Firenze- Una riforma del welfare in grado di andare incontro a una società profondamente mutata negli anni, nella quale è cambiato il mercato del lavoro: "Per evitare che diventi permanente il ritardo nel quale ci troviamo nell'affrontare un fenomeno che è nato prima del pacchetto Treu e della legge Biagi e che non è destinato a finire, occorre dare tutele al lavoro atipico".
Questo il passaggio principale dell'intervento che il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, ha fatto ieri sera nella sede della Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Firenze, in occasione di un incontro organizzato dalla neonata associazione Neòn, che si propone di approfondire bisogni e disagi del mondo giovanile.
La questione deve essere discussa "senza eccesso di partigianeria" - ha ammonito il presidente dell'Assemblea regionale - partendo dai dati.
E i dati denunciano la difficoltà per i giovani laureati di trovare un lavoro corrispondente alla tipologia degli studi fatti, che il lavoro flessibile è cresciuto del 17-18% ed è in crescita, che la mobilità sociale è ridotta al minimo ("Solo il 10% dei giovani fa un lavoro migliore dal punto di vista della promozione sociale ed economica rispetto a quello della famiglia di provenienza"). Di qui, dunque, l'urgenza di riformare lo stato sociale: "Il problema investe tutte le confederazioni sindacali, le cui maggioranze sono composte per lo più da ex lavoratori, che dovrebbero mobilitarsi come fecero in occasione della battaglia contro la modifica dell'art.18 per estendere a tutte le imprese la facoltà di licenziare - ha rilevato Nencini -.
Occorre dunque affrontare questa sorta di articolo 18 bis rappresentato dai lavori atipici senza tutele, o potremo tradire una generazione". Per quanto riguarda lo spazio di intervento della Regione, il presidente del Consiglio regionale ha citato l'articolo 4 dello Statuto, nel quale è sancito il diritto alla conoscenza e alla formazione: "Potremo appoggiare questo diritto con provvedimenti legislativi concreti che sono in discussione ora", ha concluso.
Al dibattito, introdotto dalla presidente dell'Associazione Neòn, Anna Giulia Fazzini, è intervenuta fra gli altri anche Franca Alacevich, docente di sociologia del lavoro e preside del "Cesare Alfieri", che ha invitato i giovani a guardare alla flessibilità del lavoro senza pregiudizi ideologici: "Non tutto è negativo - ha detto - e qualunque forma di lavoro può essere regolata.
In ogni caso anche quando il lavoro flessibile è frutto di una scelta non può durare oltre una certa soglia per gli effetti che esso produce sulla personalità del lavoratore: troppi anni di lavoro precario sono un problema per la società". Si tratta dunque di stabilire un "trade off" nelle relazioni industriali: flessibilità del lavoratore in cambio di più sicurezza in un quadro nel quale il merito deve essere incentivato". (red)