A cinque anni dallo scoppio della guerra in Iraq, Firenze dedica una giornata di approfondimento e riflessione sullo stato di salute e le prospettive del movimento pacifista. Teatro dell'evento il Viper Theatre di via Lombardia, zona Piagge. Alle 18.30 discussione/aperitivo con Lisa Clark (Beati costruttori di Pace), Tommaso Fattori (Forum mondiale alternativo dell’acqua), Marco Romoli (un Tempio per la Pace), Martina Taci (Volontaria del Campo di lavoro in Libano coordinato dal Servizio Civile Internazionale).
Coordinerà Riccardo Michelucci. Alle 21.00 la compagnia ‘Saverio Tommasi’ metterà in scena in anteprima assoluta 'il mio nome è mai più' di Domenico Guarino, tratto dall'omonimo racconto vincitore del premio 2007 "Firenze per le culture di pace", intitolato a Tiziano Terzani. Il monologo è la storia del movimento pacifista visto attraverso gli occhi di una bandiera della pace. Occhi critici, disillusi, ma ancora pieni di speranza. Saranno inoltre allestite due mostre fotografiche (una retrospettiva sul movimento pacifista fiorentino a cura di Marco Quinti e “A sud di Tyro: Fotogrammi tra Libano e Palestina”.
una collettiva di immagini dai campi profughi palestinesi in Libano). In sala video saranno proiettati i filmati prodotti dai ragazzi e dalle ragazze palestinesi impegnate nel progetto di Media Education che si è tenuto dal 22 dicembre 2007 al 5 gennaio 2008 in 5 villaggi del sud del Libano.
Press Now, l’organizzazione di Amsterdam che sostiene I media indpendenti nelle regioni in conflitto e nei paesi in fase di transizione, ha programmato di aprire un Independent Media Center a Suleymania, la capitale del Kurdistan irakeno, per addestrare giornalisti e personale addetto ai media.
Il Centro aprirà in aprile e verrà finanziato e sostento dalla Fondazione “Democrazia e Media”, che fa capo al Ministero degli esteri olandese. Israele ha detto invece in questi giorni che non collaborerà più con Al Jazeera, accusandola di orientare I suoi servizi in maniera parziale a favour del gruppo palestinese di Hamas. Al Jazeera nega invece qualsiasi atteggiamento di parzialità e sostiene di non aver ricevuto per ora nessuna comunicazione ufficiale da parte delle autorità israeliane.