger".
Il concerto si aprirà con la Sinfonia n. 44 in mi minore “Funebre” di Haydn, scritta nel periodo in cui fu alla corte del principe Esterházy, un incarico destinato a condizionare la sua attività successiva per quasi trenta anni.
La Sinfonia in mi minore, verosimilmente databile intorno al 1771, è passata alla storia come Trauersymphonie (Sinfonia funebre). Un titolo tutto sommato improprio che sembra sia stato aggiunto solo dopo un’esecuzione tenuta a Berlino del 1809 alla memoria del compositore da poco scomparso. È peraltro destituita di fondamento la leggenda secondo la quale Haydn avrebbe voluto che l’Adagio accompagnasse i propri funerali.
A seguire il Concerto in mi maggiore per clavicembalo e orchestra BWV 1053 di Johann Sebastian Bach che fu probabilmente il primo musicista ad assegnare al clavicembalo un ruolo solistico all’interno del genere del Concerto.
Nel Concerto in mi maggiore, come negli altri analoghi lavori composti a Lipsia, il clavicembalo oltre a svolgere il ruolo integrativo di basso assegnatogli dalla tradizione barocca si assume autonomamente il compito di sviluppare il discorso compositivo con le dense elaborazioni del materiale di base, soprattutto durante gli episodi che negli Allegri incorniciano le riprese dei ritornelli e nelle ricche ornamentazioni melismatiche del tempo centrale. Chiude la serata il Concerto in re maggiore op.
61 per violino e orchestra di Ludwig van Beethoven. Nel 1806 Beethoven fu sollecitato dall’amico Franz Clement, Kapellmeister del Theater an der Wien, a comporre un Concerto per violino. L’autografo della partitura reca il titolo scherzoso “Concerto par Clemenza pour Clement, primo violino e direttore al teatro a Vienna dal L.v. Bthwn 1806”. Clement era un violinista famoso per le grandi capacità tecniche e la memoria prodigiosa ma anche per le sue esibizioni istrionesche al limite del funambolismo circense.
Così tenendo fede alla sua fama la sera del 23 dicembre dello stesso 1806, durante un concerto a proprio beneficio, Clement suonò il lavoro in prima esecuzione senza aver provato adeguatamente con l’orchestra e inserì fra il primo e il secondo tempo una esibizione virtuosistica su una sola corda con il violino capovolto.