I viaggi compiuti sulle montagne del Karakorum lungo la catena dell’Himalaya, all’inizio del Novecento, da parte di esploratori e di scienziati del nostro Paese, documentati attraverso diari inediti e oltre quattromila fotografie, sono oggetto della mostra “La dimora delle nevi e le carte ritrovate: Filippo De Filippi e le spedizioni scientifiche italiane in Asia Centrale (1909 e 1913/14)”, che si inaugura venerdì 14 marzo alle 16.30, presso il Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze (Palazzo Pazzi Ammannati, Borgo Albizi, 28).
La mostra, che sarà visitabile fino al 24 marzo, è organizzata dalla Società di Studi Geografici insieme al Museo di Storia Naturale, al Dipartimento di Astronomia e Scienza dello Spazio e al Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università di Firenze e in collaborazione con Gabinetto Vieusseux, Istituto Geografico Militare e Società Geografica Italiana.
L’esposizione illustra gli eventi che videro come protagonista il medico e fisiologo torinese Filippo De Filippi. Questi, dopo aver partecipato alla fortunata impresa del 1909, guidata da Luigi Amedeo Savoia, Duca degli Abruzzi, nel corso della quale fu raggiunta per la prima volta quota 7.500 metri sul Chogolisa, organizzò una spedizione nel 1913 e 1914 sul Karakorum. Durante questo viaggio, che durò un anno e mezzo e altrettanto tempo richiese per la preparazione, furono esplorati ghiacciai e valli ancora poco conosciuti, e fu possibile condurre importanti studi geologici, meteorologici, fisici e topografici.
Le scoperte furono documentate dal De Filippi nelle “Relazioni scientifiche della spedizione italiana: De Filippi nell’Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese (1913/1914)”. Nuovi dettagli di quelle spedizioni sono state, però, rese possibili grazie al recente recupero del diario del medico torinese e del giornale di bordo del fotografo ufficiale della spedizione, Cesare Antilli: questi scritti giacevano, senza essere stati catalogati, fra i materiali d’archivio posseduti dalla Società di Studi Geografici e dal Dipartimento di Studi Storici e Geografici (ex Istituto di Geografia dell’Università di Firenze) e saranno esposti per la prima volta nella mostra.
Oltre a questi due giornali di bordo, che consentono una ricostruzione più ampia della spedizione del 1913 e 1914, sarà possibile apprezzare anche altre testimonianze: ad esempio quella del geografo Giotto Dainelli, autore di un diario pubblicato nel 1924 e del volume “Esploratori e alpinisti del Caracorùm”, pubblicato nel 1959, che mette in risalto i legami in divenire fra esplorazioni, scienze e alpinismo.
Vi sono poi il diario di Nello Ginori Venturi, di cui si è conservata solo la prima parte presso la biblioteca del Cai di Firenze, e il taccuino di lavoro di Giorgio Abetti, conservato ad Arcetri. “La Dimora delle nevi e le carte ritrovate” è anche una mostra fotografica: cinque album, rilegati e intitolati “Spedizione asiatica De Filippi 1913-14”, con quasi 4000 immagini, solo in parte già note, ripercorrono le varie tappe dell’impresa e consentono al visitatore di rivivere quella straordinaria esperienza compiuta dal gruppo guidato dal De Filippi a distanza di quasi un secolo.
Le foto sono opera principalmente di Cesare Antilli, Giorgio Abetti e Giotto Dainelli. Una parte più ristretta porta la firma di Alfred Spranger e dell’altro geografo della spedizione, Olinto Marinelli.
L’apertura della mostra sarà preceduta da un convegno scientifico dallo stesso titolo (giovedì 13 marzo, ore 9, 30/18; venerdì 14 marzo ore 9 – Via del Proncosolo 12), curato dalla Società di Studi Geografici e dedicato al ruolo di quelle spedizioni nella storia scientifica italiana.