Domani, venerdì 14 marzo, appuntamento con la penultima giornata del Samsung Korea Film Fest, all’Auditorium Stensen (Viale Don Minzoni 25).
La giornata, dalle 15.30 alle 17.30, vedrà protagonisti sei cortometraggi appartenenti alla sezione dal titolo Corti, Corti.
Alle 17.40 si alzerà il sipario su A love, settimo film di Kwak Kyung-taek, uno struggente melodramma ad altissimo voltaggio emotivo. Appena arrivato a Pusan, il piccolo In-ho vede una bambina di cui si innamora immediatamente: è la dolce Mi-ju, che il destino si diverte ad allontanare da lui.
Alcuni anni più tardi la incontra inaspettatamente, ma per difenderne l’onore finisce in prigione, determinando una seconda separazione. Uscito dal carcere, viene ingaggiato da un potente boss come guardia del corpo e Mi-ju, beffardamente, si rivela essere la preferita del capo. In prima e seconda serata sarà protagonista Lee Yoon-ki, il regista a cui il Festival dedica una retrospettiva e che sarà presente in sala per commentare il suo film Ad-Lib night (ore 20.00). Basato su un racconto breve dello scrittore giapponese Asuko Taira, Ad Lib Night è l’ultima tappa del viaggio di Lee Yoon-ki lungo la solitudine e lo spaesamento della giovane generazione coreana.
Bo-kyung assomiglia molto alla Jeong-hae di This Charming Girl: come lei è giovane, carina, e sola. A differenza della protagonista del primo film del regista, che è schiacciata dal peso del passato e da un trauma rimosso, Bo-kyung sembra essere priva di una profondità temporale. Compare in uno spazio urbano, una delle tante piazze che il cinema coreano mette in scena per far sentire la freddezza dei luoghi in cui brulicano gli esseri umani, come una fata, o una creatura arrivata da chissà dove.
Chiuderà la giornata First Love di Lee Myung-se (22.30) Trattasi di un melodramma che racconta la storia di Young-shin, una ragazza dolce ed ingenua, sognatrice ed inguaribile romantica, che si innamora del suo professore di teatro, Chang-sook.
Per questo piccolo maudit di provincia, che sembra più un uomo in decadenza che un poeta decadente, che si ubriaca di continuo, fuma sigarette e declama Baudelaire, la piccola Young-shin sperimenterà il “primo amore”, quello assoluto, fatto di poesia e di illusioni. Ma anche di disillusioni cocenti: quando scoprirà che il suo innamorato ha moglie e figli, non le resterà che lasciare il mondo dei sogni e ritornare sulla terra. A piangere sulla spalla della mamma.