E’ l’edilizia a tenere alto “l’umore” dell’artigianato lucchese. In un clima dove manca la fiducia per il futuro e si ragiona sul breve periodo, e in un contesto macro-economico molto difficile a livello internazionale (rapporto euro-dollaro, caro benzina, crisi Usa) e nazionale (contrazione consumi, stipendi bassi), è il settore delle costruzioni assieme alla cantieristica a far registrare segnali positivi nell’ultimo rapporto di Uniocamere del primo semestre 08’. Le previsioni non sono però delle migliori a livello regionale anche se Cna Lucca è ottimista per il 2008.
Il motivo è da ricercare nella particolarità dell’artigianato lucchese costruito attorno a tante micro impresa che, a differenza di altre province, ha un ruolo forte nell’economia complessiva. Il 97,0 % delle imprese ha, infatti, meno di 9 addetti mentre su un totale di 44.307 unità locali soltanto 49 hanno più di 100 addetti. Il saldo per il 2007 è nuovamente positivo: sono 14.645 le unità totali con un saldo positivo di 121 imprese e un’occupazione che incide per il 27% degli addetti totali.
In crescita il fatturato che resta ancora negativo all’1,3% (era oltre il - 3% nel 2006), un gradino più in su (o in giù) della media regionale (1,4%) e quindi, in una fase di recupero, l’analisi registra un +1% per l’edilizia e due dati negativi rispettivamente per il manifatturiero (-1,7%) e servizi (-3,5%), comparto che sta vivendo un momento di difficoltà diffusa.
Male il calzaturiero (-8,2%) che perde anche 20 aziende rispetto al ’06 e il distretto di riferimento, il cartario, in ripresa rispetto al 2006 (-4,7%) dove a preoccupare è il valore di fronte alla voce occupazione (-6,8%), il dato peggiore, tra i distretti, a livello regionale. “Nonostante i segnali negativi del cartario – interpreta l’analisi Ugo Da Prato, Presidente Provinciale Cna Lucca - ci sono previsioni positive sui fatturati nel primo semestre con indici oltre il 2,5%. Un segnale molto positivo paragonato a tutti gli altri distretti regionali che sono in affanno.
Riusciremo a contenere la crisi anche nel nostro distretto di riferimento”. Impercettibile, ma positivo, l’indice sull’occupazione (+0,1%) dove è ancora l’edilizia a far segnare sul taccuino l’unica voce positiva (+1%) tirata dalle installazioni di servizi (pannelli fotovoltaici, bioedilizia etc) anche se si caratterizza sempre più il fenomeno della micro-impresa contro il 0,4% del manifatturiero e lo 0,6% dei servizi. Mantiene percentuali molto positive la cantieristica (+5) – il settore più in salute a livello regionale - che non cresce più a doppie cifre, ed era in previsione, ma cresce, in flessione invece il dato sulla crescita del comparto legno mobili (-26 unità) e dei trasporti (-42 imprese).
Non bene anche l’andamento dei fatturati del settore abbigliamento e calzature (-8,2%) come resta critico quello del lapideo (-3,8%), anche se sono marcate delle diminuzioni meno preoccupanti rispetto all’anno precedente. Ma se a livello regionale a preoccupare è il clima di sfiducia che si sta facendo largo tra gli artigiani e le pmi alla luce del congelamento degli investimenti scesi dal 18,4% nel 2006 al 17,7% nel 2007 e alla richiesta di fidi e finanziamenti per le ristrutturazioni di capitali che sono in netto aumento.
Cna Lucca vede alcuni spiragli: “L’indagine semestrale, assieme a numeri e percentuali, evidenzia una caduta del clima di fiducia degli imprenditori; la paura di quanto sta accadendo in America, il gioco al ribasso delle borse, il rapporto euro-dollaro svantaggioso per l’export e la contrazione dei consumi interni hanno innescato paura e incertezze. Le imprese maggiormente strutturate non investono, non perché non vogliono, ma perché non possono ed è questo che preoccupa. A bilanciare, fortunatamente, sono intervenute le micro-imprese e i piccoli imprenditori che paradossalmente sono ancora una volta il segmento dimensionale che crea posti di lavoro all’interno della tipologia imprenditoriale artigiana”.
