12/10/2007 Firenze- Martedì 16 ottobre si inaugura la Stagione di Prosa 2007/2008 del Teatro della Pergola di Firenze con un’antologica della produzione teatrale e cinematografica di Pippo Delbono. Acclamato ambasciatore della scena italiana all’estero, regista/attore/autore con la sua originalissima commistione di teatro e vita ha percorso le scene internazionali con la sua compagnia scompigliandone canoni e tradizioni riscuotendo successi e collezionando riconoscimenti. La sua compagnia è formata da un nucleo storico di attori, il compagno di sempre Pepe Robledo e da persone autenticamente segnate dall'emarginazione: senzatetto, down, disabili, primo fra tutti il sordomuto Bobò, affidato a Delbono dopo 45 anni trascorsi nel manicomio di Aversa.
Protagonisti le cui sofferte esperienze spesso si riversano in scena. Dalla prosa al cinema e, di recente, alla regia lirica il lavoro di Pippo Delbono ha emozionato, commosso e sollecitato confronti. Alla Pergola presenterà in sequenza lo spettacolo URLO (16-21 ottobre in Sala) i suoi due film GUERRA ( 17 ottobre) e GRIDO (18 ottobre) e l’assolo RACCONTI DI GIUGNO (19 ottobre Saloncino) dove lo stesso Delbono solo in una scena nuda di un tavolino, una sedia e una bottiglia di birra incontra sé stesso narrandosi al pubblico che può così anche scoprire "quanto siano profonde le ragioni di un successo".
Urlo debutta nel 2004 al festival d’Avignone dove conquista fin da subito le pagine del prestigioso Le Monde che lo definisce "un evento indimenticabile, uno spettacolo pieno di saggezza e follia, di musica e poesia, popolato di creature fiabesche", e vince nel 2005 il Premio ETI - Olimpici del Teatro per il migliore spettacolo d'innovazione. Come ogni spettacolo di Pippo Delbono, Urlo è un viaggio che va dritto al centro delle emozioni, un’opera rituale dove collidono la danza, il canto, la musica, la pittura, le parole.
Tutte componenti che riescono a superare i limiti gli uni delle altre, per esprimere l’inesprimibile in maniera esplosiva. Urlo è uno spettacolo sul potere, un grido contro le sue sopraffazioni, sul dolore e la sconfitta di chi lo subisce, ma anche il segnale di una spiritualità che riesce a emergere dalla natura umana e generare un vitale percorso di scoperta. A tre anni dal suo debutto Urlo è oggi cresciuto di tanto andare per il mondo, Spagna, Francia, Germania, Polonia, Sud America e delle vite delle persone che lo hanno composto.
Una compagnia di venti attori dal vissuto molto differente – i compagni di strada Nelson, Gianluca, Gustavo, il piccolo Bobò, ma anche danzatori come Pepe Robledo e attori professionisti – si muove assieme ai musicisti di una banda differente di volta in volta. Accanto a loro alcune presenze inedite che portano nel lavoro il proprio bagaglio artistico e la propria esperienza, e arricchiscono di altri timbri il linguaggio in un vitale confronto: la grande compositrice e cantante Giovanna Marini e Umberto Orsini, il grande attore di Luchino Visconti.
Il risultato è "un’armonia di diversità" dove esseri umani incredibilmente diversi diventano in scena incredibilmente vicini. Nel 2003 lo spettacolo Guerra al termine della lunga tournée in Israele e Palestina genera un film, presentato alla mostra del Cinema di Venezia e nei maggiori festival internazionale, e si aggiudica tra gli altri il Premio David di Donatello come migliore documentario. Spettacolo atipico, visionario, folgorante, centralizzato sulla presenza di attori come Bobò e Gianluca, ma anche di altri corpi diversi; spettacolo carico di poesia, di umanità, di una dolcezza ruvida e aspra, dove Delbono dice in maniera stravolgente parole che parlano di un mondo straziato dai conflitti tra gli uomini ma segnato anche dal desiderio di libertà.
Da questo progetto teatrale e culturale – l’incontro di un tale gruppo con la gente di un luogo in guerra - Delbono trae ispirazione per realizzare un film dove quello che accade nel viaggio si intreccia con ciò che accade in scena, una storia non lineare dove gli attori e la gente della strada vivono "una guerra dove non c’è confine tra guerra interiore e guerra del mondo".
Del 2006 è Grido il secondo film della compagnia e come racconta Pippo Delbono "nasce dalla necessità di raccontare un’esperienza che mi ha trapassato la vita.
Una lavorazione di due anni per estrarre l’essenza di una storia molto più lunga. Non volevo e non potevo scrivere una sceneggiatura, né inventare personaggi. La storia era presente lì, come le persone, vive. E insieme a questo c’è il mio desiderio di cercare nel linguaggio del cinema la libertà del volo, dell’irreale, del sogno, della poesia. Senza perdere la coscienza della verità." Racconti di Giugno completa la rassegna fiorentina, è lo spettacolo dove l’attore-autore si confessa senza reticenze e con pudore in una dinamica di cronache e lampi della memoria, zigzagando tra le avventure della vita scenica e vissuta.
"Una sorta di diario di bordo, un’introspezione sul senso nascosto delle relazioni, sul lato dei desideri non espressi ma mostrati, sulla curiosità per gli altri, il filo rosso degli invaghimenti, la coscienza di una bellezza senza confini nelle storie, l’ardore non solo etico nelle scene della vita e nelle scene del teatro, l’estasi delle cose che ti perdono e che gli altri non ti perdonano, quel qualcosa di se stesso mai detto forse perché mai chiesto. Le coincidenze (tante) del mese di giugno, il mese in cui sono nato."