Firenze 28 Gennaio 2008- “I lavoratori di sanità ed enti locali, circa centomila in Toscana, attendono da oltre due anni i cento euro di aumento già concordati a livello nazionale, ma che comuni, province e regioni italiani ancora non hanno riconosciuto ai lavoratori. Il tempo è scaduto, perché anche per i lavoratori pubblici la questione salariale è sempre più drammatica.” Lo hanno ribadito stamani le delegazioni di lavoratori del settore che, su iniziativa dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, hanno svolto tre presìdi a Firenze, incontrando il sindaco del capoluogo toscano e presidente dell’Anci nazionale, Leonardo Domenici, l’assessore regionale alla sanità, Enrico Rossi e il vicepresidente della Regione Toscana, Federico Gelli.
I presìdi si sono svolti in Piazza della Signoria, in via Alderotti (davanti agli uffici dell’assessorato alla salute) e in via Cavour, davanti alla sede della giunta regionale.
A guidare la delegazione i segretari regionali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Andrea Brachi, Andrea Morandi e Massimo Baroni. “A livello nazionale –hanno detto i rappresentanti sindacali- in questi due anni sono stati firmati ripetuti accordi che prevedono un aumento medio di cento euro lordi a regime.
Ma questi soldi, per sanità ed enti locali, ancora non si sono visti. Il tempo per i bracci di ferro sulle risorse tra stato centrale e autonomie locali è scaduto: questi soldi devono arrivare subito in busta paga, per dare una prima, seppure incompleta, risposta alla questione salariale, che sta diventando drammatica. Siamo stanchi del fatto che di questione salariale parlino tutti, compresi gli industriali, salvo che le istituzioni pubbliche quando si tratta dei loro dipendenti.”
“Lo scorso rinnovo, con il governo Berlusconi, ebbe un ritardo di 27 mesi.
Stavolta siamo già arrivati a 26 e quindi anche quel record senza precedenti, che pensavamo irripetibile, sarà battuto.”
Domenici, Rossi e Gelli, da parte loro, hanno espresso la loro condivisione per la protesta e sono impegnati ad attivare le procedure per una rapida definizione della vertenza, facendosi carico di promuovere una prima riunione per giovedì 31 gennaio.
“Se entro quella data la situazione non si sbloccherà –hanno avvertito Cgil, Cisl e Uil- metteremo in campo iniziative sempre più forti.”