Samsung Korea Film Fest: Lee Myung-se incontra il pubblico allo Stensen

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 marzo 2008 20:59
Samsung Korea Film Fest: Lee Myung-se incontra il pubblico allo Stensen

Domani, mercoledì 12 marzo, appuntamento con la sesta giornata del Samsung Korea Film Fest, all’Auditorium Stensen (Viale Don Minzoni 25).
Protagonista della giornata sarà il regista Lee Myung-se, che sarà presente alla proiezione del suo film M (ore 20.00). Lee Myung-se è uno dei registi più innovativi della Corea di oggi. Dopo essersi laureato all'Institute of Arts di Seoul ed aver lavorato come aiuto regista di Bae Chang-ho, ha diretto Gagman, una malinconica commedia sul contrasto fra sogni e realtà.

Oggi, con sei lungometraggi alle spalle, è considerato uno dei maggiori registi del suo paese. In M Lee Myung-se porta a compimento il percorso dei film precedenti, imprimendo a ciascuno dei temi che gli sono cari una torsione iperbolica: l’inseguimento amoroso si sposta dallo spazio fisico a quello mentale, la sperimentazione sul linguaggio cinematografico e la frammentazione del montaggio si sciolgono in una completa perdita dei punti fermi, lo sguardo al cinema occidentale diventa omaggio.
Il protagonista di M è Min-woo, uno scrittore in crisi, che non riesce a scrivere il suo nuovo best seller a causa di un blocco creativo.

Inconsciamente evocata da questo vuoto (che è mentale, ma soprattutto del cuore) arriva Mimi, fragile, ingenua, innamorata di lui. Lo segue, lo incontra, forse lo ama. E mette in crisi tutte le sue certezze e il suo rapporto con Eun-hye, la fidanzata ricchissima, bellissima, perfetta. Ma chi è Mimi? Un fantasma, un’allucinazione, la proiezione di un sentimento nascosto? La giornata si aprirà alle 17.30 con Take care of my cat della regista donna Jeong Jae-eun, in cui si fa uso della metafora “felina” per riflettere sulla condizione delle relazioni umane.

Cinque amiche nella Corea di oggi, si sono promesse di non lasciarsi mai, ma devono fare i conti con le differenze che scavano fra di loro: Hae-ju è carina, sicura di sé, e ha trovato un lavoro a Seoul, che le permette di avere denaro a disposizione e di sentirsi realizzata; Tae-hee lavora nel laboratorio termale della sua famiglia ma vorrebbe diventare disegnatrice di tessuti e presta aiuto volontario ad uno scrittore disabile, innamorato di lei; Ji-yeong vive con i nonni in una baracca di periferia, e deve fare i conti prima di tutto con i bisogni fondamentali; insieme a loro due gemelle che vendono monili fatti a mano nei mercatini.

A poco a poco la vita le allontanerà sempre di più: qualcuna decide di partire, qualcuna di non pensarci più.
Alle 22.45 chiude la giornata Ardor, diventato un breve tempo un film di culto presso il pubblico internazionale, anche a motivo della sua “origine” artistica: una regista pasionaria, Byeong Yeong-yoo, conosciuta in tutto il mondo per il suo impegno sociale a difesa dei diritti delle donne, sceglie di girare un melodramma intriso di forte erotismo.
Mi-heun scopre che il marito la tradisce e si trasferisce con lui e la loro figlia in un piccolo paese di campagna, per cercare di ricostruirsi una vita.

La nuova consapevolezza la schiaccia, è un fantasma perduto che si aggira nelle rovine di un’esistenza senza più fiducia, fino a quando non incontra il medico del paese, In-kyu.

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