Siena, 23 aprile 2008- Il muro voluto dai governi israeliani impedisce al popolo d’Israele di vedere e, quindi, conoscere la realtà della tragedia palestinese: il muro mediatico impedisce a noi di guardare il Muro. Una assai triste abitudine, invalsa anche grazie al mondo mediatico, è quella di aprire discussioni, stimolare opinioni, determinare giudizi in assenza dell’oggetto della discussione.
Il Muro israeliano è un esempio eclatante di quanto affermato: “barriera difensiva”, “muro di separazione”, “muro dell’apartheid” e chi più ne ha più ne metta: ma quanti hanno visto il muro? Il suo percorso, l’impatto con le realtà rurali, urbane, sociali, umane? Quanti ne conoscono il progetto e le sue conseguenze sul territorio? La mostra “Un muro non basta” cerca di mostrare cosa sia il Muro.
Mostrare, descrivere, riferire. Null’altro. Permettere discussioni, opinioni, giudizi in presenza dell’oggetto.
Con l’inaugurazione della Mostra a Siena inizia il mese che Hawiyya-onlus dedica al 60° anno della “Nakba”, la catastrofe palestinese, che vide nascere lo Stato d’Israele sul 78% della Palestina storica, la distruzione di circa 500 villaggi, l’esodo di 800.000 palestinesi.
Un programma basato sulla volontà di far conoscere, “toccare con mano” la situazione di un popolo.
Il programma prevede la proiezione del film “Il Muro” di Benny Brunner – 45 min. il 1 maggio alle ore 21,00 nella Sala Lia Lapini (Porta Pispini).
La presentazione del libro “100 anni di cultura palestinese” di Isabella Camera d’Afflitto.
La proiezione del film “Il muro di ferro” sulle centinaia di muri in Cisgiordania costituiti dalle Colonie israeliane. Un incontro con gli architetti Alessandro Petti e Sandi Hilal per la presentazione del progetto “Decolonizzare l’architettura.
Riorientare l’architettura dell’occupazione israeliana”.
Infine uno straordinario “racconto” della Nakba palestinese attraverso uno degli intellettuali più prestigiosi, un vero monumento della cultura palestinese: il Professor Salman Abu Sitta.