Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, ieri, a Firenze, ascoltato come testimone nel corso del processo per i presunti danni per i lavori dell'Alta Velocità nella tratta Firenze Bologna. Grande ed inequivocabile segno di progresso oppure un inutile intervento a danno dell’ambiente?
"Troviamo decisamente inquietante quanto sta emergendo dal processo -interviene per Unaltracittà/Unaltromondo la capogruppo De Zordo- L'ex presidente della Regione Emilia Romagna, l'attuale ministro Bersani, ha affermato che c'era la consapevolezza 'dell'impatto e della natura dell'opera, che avrebbe trasformato il territorio'.
Ricordiamo sinteticamente che questi impatti nella realtò hanno significato decine di sorgenti, torrenti e pozzi essiccati. Corsi d'acqua, falde e terreni inquinati. Danni all'economia agricola e zootecnica, dall'Appennino fino a Monte Morello e alla piana di Sesto Fiorentino, alle porte di Firenze. Studi del CNR-ARPAT ipotizzano che ad essere intaccate siano riserve idriche profonde, strategiche. Più che di trasformazione si è trattato di devastazione di una parte importante del territorio.
Allora le ipotesi sono due: se veramente di tutto questo erano consapevoli, si tratta di una devastazione volontaria, con buona pace di tutte le chiacchiere di sviluppo sostenibile: si è coscientemente sacrificato il valore del territorio sull'altare della grande opera di turno. Se invece si è sottovalutato il reale impatto che si è poi verificato, si tratta di grave incompetenza, superficialità, inadeguatezza degli studi e delle previsioni: ancora una volta in nome del "progresso" non si è voluto spendere tempo e risorse per una attenta e approfondita valutazione.
E per il sottoattraversamento di Firenze, spacciato dalla giunta Domenici come grande esempio di modernità, quale di questi due scenari si presenterà?"