Mentre a Firenze è in corso il processo per danni ambientali causati dai cantieri dell'Alta velocità tra Firenze e Bologna, per dare la possibilità ai cittadini interessati di commissionare a un professionista un "testimoniale di stato" di un fabbricato in occasione dei lavori del sottoattraversamento dell'Alta velocità secondo una procedura standardizzata e a prezzi calmierati, ieri mattina in Palazzo Vecchio è stato siglato un protocollo dal Comune, dall'Osservatorio Ambientale del Nodo di Firenze dell'Alta velocità e dagli ordini professionali e associazioni che si occupano di immobili.
In dettaglio il protocollo è stato firmato dall'Amministrazione comunale (rappresentata dall'assessore all'urbanistica), dall'Osservatorio Ambientale del Nodo di Firenze dell'Alta velocità (presidente Pietro Rubellini), dall'Ordine degli ingegneri (vicepresidente Susanna Carfagni), dall'Ordine degli Architetti (segretario Daniele Del Cucina), dal Collegio dei Geometri (presidente Massimo Toti), dal Collegio dei Periti Industriali (presidente Giampiero Giovanetti), dall'Anaci (Alberto Bruni), dall'Uppi (vicepresidente Paolo Morini), dal Registro degli amministratori immobiliari di Confedilizia (vicepresidente Alfredo Pini), da Confedilizia e Gesticond (presidente Alessandro Nozzi).
Il progetto di sottoattraversamento ferroviario di Firenze per la linea dell'Alta velocità prevede la realizzazione di una galleria a doppia canna lunga circa 7chilometri tra Castello e Firenze Campo Marte. Questa tratta della linea ferroviaria attraverserà la città passando indicativamente sotto i viali di circonvallazione, interesserà quindi le aree di sedime di quartieri residenziali e direzionali e lambirà la Fortezza da Basso. Il progetto appaltato prevede la redazione di "testimoniali di stato" (in pratica una perizia tecnica che certifica lo stato di salute e la situazione dell'immobile ante inizio cantiere), con onere a carico del realizzatore, su alcuni edifici definiti come potenzialmente impattabili dai lavori di scavo.
Come ha spiegato Rubellini si tratta di 144 immobili che, per la loro posizione e per le loro caratteristiche costruttive, potrebbero avere qualche ripercussione in seguito all'intervento di realizzazione del sottoattraversamento.
Obiettivo di questo protocollo, come ha spiegato l'assessore all'urbanistica, è agevolare i cittadini interessati fornendo loro una procedura standard e tariffe determinate e calmierate.
In concreto gli ordini e i collegi si sono impegnati a definire sia il quadro delle prestazioni minime da dover eseguire per redigere i "testimoniali di stato" che il relativo costo, che andrà da un minimo di 350 a un massimo di 530 (ma la spesa varia a seconda del numero di vani e della presenza di spazi condominiali).
Sono previsti sconti per testimoniali di condomini su incarico dell'amministratore condominiale. Tra breve gli ordini professionali stileranno un elenco dei loro iscritti che aderiscono al protocollo, che sarà poi pubblicizzato dall'Amministrazione comunale.
Riferendosi ai danni che potranno essere provocati dai lavori per il tunnel Tav che attraverserà Firenze, gli amministratori e i tecnici usano parole tranquillizzanti, "non facciamo allarmismi", le perizie sugli edifici sono un "eccesso di prudenza", "i modelli matematici dicono che non ci saranno grandi problemi".
Contemporaneamente però la requisitoria del PM al processo per i danni dell'Alta Velocità in Mugello (ricordiamo sempre che il livello di valutazione dei due progetti, Mugello e Firenze, è esattamente lo stesso: al progetto preliminare) racconta di un disastro ambientale che ha stravolto in molti casi irreparabilmente l'equilibrio idrogeologico di un territorio, che la fascia attraversata dai cantieri si è desertificata, che "sono state stravolte le condizioni di vita di intere comunità. Con i lavori dell'Alta Velocità sono stati distrutti 57 Km di fiumi, 24 Km di corsi d'acqua hanno visto diminuire drasticamente la loro portata.
C'è stato l'essiccamento di 37 sorgenti, 5 acquedotti e una trentina di pozzi". E ancora: già nel '98 era stato dimostrato "il fallimento del modello matematico" dell'opera. Già, proprio quei modelli che ci direbbero che a Firenze non ci saranno grandi problemi.
Unaltracittà/Unaltromondo ritiene grave che l'amministrazione minimizzi i rischi di un'opera dall'impatto elevatissimo e non valutato compiutamente. Ritiene altresì grave che si perseveri con un modello di intervento che proprio in questi giorni viene denunciato come devastante riproponendolo dal Mugello al sottosuolo di Firenze.
Meglio farebbero gli amministratori, nell'interesse di tutti, a valutare le alternative, che ci sono e sono praticabili: la vera grande opera si misura sulla messa in sicurezza di un territorio, e sulla sua manutenzione, non sull'entità dell'appalto.
L’associazione ecologista fiorentina Idra apprezza e sostiene gli argomenti con cui il pubblico ministero Gianni Tei ha iniziato a formulare ieri la propria requisitoria al processo per i danni ambientali provocati dalla TAV in Toscana (stimati in 751 milioni di euro).
In particolare, rappresenta una nuova importante chiave di lettura e un significativo passo avanti nella ricostruzione giudiziaria dei fatti - secondo Idra - la richiesta di verifica delle responsabilità della Regione Toscana e del Ministero dell’Ambiente nell’arco dell’intera vicenda. Idra, per anni inascoltata, aveva documentato sin dall’inizio dell’operazione-TAV le condizioni di privilegio che le autorità hanno accordato a un cattivo progetto, che gli stessi uffici tecnici della Presidenza del Consiglio, della Regione e della Comunità Montana del Mugello avevano a suo tempo e per tempo bocciato.
Se la cantierizzazione dell’Appennino, acquisito il consenso dei Comuni con opere cosiddette compensative pagate comunque con denaro pubblico, ha potuto sentirsi così al sicuro da esagerare anche al momento dell’attuazione di quei cattivi progetti, aggravando i danni ambientali già preconizzati dagli stessi studi commissionati dalla TAV, i cittadini devono ringraziare proprio quei soggetti che, invece di tutelare in partenza il territorio, hanno dato il via libera - lesinando persino le risorse necessarie a un decente controllo ambientale - a un’opera che si è rivelata uno scempio anche erariale.
Grazie al prezioso intervento dell’ARPAT e dell’Osservatorio Ambientale Locale, tuttavia, è stato possibile documentare comunque con atti inoppugnabili almeno una parte dei disastri ambientali provocati da questa inquietante alleanza fra politica e “grandi opere”, che ancora una volta vorrebbe imporre oggi un malinteso “progresso” ad altri territori del Bel Paese (dalla Val di Susa al Veneto, dal Trentino Alto Adige al Friuli Venezia Giulia, dalla Campania alla Puglia).