CANGO Cantieri Goldonetta Firenze presenta la terza edizione del Festival Oltrarno Atelier, con la direzione artistica di Virgilio Sieni, che si svolge dal 10 al 18 giugno 2008 a Firenze, articolandosi tra gli spazi di CANGO e altri luoghi dell'Oltrarno.
Una geografia di luoghi carichi di segno e di significato dedicata a visioni poetiche. Una mappatura di luoghi dalla forte identità tracciata sulla sintonia profonda tra spazio e artista. Un lascito di conoscenza, un'idea di trasmissione, dall'artista al luogo e dal luogo all'artista.
E in questi luoghi l'artista e la sua idea poetica risiedono, nella durata della visione ma prima ancora nel tempo della creazione.
E così ogni visione declina le sue forme e i suoi linguaggi passando da un laboratorio artigiano di falegnameria alla Sala del Fiorino di Palazzo Pitti, dall'ex Cinema Teatro degli Artigianelli alla Sagrestia della Chiesa di S. Spirito, dalla Sala degli Scheletri del Museo di Storia Naturale La Specola alla Cappella Brancacci e alla Chiesa di Santa Felicita. E naturalmente Cango, luogo centrale del Festival, centro propulsivo e generativo dei percorsi che da esso si dipanano e irradiano nella geografia creativa, poetica, artistica e artigiana dell'Oltrarno di questo Atelier 2008.
A Cango trovano spazio, anzi luogo significante, gli spettacoli scelti per questa terza edizione: 4 progetti che, attraverso differenti e originali declinazioni, indagano e sanciscono la relazione tra danza e musica.
Il Festival si apre con il nuovo allestimento di “Tregua” la produzione creata da Virgilio Sieni per il Teatro Comunale di Ferrara, che, dopo l'Auditorium a Roma e prima di Ravenna Festival, arriva ora a Firenze (10,11,12 ore 21.30).
E' uno spettacolo composto da due parti distinte che nascono intorno a uno stesso nucleo tematico: il momento di sospensione all'interno della tragedia e del conflitto, quando la violenza dell'azione lascia emergere la necessità del lutto, del silenzio, del compianto. Il lavoro è segnato dalla musica dal vivo e dalla straordinaria presenza del contrabbassista Stefano Scodanibbio: la sua opera “Voyage that never ends” è stata adattata e in parte riscritta dall'autore per lo spettacolo.
Gli MK presentano la nuova produzione “Comfort.
Territori e crolli” (13 giugno ore 22), un lavoro nato e cresciuto nell'ambito di una residenza creativa a Cango. E' uno spettacolo 'geografico' che attraversa territori senza mappa, lo spazio non è acquisito ma determinato nell'instabilità. Indaga il senso di appartenenza che il corpo cerca fuori da sé, nel suo movimento verso l'esterno o al confine tra ciò che è casa e ciò che è campo aperto. Anche qui la musica live di Lorenzo Bianchi traccia le coordinate di una danza che attraverso la presenza rende possibile l'adattamento al mondo esterno, dove sfrecciano altri corpi e altri progetti.
I due performer Jonathan Burrows e Matteo Fargion presentano “Speaking Dance” (14 giugno ore 22), geniale e divertente ultima tappa coreografica della acclamata trilogia dedicata alla relazione tra musica e gesto che ha riscosso uno straordinario successo internazionale. Anche in questo lavoro il coreografo inglese e il compositore italiano indagano il rapporto tra il movimento-danza e il suono-musica, partendo da presupposti vicini al minimalismo concettuale e giungendo a esiti che aprono a suggestioni emozionali.
Il danzatore svizzero Thomas Hauert e il musicista Michel Debrulle offrono un’originale performance basata sull’improvvisazione. Entrambi, da orizzonti diversi, muovono verso la composizione di un evento dalla struttura aperta, che trova origine e ispirazione nelle forme tradizionali del folklore, oltre a richiami alla danza contemporanea e al jazz. “Drum & Dance” (16 giugno ore 22) è un dittico in cui gli interpreti si affrontano e dialogano per costruire un corpo unico, quello dell’evento, composto da due entità separate ma coinvolte contemporaneamente nel processo di creazione, articolato attorno a diversi registri espressivi.
Lo spazio e il tempo.
I luoghi e le età dell'uomo. Questi i temi che percorrono due eventi inediti realizzati dall'Accademia sull'Arte del Gesto di Virgilio Sieni.
Nella Sagrestia della Chiesa di Santo Spirito, davanti al “Crocifisso” di Michelangelo, un gruppo di donne e uomini tra i 65 e gli 80 anni dà vita a una performance giocata sull'incrocio di sguardi, corpi e gesti nell'esercizio della lentezza e dell'ascolto dell'altro. “Grande adagio all'imbrunire” (13 giugno ore 20.30) è un affresco fisico, un grande adagio che fa propria e poi restituisce la suggestione di un luogo unico.