Ma se la micro-impresa “resiste” servono per Cna “un processo di integrazione orizzontale attraverso la realizzazione di una rete di accompagnamento, assistenza e consulenza per accedere ai mercati delle merci, dei capitali, delle tecnologie, delle professionalità, e delle conoscenze. Una rete – spiega Ugo Da Prato - finalizzata alla realizzazione di servizi avanzati nei campi della ricerca, dell’innovazione, della formazione, della finanza, della promozione e dell’internazionalizzazione, tramite un sostegno integrato, pubblico e privato, costituita dai associazioni di Rappresentanza, Sistema Camerale, Istituzioni, Università, Centri Servizi e di Ricerca.
Solo così si può pensare di “aiutare” le imprese che fino ad oggi stanno lavorando con le proprie forze”.
L’edilizia
Come confermava, a dicembre, l’indagine di Cna Lucca, è l’edilizia il comparto che “tira”. Una crescita costante che dal 2004 non si è mai fermata (oltre 800 imprese di costruzioni in più dal ’04 al ’06) e che ha subito un ulteriore incremento nel solo 2007 con 275 nuove unità (+121) con una variazione rispetto all’anno precedente del +08%. Di queste imprese oltre l’80% (6946) sono artigiane (86,4%), che a loro volta rappresentanto il 47,8% dell’interno mondo artigianale provinciale.
“Un contributo alla crescita del settore che rende meno negativo il quadro generale dell’artigianato lucchese lo hanno dato tutti quei lavoratori che da posizioni irregolari si sono via via adeguati. Mi riferisco a rumeni, prima fuori dalla Comunità, e ora cittadini d’Europa a tutti gli effetti. Nella nostra organizzazione molte delle nuove iscrizioni arrivano proprio da loro e sono tutte nell’edilizia. Se da un lato è fatto positivo dall’altro si palesa una mancanza di formazione e di poca conoscenza delle norme sulla sicurezza, fiscali, amministrative che devono necessariamente essere colmata”.
Ma in questo comparto il vero indice positivo è quello dell’installazione dei servizi che va oltre il 3% e che è tirato dalle nuove politiche eco-compatibili regionali e nazionali, contenute nella vecchia Finanziaria ed anche nella nuova, che prevedono agevolazioni, sgravi, incentivi per esempio per la bioedilizia, l’installazione di pannelli fotovoltaici. “Un settore – prosegue il Presidente Provinciale - destinato a crescere esponenzialmente”.
Innovazione
L’altro dato che fa riflettere è l’utilizzo delle nuove apprecchiature per comunicare con il mondo esterno e per “presentarsi” e presentare mission, prodotti e servizi.
Solo 1 impresa su due ha il pc, e solo il 41,5% un collegamento ad internet. Solo il 15%, ovvero quasi 2 imprese su 10, ha un sito web. Nemmeno l’1% in più paragonato allo stesso periodo dell’anno prima. “Un dato che dimostra, anche se è in crescita, la poca dimestichezza degli artigiani con i nuovi strumenti della comunicazione; con il cambio generazione, evento naturale dell’economia, si assisterà – prevede Da Prato – ad un’esplosione inevitabile. Ma il dato che deve far riflettere, e sui cui da tempo stiamo spingendo come organizzazione, è quello delle relazioni con la pubblica amministrazione via internet.
Passare attraverso internet significa sburocratizzare gli iter, accellerare gli step e guadagnare tempo. Solo il 16% usa internet per relazionarsi con le amministrazioni. Il 7% lo fa tramite consulente e solo il 9% personalmente. Un dato non imputabile alle sole imprese ma alla stessa macchina amministrativa pubblica che non è ancora a regime con i sistemi Ict”.
“Rispetto ad altre province la situazione è migliore – analizza Ugo Da Prato – ma bisogna puntare ancora di più al rafforzamento dell’impresa necessariamente attraverso crescite di "sistema".
Le piccole imprese non possono essere lasciate sole. Hanno bisogno di migliori condizioni di accesso al credito, incentivi per l’innovazione dal prodotto ai processi fino alla fase promozionale e commerciale, di infrastrutture e di un sistema di servizi adeguato alle loro esigenze e prospettive con cui interagire. In questa prospettiva – conclude Cna - la concertazione e la formazione sono due strade obbligate per favorire gli indispensabili processi di innovazione, qualificazione e maggior strutturazione del nostro tessuto imprenditoriale”.
Andrea Berti