Firenze, 15 maggio 2008- Sabato 17 maggio, in occasione della IV Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa promossa in tutto il mondo dalla World Hypertension League, l’Università degli Studi di Firenze e l´Azienda Ospedaliera-Universitaria di Careggi hanno organizzato presso la sede della Arciconfraternita della Misericordia in Piazza del Duomo una postazione dove dalle ore 10 alle 17 sarà possibile eseguire gratuitamente un controllo della pressione arteriosa e ricevere consigli sul trattamento.
Sarà anche possibile avere indicazioni importanti su come effettuare in modo corretto la rilevazione della pressione al proprio domicilio. Una analoga postazione sarà allestita presso la Moschea di Firenze in via Borgo Allegri 62r. L’ipertensione arteriosa è il più comune fattore di rischio per infarto, ictus, insufficienza renale e scompenso cardiocircolatorio, responsabile di circa 240mila morti solo in Italia ogni anno. Sono 15 milioni gli italiani che soffrono di pressione alta. A Firenze, secondo uno studio condotto dall’Università, la prevalenza di ipertensione è del 30% (quasi 1 soggetto su 3 in età lavorativa).
Dopo i 60 anni, è ipertesa una persona su due. “Ma il dato più allarmante - sostiene Pietro Amedeo Modesti, della Facoltà di Medicina e Chirurgia - è che quasi il 40% degli ipertesi non sa di esserlo e talvolta lo scopre solo al momento di una grave complicanza. La prevenzione diventa quindi fondamentale: oggi l’ipertensione può essere efficacemente controllata con terapie ben tollerate e prive di effetti collaterali importanti. Accanto alla terapia farmacologica – afferma Modesti - sono anche ben dimostrati gli effetti vantaggiosi di semplici interventi come l’esercizio fisico, la riduzione del peso corporeo o del sale nella dieta”.
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo e il loro continuo aumento è in gran parte legato ai cambiamenti dello stile di vita e delle abitudini alimentari nei paesi in via di sviluppo.
“Questi cambiamenti interessano anche la Toscana dove attualmente circa il 5% della popolazione è costituita da soggetti immigrati provenienti dall’Africa e dal Sud Est Asiatico. Questi soggetti hanno una probabilità di sviluppare ipertensione rispettivamente 4 e 3 volte più alte rispetto ai caucasici – nota Modesti - Anche la probabilità di sviluppare diabete per le stesse popolazioni immigrate è rispettivamente 3 e 5 volte più alta rispetto ai soggetti europei”. Per questo, dalla collaborazione fra il Dipartimento di Area critica medico chirurgica dell’Ateneo fiorentino e la Misericordia di Firenze è nato anche il progetto di organizzare ambulatori di monitoraggio e prevenzione per gli immigrati dei paesi Africani ed Asiatici che sviluppi un raccordo con il Sistema Sanitario Nazionale.