La Sala del Fiorino a Palazzo Pitti, il Salone degli Scheletri alla Specola e il Saloncino Goldoni a Cango, accolgono ed esprimono un percorso poetico, artistico e simbolico che indaga il tema di “Adamo ed Eva” e il corpo che cresce attraverso lo sguardo di un gruppo di bambini di 7 e 8 anni.
Quattro episodi sulla creazione in cui il gesto affiora in un paesaggio di elementi primari e azioni la cui durata dilata i margini dello spazio (17 e 18 giugno ore 17.30).
Michelangelo, Masaccio e Masolino, Pontormo: Sagrestia di Santo Spirito, Cappella Brancacci, Chiesa di Santa Felicita. Visioni e luoghi, opere e Grandi Maestri dell’Oltrarno, raccontati in una lezione in tre tempi a cura di Sergio Risaliti (10 giugno ore 18.30; 11 giugno ore 16.30; 13 giugno ore 19).
La Falegnameria artigiana Frosecchi ospita, invece, il video che Thierry De Mey ha girato sullo spettacolo “cult” di William Forsythe “One flat thing”.
Le violente geometrie di Forsythe sono esaltate in “One flat thing, reproduced” (10,11,14,16 giugno ore 21; 12 giugno ore 23), che De Mey porta sullo schermo restituendone tutta la visionaria potenza. L'ex Cinema Teatro degli Artigianelli, un luogo storico di socialità e di visione già a partire dal Dopoguerra, accoglie eventi performativi, proiezioni di film, esposizioni fotografiche. Lo spazio desolato ma ricco di storia dell'ex Cinema diventa scenario di una performance che gioca ancora una volta sullo scorrere di un tempo fisico e sul dilatarsi di un tempo interiore.
L'artista Francesca Grilli ha chiesto al Soprano Lina Vasta, che risiede ne “La Casa di Riposo per Musicisti, Giuseppe Verdi” (Milano), alla fine della sua lunga e gloriosa carriera, di cantare ancora una volta davanti a un pubblico. “Enduring Midnight” (12 giugno ore 24) vuole essere la restituzione della memoria sonora, poetica ed emotiva dell’artista, e la risonanza di una passione e della sua immutabilità. A Cango, invece, la Grilli presenterà in prima assoluta il video “Gordon”, una riflessione sull'eredità e sulla distanza dei rapporti umani: protagonisti la stessa artista con il nonno 87enne (10-18 giugno ore 19-23).
La Galleria degli Artigianelli sarà inoltre abitata dall'esposizione fotografica e dallo slide show di Martina Bacigalupo.
“Pianissimo” (10-18 giugno ore 19-23) è una sequenza di scatti in bianco e nero che ritraggono bambini ipo e non-vedenti, di età compresa tra uno e diciassette anni. Una poesia di volti capace di svelare sguardi carichi di unicità e di una propria storia. La giovane artista genovese in “Le double” (10-18 giugno ore 19-23) indaga il tema dello sdoppiamento di identità, del dualismo, della contrapposizione che interessa i gemelli monozigoti. L’uguaglianza fisica crea un’ambiguità che porta a un continuo scambio di persona: il fatto estetico diventa evento ontologico.
E ancora una volta il Festival propone una riapertura simbolica dell’ex Cinema Artigianelli che viene per l’occasione riconsegnato alla sua funzione: verrà proiettato “Sopralluoghi in Palestina”, il film-documentario che Pier Paolo Pasolini ha girato nel 1963 durante un viaggio in Palestina alla ricerca dei luoghi per l'ambientazione del “Vangelo secondo Matteo” (14 giugno ore 23).
Una seconda serata (16 giugno ore 23) sarà dedicata ai film d'autore. Le due proiezioni presentate fanno parte del lungometraggio “Amore e Rabbia”, nel quale quattro registi sono chiamati alla rilettura delle parabole del Vangelo.
Bernardo Bertolucci mette in scena il teatro d'avanguardia del Living Theatre nell'episodio "Agonia”. Ne “L'amore” Jean-Luc Godard trasforma il figliol prodigo in un personaggio brechtiano.
Si nutre dunque di queste visioni parallele il percorso poetico del Festival Oltrarno Atelier '08, una geografia di luoghi significanti ed espressivi che abbracciano, nel corso di 8 giornate, eventi, pratiche artistiche e visioni del corpo. E’ ancora una volta un invito a trovare un tempo, un prolungamento della visione che coincide con la durata che i luoghi esprimono, grazie alla loro natura e ai vissuti che incarnano; si ricerca il tempo del camminare, dello stare, dell’osservare; si asseconda la complessa metrica umana che questa parte della città, con le sue stratificazioni e le sue peculiarità, suggerisce.