Firenze, 1.2.’08- “Siamo scandalizzati. Crediamo che il mancato rinnovo da parte del Suo Ministero dell’Accordo Procedimentale e dell’Osservatorio Ambientale sulla tratta TAV Bologna-Firenze, e la mancata informazione ai cittadini sui motivi di tale “vacanza”, rappresenti un pessimo segnale da parte dell’istituzione che Ella presiede. Un atto (o meglio, un non-atto) che chiude a suo modo il cerchio di una “grande opera” – la tratta TAV in questione - della quale il nostro Paese ha da vergognarsi: imposta frettolosamente al territorio e alle popolazioni, sulla base di progetti che si sono rivelati inattendibili, realizzati da imprese che da anni sono in giudizio presso il Tribunale di Firenze per le modalità di esecuzione dei lavori, sottoposta per giunta a un regime di monitoraggio e di controlli quanto meno incerto”.
Così scrive al ministro (verde) dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio l’associazione di volontariato fiorentina Idra, denunciando l’assenza dell’unico strumento di controllo ambientale sulle conseguenze che la costruzione della linea AV ha provocato – con effetti tuttora attivi e spesso irreversibili – fra Firenze e Bologna.
Idra ricorda a Pecoraro Scanio che proprio dell’istituzione dell’Osservatorio Ambientale Nazionale ha menato vanto in tribunale a Firenze pochi giorni or sono, il 24 gennaio, il suo collega di governo on.
Vannino Chiti, ascoltato come testimone perché ex presidente della Regione Toscana. Al processo, che vede imputati decine di costruttori dell’opera, che hanno chiamato l’on Chiti e l’attuale presidente Claudio Martini come testi a difesa (quando la Regione Toscana è parte civile), l’on. Chiti ha dichiarato, secondo quanto riferiscono le cronache: "Sapevamo che la realizzazione dell'opera, tra le più rilevanti e complesse, poteva portare problemi per acquedotti e falde acquifere, ma non era tutto valutabile, e da questo nacque l'esigenza di creare l'Osservatorio nazionale, uno strumento di monitoraggio continuo dell'opera".
Ma questo strumento – già intervenuto tardivamente, con mezzi scarsi, una struttura organizzativa labile, intervalli di vacanza (formale o di fatto) e avvicendamenti frequenti di presidenti e membri – risulta adesso chiuso da oltre un anno! Proprio nella fase delicatissima in cui i costruttori smontano i cantieri, il territorio ferito viene abbandonato al proprio destino. “Ha mai avuto occasione, signor Ministro - scrive Idra - di informare il Suo collega on. Chiti di questa circostanza?”.
E aggiunge: “Ci chiediamo se non sarebbe più opportuno che Ella, diradando magari le frequentissime apparizioni in TV a commentare i fatti del giorno, si occupasse anche e soprattutto della soluzione di problemi così macroscopicamente rilevanti come quello menzionato, che interessa il nostro prezioso habitat e dunque le Sue competenze istituzionali”.
Dopo aver ricapitolato una per una le mancate risposte del ministro Pecoraro Scanio alle segnalazioni sulla tratta e al ponderoso Libro Bianco sullo sciagurato progetto di sottoattraversamento AV di Firenze inviati dall’associazione ecologista indipendente fiorentina, e il mancato riscontro alle proposte di riforma radicale dello stesso istituto dell’Osservatorio Ambientale Nazionale, Idra chiude augurandosi che Pecoraro Scanio “intenda intervenire con vivo sentimento di urgenza, prima del termine del Suo mandato ministeriale”.